BCE: nel 2023 poca crescita ma inflazione in forte calo

18/04/2024 17:53

BCE: nel 2023 poca crescita ma inflazione in forte calo

Economia globale in progresso, eurozona stagnante

La BCE tira le somme del 2023 nel suo rapporto annuale. Durante l'anno scorso l’economia mondiale ha continuato a espandersi sebbene un a un ritmo moderato: il PIL ha fatto segnare un progresso del 3,5%, sostanzialmente in linea con il risultato del 2022, primo anno di normalizzazione dopo il crollo del 2020 (-2%) causato dalla pandemia e il rimbalzo del 2021 a quasi +7%.

La crescita è stata superiore alle attese stante la vigorosa azione azione monetaria restrittiva portata avanti dalle principali banche centrali per contrastare il balzo dell'inflazione.

L'attività economica ha beneficiato soprattutto del contributo degli USA e dei Paesi emergenti mentre l'attesa accelerazione cinese a seguito dell'allentamento delle misure fortemente restrittive legate alla pandemia a dicembre 2022 si è fermata quasi subito a causa della crisi del settore immobiliare.

Nell'eurozona la crescita è stata minima con PIL a +0,4% dopo il +3,4% del 2022.

Inflazione sconfitta? Quasi

L'azione restrittiva della BCE ha sortito l'effetto sperato ma al costo di un indebolimento del settore industriale.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC), si è collocata al 2,9 per cento a dicembre 2023: un calo di 6,3 punti percentuali da dicembre 2022. Da segnalare che processo disinflazionistico si è manifestato anche nell’inflazione di fondo: quindi il calo degli indici dei prezzi al consumo non è stato raggiunto solo grazie all'aiuto della marcata correzione dei prezzi delle materie prime energetiche.

Tuttavia, a fine anno, i tassi di inflazione sul periodo corrispondente (esclusi i prezzi dell’energia) erano ancora significativamente superiori alle rispettive medie di più lungo periodo.

Mercati ok nonostante crisi bancarie e balzo tassi

Il sistema finanziario e creditizio dell'eurozona ha evidenziato una buona capacità di tenuta nonostante i fallimenti di banche avvenuti negli Stati Uniti e in Svizzera.

Tuttavia la stabilità sistema è stata messa sotto pressione a causa delle pressioni inflazionistiche e delle politiche messe in atto per contrastarle, nonché dall’indebolimento delle prospettive di crescita e alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente che si sono aggiunte all’impatto del perdurare della guerra russa contro l’Ucraina.

La BCE segnala anche la buona tenuta dell'azionario a fronte dell'aumento dei tassi di interesse: questo potrebbe rendere le Borse vulnerabili a improvvise revisioni dei prezzi in seguito a inattesi effetti avversi del rallentamento economico sulla redditività delle imprese.

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