I mercati azionari asiatici mostrano segnali di debolezza questa mattina, influenzati dalla chiusura negativa di Wall Street. La borsa americana, dopo un'apertura positiva, ha subito un calo a causa di preoccupazioni riguardo alla stabilità dell'economia statunitense e al rischio di recessione. Le dichiarazioni di alcuni funzionari della Fed, che hanno parlato di possibili interventi per sostenere l'economia, hanno inizialmente calmato le acque, ma non hanno convinto completamente gli investitori. Inoltre, i mercati devono fronteggiare le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, con l'attesa di una reazione da parte dell'Iran nei confronti di Israele, che potrebbe portare a un'escalation del conflitto.
A Tokyo, il Nikkei ha registrato una perdita dello 0,74%, chiudendo a 34.831,15 punti e interrompendo il recupero delle due sedute precedenti. Un dato significativo è il surplus delle partite correnti giapponesi di giugno, pari a 1,533 trilioni di yen, in crescita dell'0,9% su base annuale, ma inferiore alle attese di 1,790 trilioni di yen. Le importazioni sono aumentate del 3,4% e le esportazioni del 5,9%. L'Indice Economy Watchers corrente ha mostrato un lieve incremento a 47,5 punti, mentre l'indicatore delle prospettive economiche è salito a 48,3, toccando i massimi degli ultimi tre mesi, suggerendo aspettative di miglioramento nonostante l'inflazione elevata.
I rendimenti del decennale giapponese sono scesi allo 0,85%, con particolare attenzione rivolta alla politica monetaria della BoJ, che ha affermato che non ci saranno aumenti dei tassi in caso di instabilità del mercato. Sul fronte delle borse asiatiche, si segnala un leggero rialzo per i mercati cinesi, con il China A50 in aumento dello 0,3% e Shanghai dello 0,11%. A Hong Kong, l'andamento è positivo con un incremento attorno allo 0,4%, mentre a Seoul il Kospi ha chiuso in calo di circa l'1%. La borsa indiana ha mostrato una leggera flessione, con il Sensex che ha registrato un arretramento dello 0,2%, dopo che la banca centrale ha mantenuto i tassi di interesse invariati al 6,5%.
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