Le banche italiane sembrano essere in una posizione solida e stabile per diversi mesi, nonostante l'atteso aumento delle prese di profitto, soprattutto a seguito delle prestazioni notevolmente positive. Questo quadro rassicurante viene offuscato solo da un contesto più impegnativo dovuto alla discesa dei tassi d'interesse. Tuttavia, da inizio anno, le banche sono tra i settori che hanno registrato le migliori performance. I risultati del secondo trimestre sono stati positivi e la prospettiva per il 2024 è promettente. Infatti, grazie all'ottima performance delle banche, Piazza Affari si è guadagnata un posto d'onore in Europa.
I risultati
I ricavi delle banche hanno beneficiato di un contesto di tassi d'interesse migliore rispetto alle previsioni di inizio anno. Inoltre, i segnali sul lato delle commissioni sono positivi, grazie alla prestazione soddisfacente dei mercati che ha causato una crescita dei patrimoni in gestione. Attualmente, le riserve per rischi su crediti sono ai minimi storici e la qualità del credito è migliorata strutturalmente, grazie a politiche di pulizia dei portafogli.
Prospettive
Per il prossimo futuro, con uno scenario macroeconomico che prevede una crescita economica modesta, non dovrebbe esserci un deterioramento significativo del costo del rischio su crediti. Tuttavia, ci sono alcune incertezze. Le recenti trimestrali con i lauti assegni emessi agli azionisti testimoniano la buona salute delle banche italiane. Tuttavia, a questi livelli record di utili, la crescita inevitabilmente rallenterà.
Potrebbe esserci una possibile discesa dei ricavi, ma le banche sembrano essere in grado di compensare questo con un maggiore apporto da commissioni su prodotti di risparmio gestito e assicurativi. La generazione di utili e capitale distribuibile rimane molto attraente. Nonostante ci si aspetti una discesa degli utili delle banche, le stime parlano di un -5% nel 2025 rispetto al picco atteso quest'anno.
Investimenti
Per quanto riguarda gli investimenti futuri, l'attenzione si sta concentrando sui prodotti di risparmio e sulle banche che si focalizzano sulle fabbriche di prodotti. Intesa, che ha queste fabbriche interne, e UniCredit, che sta rinegoziando gli accordi di distribuzione, sembrano ben posizionate. Il Monte dei Paschi rimane interessante, considerato l'appeal legato alle operazioni di fusione e acquisizione, con la scadenza di fine anno per la ri-privatizzazione che si avvicina. Vi è una preferenza per le banche più esposte all'offerta di servizi finanziari e si prevedono aspettative positive per titoli che hanno nel loro DNA la gestione di patrimoni.
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(Redazione)