Bond Paesi emergenti: lo scenario
In una fase caratterizzata da tassi di interesse in ascesa come quella che stiamo vivendo da oltre un anno a questa parte, i titoli di stato ed i bond in generale, sono tornati particolarmente appetibili per i risparmiatori.
La possibilità di ottenere rendimenti cedolari di tutto interesse, a fronte di un rischio ridotto rispetto ad altre tipologie di strumenti finanziari, ha riportato l’attenzione degli investitori verso un segmento che, negli ultimi anni, era stato messo in secondo piano.
Conseguentemente, anche i titoli obbligazionari del comparto Paesi emergenti possono essere valutati con nuovo interesse.
Il problema, semmai, sta nel fatto che, quando si parla di questa tipologia di paesi, l’investitore medio preferisce rivolgersi al comparto azionario piuttosto che a quello obbligazionario.
Quale sia il motivo non è risposta così semplice: forse la percezione del debito che viene considerata più complessa e complicata rispetto al mercato azionario in sé.
Forse perché in passato vi sono stati casi di default che hanno scottato parecchie persone e quindi, i bond emergenti, vengono visti con l’occhio del pregiudizio e del sospetto.
Bond Paesi emergenti: quali sono e caratteristiche
Quali sono i principali Paesi emergenti?
Fatta salva la Cina, risposta che pare alquanto scontata, in questa categoria rientrano diversi Paesi in via di sviluppo o in rampa di lancio definitiva.
Tra gli altri ricordiamo ad esempio il Brasile, l’Uruguay, il Perù, l’Indonesia, l’Egitto, l’India, il Sud Africa, la Turchia, tanto per citarne solo alcuni.
Quali sono le caratteristiche del debito emergente?
Si possono trovare titoli emessi in dollari americani dai governi locali, bond societari emessi in dollari statunitensi e titoli emessi in valuta locale (il cui rendimento, di norma, dipende anche da quello che è il rapporto della valuta locale rispetto al dollaro americano).
Cosa contraddistingue, in positivo, questi Paesi, da far risultare attraente l’investimento al di là del mero rendimento cedolare?
Vi sono alcuni tratti comuni: questi Paesi sono intervenuti prima (2021) per combattere l’inflazione, agendo quindi in anticipo (rispetto alle economie cosiddette più evolute) sulla dinamica dei tassi di interesse.
Ciò ha prodotto, come risultato, il fatto di avere una inflazione in discesa ed una crescita resiliente alle criticità che hanno coinvolto l’intera economia mondiale.
Infine, l’aumento dei tassi di interesse ha dato corpo ai rendimenti, tant’è che, al netto dell’inflazione, alcuni rendimenti reali superano il 6% (vedasi ad esempio Sud Africa e Brasile).
Bond Paesi emergenti: come e dove investire?
Dove e come investire su questo settore? Quali possono essere gli strumenti finanziari più adeguati a portare a casa rendimenti interessanti tenendo sempre sotto controllo il livello di rischio?
Intanto, occorre dire che, probabilmente, risultano più appetibili i titoli del debito emessi in valuta locale, proprio per un maggior livello di stabilità, equilibrio e indipendenza dal dollaro americano raggiunto da alcuni dei cosiddetti Paesi emergenti.
A tal proposito, risulta opportuno puntare su fondi comuni o etf che permettono di diversificare e frazionare il rischio per area, paese, valuta.
Un modo intelligente per puntare su un mercato potenzialmente interessante riducendo il rischio complessivo che si va ad assumere.
L’acquisto di un singolo o di singoli bond, infatti, può esporre il risparmiatore ad un rischio decisamente più elevato che, in caso di default, può determinare la perdita dell’intero capitale investito (oltre ai mancati introiti cedolari).