L'analisi del PIL italiano nel secondo trimestre
La Banca d'Italia ha pubblicato il Bollettino Economico numero 4 del 2024 contenente alcune importanti indicazioni sull'andamento dell'economia italiana. In base agli ultimi dati ISTAT il PIL tricolore nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,2% rispetto al primo, in leggero rallentamento rispetto al +0,3% del periodo gennaio-marzo. Segnali positivi sono giunti dai consumi delle famiglie (+0,3%) che accelerano dopo il +0,1% del trim1 e reagiscono alla netta flessione (-1,7%) accusata nel trimestre finale del 2023.
In lieve calo gli investimenti fissi (-0,1%) a causa soprattutto del settore costruzioni (-0,8%) che passa in territorio negativo a seguito del rallentamento visto nei tre trimestri precedenti (+14,5% nel 2023), fortunatamente ben compensati dalla crescita degli investimenti in beni strumentali (+0,8%). Contributo negativo dalla bilancia commerciale (-0,5%), penalizzata dalla netta flessione delle esportazioni di beni e servizi.
La revisione ISTAT
La recente revisione dei conti pubblici operata dall'ISTAT ha determinato una revisione al rialzo dei PIL del 2021 e del 2022: nel primo anno grazie a investimenti in costruzioni e consumi nazionali superiori alle precedenti rilevazioni, nel secondo grazie a un accumulo di scorte più consistente di quanto registrato. La crescita 2023 è stata invece rivista da +0,9% a +0,7% a causa della decelerazione delle scorte e del minor apporto degli investimenti in macchinari, dinamiche solo in parte compensati dal buon andamento degli investimenti in costruzioni.
Le previsioni Bankitalia
Gli economisti della Banca d'Italia stimano che nel terzo trimestre l?attività economica sia aumentata "moderatamente", con i servizi che si confermano la componente trainante, stabili le costruzioni, mentre continua a scendere il valore aggiunto nella manifattura. Ancora positivi i consumi, in progresso contenuto gli investimenti, si conferma debole la domanda estera netta.
Per il 2024 la previsione è di un PIL in crescita dello 0,6% e di un 2% cumulato per i due anni successivi, quindi in leggera accelerazione "per effetto di condizioni finanziarie più favorevoli e delle misure espansive programmate dal Governo".