La borsa di Tokyo è stata influenzata dai timori sulla solidità dell'economia giapponese, causati dalla pubblicazione dell'indice dei prezzi alla produzione. Di conseguenza, l'indice Nikkei 225 ha chiuso la sessione in calo dello 0,81%, a quota 31.943,93 punti. Tra i parametri più indicativi dell'inflazione, l'indice PPI del Giappone ha registrato il trend più debole degli ultimi sei mesi, con un aumento annuale nel mese di giugno di soli il 4,1%. La Bank of Japan continua a adottare una politica monetaria estremamente accomodante, differenziandosi dalle altre banche centrali dei paesi avanzati.
Nello specifico, l'inflazione del Giappone, misurata dall'indice dei prezzi alla produzione PPI, è diminuita dello 0,2% su base mensile a giugno. Si prevedeva invece un aumento dello 0,2%, rispetto alla precedente diminuzione dello 0,7%. Su base annua, il trend dell'inflazione PPI del Giappone ha registrato un aumento del 4,1%, inferiore rispetto all'aumento precedente del 4,4% e al +5,1% di maggio.
Le borse cinesi hanno mostrato performance contrastanti, con la borsa di Hong Kong in aumento dello 0,87% e la borsa di Shanghai in calo dello 0,43%. La borsa di Sidney ha registrato un progresso dello 0,43%, mentre la borsa di Seoul ha segnato un rialzo dello 0,27%.
A Wall Street, i futures sugli indici principali degli Stati Uniti sono rimasti invariati, in attesa della pubblicazione dell'importante indicatore dell'indice dei prezzi al consumo (CPI). L'indice CPI è uno dei parametri più importanti per monitorare l'inflazione e capire le possibili decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse. Gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono un aumento mensile dell'indice CPI del +0,3% e un aumento annuale del 3,1%. Escludendo i prezzi volatili dei beni energetici e alimentari, si prevede un aumento mensile dell'inflazione core dello 0,3% e un aumento annuale del 5%.
(Redazione Traderlink)