Banca del Giappone: continuano politiche ultra-espansive e tassi negativi

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 23/01/2024 12:19

Banca del Giappone: continuano politiche ultra-espansive e tassi negativi

La Banca del Giappone ha confermato il mantenimento della sua politica monetaria ultra-espansiva durante il primo meeting dell'anno, in linea con le previsioni degli esperti e mantenendo una posizione di eccezione rispetto alle altre banche centrali globali. Nello specifico, con decisione unanime, la banca ha deciso di tenere i tassi di interesse al -0,1% e di proseguire con la sua politica di controllo della curva dei rendimenti, che prevede un tetto dell'1% per il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a dieci anni. La Banca del Giappone ha inoltre dichiarato che procederà con l'acquisto di ETF e fondi comuni di investimento immobiliare giapponesi (J-REIT) secondo le necessità, con un limite massimo di circa 12 trilioni di yen e di circa 180 miliardi di yen rispettivamente, in base al ritmo annuale di incremento dei loro volumi in circolazione. Nello statement rilasciato al termine del meeting si legge: "Data l'alta incertezza che circonda le economie e i mercati finanziari nazionali e internazionali, la Banca continuerà a dare attuazione all'allentamento monetario con pazienza, rispondendo prontamente agli sviluppi dell'economia e dei prezzi, nonché alle condizioni finanziarie, con l'obiettivo di raggiungere in modo stabile e sostenibile l'obiettivo del 2% di stabilità dei prezzi, accompagnato da un aumento dei salari". La dichiarazione aggiunge: "La Banca continuerà con l'Allentamento Monetario Quantitativo e Qualitativo (QQE) con controllo della curva dei rendimenti, fino a quando sarà necessario per raggiungere l'obiettivo di stabilità dei prezzi in condizioni stabili". Nel quadro trimestrale dell'economia giapponese, i membri del consiglio della Banca del Giappone hanno ridotto le loro previsioni di crescita mediana per l'inflazione al netto dei prezzi alimentari al 2,4% per l'anno fiscale 2024 a partire da aprile, in discesa dal 2,8% stimato in ottobre, principalmente a causa dell'effetto del recente calo del prezzo del petrolio greggio. Per l'anno fiscale 2025, la banca centrale ha invece rivisto leggermente al rialzo la stima dell'inflazione core, portandola all'1,8% rispetto all'1,7% previsto in precedenza.

(Redazione)

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