Nell'era dei social media, è sempre più difficile distinguere tra verità e menzogna. Immagini create con l'intelligenza artificiale (IA), come quella di Joe Biden ad un meeting militare sulla guerra di Gaza o trattori che sommergono il centro di Parigi in segno di protesta contro l'Europa, possono facilmente ingannare l'occhio inesperto. Questa problematica ha gravi implicazioni, sia politiche che personali, con la IA utilizzata per creare anche immagini di nudità non consensuali, danneggiando celebrità e studenti. Per contrastare questo problema, le principali aziende tecnologiche stanno adottando uno standard per l'etichettatura dei media.
Questo standard, chiamato C2pa, permette di identificare chi ha creato un'immagine o un video, come e quando è stato creato, e la sua fonte di provenienza. Google, Microsoft, Adobe, OpenAI, e Meta hanno già aderito a questo standard. C2pa è l'acronimo di Coalition for Content Provenance and Authenticity ed è un'iniziativa avviata da Adobe e Microsoft per certificare l'origine dei media online. L'obiettivo di questa etichettatura è di combattere i deepfake e la disinformazione, consentendo agli utenti e alle piattaforme di riconoscere le immagini create con l'IA e di metterne in discussione l'autenticità.
Tecnicamente parlando, lo standard C2pa è un "metadato", ossia un'informazione di base che si aggiunge alle proprietà di un'immagine e che può essere letta automaticamente da una piattaforma. Google si è impegnata a etichettare con questo standard le immagini create con i suoi strumenti di IA, come Gemini, e a promuovere l'adozione di queste credenziali standard su tutti i suoi servizi.
Tuttavia, ci sono dei limiti a questo standard. Per il momento, C2pa è disponibile solo per le immagini, anche se si sta lavorando per estenderlo ai file video e audio. Inoltre, l'adesione a questo standard non è obbligatoria né per chi gestisce modelli di IA né per le piattaforme. Le regole europee potrebbero imporre l'obbligo di etichettatura a partire dal 2026, ma resta difficile garantire che tutti i prodotti AI e le piattaforme di chat rispettino queste regole. Infine, è possibile rimuovere facilmente queste etichette semplicemente facendo uno screenshot dell'immagine. Nonostante questi limiti, lo sviluppo di uno standard come C2pa rappresenta un passo avanti nella lotta contro la disinformazione e i deepfake. Non fermerà i malintenzionati, ma fornirà strumenti più efficaci a chi cerca di contrastarli.
(Redazione)