Oltre al Superbonus, anche il bonus ristrutturazione 2025 tra i protagonisti (suo malgrado) dell'emendamento "spalma-crediti".
Nuova modifica al decreto Superbonus volta a ridurre il peso fiscale dei bonus edilizi, purtroppo il bonus ristrutturazione subir un taglio importante, rendendo l'aliquota in arrivo dal 2025 molto pi generosa di quanto si potesse pensare.
Ma vediamo cosa cambia dal prossimo anno, e cosa (non) potr pi fare il contribuente.
Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale del Geometra Danilo Torresi.
Bonus ristrutturazione 2025: cosa cambia dal prossimo anno
Senza proroga, il bonus ristrutturazione 2025 non avr pi la percentuale del 50% prevista ormai da anni.
Grazie al decreto legge 63/2013, la detrazione disciplinata dall'articolo 16-bis del TUIR disponibile fino al 31 dicembre 2024 appunto al 50%, e con massimale di spesa fino a 96mila euro.
Ma dal 1 gennaio 2025, a meno che il Governo non proroghi la misura, il bonus ristrutturazione torner al 36%, e con massimale a 48mila euro.
Le modifiche dovevano fermarsi qui, e invece con questo emendamento, chiamato lo "spalma-crediti", ci sar una nuova modifica alla percentuale.
Di seguito la modifica proposta al comma 8 dell'articolo 9-bis dell'emendamento:
"All?articolo 16-bis del [TUIR], dopo il comma 3 aggiunto il seguente: 3-ter. Per le spese agevolate ai sensi del presente articolo sostenute a partire dal 1 gennaio 2028 al 31 dicembre 2033, escluse quelle di cui al comma 3- bis, l?aliquota di detrazione ridotta al 30 per cento."
In pratica non solo si rischia di tornare dal 1 gennaio 2025 alla percentuale originaria, quindi al 36%, ma dal 2028 e fino al 2033 la stessa detrazione subir un'inedita riduzione di altri 6 punti rispetto alla originaria percentuale.
Bonus ristrutturazione 2025: i lavori esclusi dal taglio
E' bene per sottolineare che, sempre nel testo dell'emendamento, si fa riferimento a quelle "escluse di cui al comma 3-bis".
In pratica nel quinquennio 2028-2033 non tutti i lavori previsti dal bonus ristrutturazione subiranno la tagliola al 30%.
Andando a vedere il comma 3-bis, i lavori esclusi sono quelli relativi agli interventi di sostituzione dei gruppi elettrogeni di emergenza con generatori a gas di ultima generazione.
Per questi interventi l'aliquota dovrebbe rimanere al 50% con eguale limite di spesa.
Di conseguenza, lavori non strettamente "emergenziali" come il risanamento, la manutenzione straordinaria (od ordinaria nel caso dei condomini) oppure la ristrutturazione vera e propria finirebbero in mezzo alla tagliola del Governo.
Bonus ristrutturazione 2025: la fine del bonus mobili
Ma la mancata proroga e la riduzione del bonus ristrutturazione 2025 sono il meno in questa faccenda.
Anche perch, malgrado tutto, quest'agevolazione non avr lo stesso destino del bonus mobili.
Privo di una disciplina antecedente allo stesso decreto legge 63/2013, senza il rinnovo in Manovra di Bilancio il bonus mobili non si potr pi richiedere dal 2025.
Pertanto, dopo anni di continui dimezzamenti del massimale di spesa, passato da 16mila euro del 2021 a 8mila nel 2023 fino ad arrivare oggi a 5mila euro, dal 1 gennaio 2025 non si potranno pi detrarre le spese per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici con finalit di ristrutturazione.
Per lo Stato comunque un'ottima fonte di risparmio, cos non dovr vedersi aumentare ancora di pi il peso dei crediti generati dai bonus edilizi.
Ricordiamo che solo il Superbonus pesa 122 miliardi di euro, secondo i dati ENEA di marzo 2024.
Per il cittadino invece sar un ritorno alla "normalit", ovvero ad almeno 7 anni fa, quando si poteva ricavare da 48mila euro di lavori soltanto 17.280 euro, con una spesa netta di 30.720 euro, e senza mobili acquistati.
Solo nel 2020, spendendo sempre 48mila euro pi 16mila per i mobili, si aveva un ritorno di 32mila euro: sempre una spesa netta intorno a 32 mila euro, ma almeno la spesa per mobili ed elettrodomestici era compensata.