Gli indici azionari europei hanno aperto in territorio positivo nelle prime negoziazioni. Il Dax di Francoforte registra un aumento dello 0,2%, il Cac40 di Parigi dello 0,3%, il Ftse100 di Londra dello 0,3% e l'Ibex35 di Madrid dello 0,2%.
Gli investitori sembrano aver digerito fino ad ora le preoccupazioni legate a un'escalation della crisi in Medio Oriente, concentrandosi invece sugli sforzi diplomatici messi in atto da varie parti.
La diminuzione del prezzo del gas, con l'indice TTF in calo del 4% ad Amsterdam, contribuisce a mitigare le preoccupazioni sull'inflazione.
Tra i titoli in evidenza, Lonza registra una flessione del 10%. Il produttore di farmaci ha ridotto le previsioni sull'Ebitda per il 2024.
Ericsson registra una diminuzione del 7%. Il gruppo di infrastrutture di rete prevede che la debolezza del settore Mobile Networks continuerà fino al 2024, a causa delle difficoltà nel contrastare la riduzione degli investimenti nelle infrastrutture 5G da parte degli operatori in Europa e negli Stati Uniti.
Nella scorsa settimana, Ericsson aveva anticipato risultati per il terzo trimestre influenzati da svalutazioni per 31,9 miliardi di corone (2,8 miliardi di euro) legate all'acquisizione di Vonage nel 2021. Queste svalutazioni hanno contribuito alla perdita di 30,7 miliardi di corone (2,7 miliardi di euro) registrata nel trimestre, rispetto all'utile di 5,2 miliardi di corone (451 milioni di euro) dello stesso periodo dell'anno precedente.
Rolls-Royce registra invece un aumento dello 0,7%. Il produttore di motori per aerei ha annunciato piani per una riorganizzazione nella prossima fase della sua trasformazione pluriennale. Questa nuova struttura permetterà al gruppo britannico di essere più agile, servire meglio i clienti e continuare a produrre e mantenere prodotti di livello mondiale. Tuttavia, questa riorganizzazione comporterà tra 2.000 e 2.500 esuberi.
Sul fronte macroeconomico, nel Regno Unito, i salari medi sono aumentati dell'8,1% su base annua nei tre mesi fino al 31 agosto, rallentando rispetto all'8,5% precedente (8,4% nel secondo trimestre) e inferiore all'8,3% atteso dagli esperti. L'indice dei salari al netto dei bonus è invece cresciuto del 7,8% su base annua, in linea con le attese degli economisti.
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