Bancari italiani a ridosso dei massimi pluriennali toccati in estate
Performance positive anche oggi per i bancari italiani. L'indice FTSE Italia Banche segna +0,65% e si porta a un passo dal massimo pluriennale di inizio agosto e sovraperforma in modo netto l'EURO STOXX Banks +0,3%.
Oggi la più brillante è Banca MPS +3,28% che chiude il terzo trimestre 2023 con profitti a 309,6 milioni contro la perdita da 387,5 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso, mentre il risultato operativo netto si attesta a 405 milioni da 105, grazie alla spinta arrivata dal margine di interesse che balza a 605 milioni da 379 (+60% a/a).
Anche le big hanno evidenziato un trend simile: Intesa Sanpaolo (oggi +0,18%) nel trimestre ha messo a segno un utile di 1,9 miliardi di euro contro gli 0,96 dell'anno scorso, con margine di interesse a 3,8 miliardi da 2,4 (+58%).
Per Unicredit (+0,85%) profitti a 2,322 miliardi (+35,9% a/a) e margine di interesse a 3,60 miliardi (+45% a/a).
In verde anche Banco BPM (+1,30%) che recupera dopo un avvio negativo, probabilmente penalizzato dalle parole dell'a.d. Giuseppe Castagna relative al dossier MPS, che per il momento è chiuso ma "in futuro vedremo".
I risultati trimestrali sono però molto buoni con utili per 319 milioni di euro dai 136 del terzo trimestre 2022 e margine di interesse a 869 milioni contro i 551 di un anno fa (+63%).
Un rialzo guidato dalla BCE
É evidente che la spinta fornita ai bilanci arriva dal boom del differenziale tra tassi attivi (sui prestiti) e passivi (depositi) a sua volta stimolato dalla manovra restrittiva messa in atto dalla BCE a partire dall'estate 2022, con un rialzo complessivo di 450 bp.
La domanda a questo punto è: l'Eurotower ha concluso il proprio lavoro o no? La risposta è importante perchè ci permette di capire se i risultati delle banche continueranno a beneficiare dell'effetto positivo dei rialzi dei tassi ufficiali. L'a.d. di Finecobank, Alessandro Foti, ha affermato che il margine di interesse toccato nel terzo trimestre 2023 "potrebbe essere considerato un picco".
Tassi al capolinea? Sembra di si
Al momento i future sull'euribor a 3 mesi, che in pratica quantificano le aspettative degli operatori sui tassi a brevissimo (i più sensibili a quelli della BCE), ci dicono che non solo non sono previsti altri aumenti ma anzi tra aprile e maggio 2024 ci potrebbe essere un primo ribasso da 25 bp e che nel corso del prossimo anno il taglio complessivo potrebbe essere di un punto percentuale.
Notizie non esaltanti per gli azionisti delle banche.