Bonus si, Bonus no
I bonus edilizi sono stati e sono tutt'ora uno dei principali temi di discussione sia a livello politico che economico. Da un lato troviamo chi ritiene che costituiscano una spesa eccessiva per lo Stato dall'altro chi invece pensa che fossero indispensabili per riattivare un settore pesantemente colpito dalla pandemia.
I primi sono convinti inoltre che gli effetti moltiplicatori sulla spesa non siano tali da azzerare l'impatto sui conti pubblici, mentre i secondi ritengono che, in parole povere, i bonus si ripaghino da soli.
Gli incentivi sono ancora in corso e stanno attualmente dispiegando i loro effetti.
È pertanto impossibile fare valutazioni definitive ma qualche considerazione appare più che lecita.
Oggi Pietro Tommasino del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia ha tenuto un'audizione sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
L'analisi della Banca d'Italia
La Banca d'Italia è un organismo indipendente e quindi le analisi svolte al suo interno possono essere considerate libere da orientamenti politici.
L'esposizione di Tommasino ha preso in esame "Bonus facciate" e "Superbonus 110%", ovvero le due agevolazioni più gettonate dagli italiani.
L'economista ha messo in chiaro alcune premesse fondamentali riguardanti le agevolazioni fiscali in generale: la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici; l'aumento della complessità e la diminuzione della trasparenza del sistema tributario quando le agevolazioni sono settoriali; l'assenza o scarsa intensità dei controlli a monte.
Date queste premesse è evidente che in Banca d'Italia considerano le agevolazioni un tema da trattare con estrema cautela.
Bonus più costosi del previsto e non a impatto zero
Le conclusioni dell'analisi indicano che i bonus edilizi hanno accresciuto la domanda di lavori nel breve periodo e che, in parte, hanno contribuito alla transizione ecologica.
Il costo degli interventi però si è rivelato "molto superiore alle stime iniziali": gli ultimi dati ISTAT relativi al triennio 2020-22 indicano "oneri lordi riconducibili al Superbonus e al Bonus facciate per quasi novanta miliardi".
Questi dati secondo la Banca d'Italia confermano "gli inconvenienti in termini di trasparenza delle somme effettivamente stanziate e di controllo dei conti connessi con l’utilizzo dei crediti di imposta come strumento di politica di bilancio".
Inoltre "Il moltiplicatore fiscale dell’intervento, per quanto relativamente elevato, verosimilmente non è stato tale da rendere lo strumento a impatto nullo per il conto economico delle Amministrazioni pubbliche".