Gas in fibrillazione
Brividi di paura di mezza estate: il prezzo del gas torna a ruggire e a far temere un nuovo inverno con bollette di gas ed elettricità difficili da sostenere. Ieri il Dutch TTF Natural Gas Future sulla scadenza settembre ha chiuso a 39,823 euro/MW, con un rialzo del 28% ma durante la seduta ha raggiunto i 43,545, con un progresso superiore al 40%.
Sono molto lontani i livelli toccati quasi un anno fa sopra quota 340.
Ma erano altri tempi: durante l'estate c'è il picco della domanda di gas in quanto si tratta della fase in cui si rimpinguano le scorte in vista della stagione in cui si accendono gli impianti di riscaldamento.
La necessità di acquistare gas l'anno scorso si scontrò con le ritorsioni della Russia nei confronti delle sanzioni applicate dal blocco occidentale, provocando la detonazione delle quotazioni del TTF di cui sopra.
Il crollo dai record dell'estate 2022
Da allora molto è cambiato.
L'Europa, che dipendeva da Mosca per ben il 40% delle sue necessità di gas, è riuscita a sostituire pressoché completamente le forniture russe con il GNL (il gas naturale liquefatto) in arrivo da USA e altri Paesi come il Qatar. Grazie alla soluzione del problema delle forniture e all'inverno 2022-2023 eccezionalmente mite i Paesi della UE sono arrivati a fine stagione con le scorte su livelli storicamente molto alti.
Il calo del consumo di gas è stato calcolato dalla IEA-International Energy Agency (di cui fanno parte i Paesi OCSE europei, USA, Canada, Turchia, Messico) si è attestato al 16% rispetto all'anno precedente, pari a 55 miliardi di metri cubi ovvero il calo più consistente mai registrato in termini assoluti nella serie storia IEA.
Tutto ciò ha spinto il prezzo del TTF a inizio giugno sotto i 23 euro/MW, il minimo da maggio 2021.
I lavoratori australiani del GNL minacciano lo sciopero
Ma cosa è successo ieri? Il balzo è stato causato dalle notizie provenienti dall'Australia: i lavoratori di alcuni importanti impianti di GNL nel Queensland minacciano un programma di scioperi a sostegno delle richieste di aumento dei salari e di migliori condizioni di sicurezza sul lavoro.
L'Europa non si approvvigiona di gas dall'Australia ma una eventuale interruzione delle forniture "from down under" avrebbe comunque effetti anche dalle nostre parti.
Le stime di Citigroup
Il gas australiano viene esportato soprattutto in Asia ma se questa via di approvvigionamento venisse a mancare, Paesi come Cina o India potrebbero "attaccare" le forniture europee, facendo ripiombare il Vecchio Continente nell'incubo dell'anno scorso.
Gli analisti di Citigroup prevedono che se gli scioperi in Australia dovessero iniziare a breve e proseguire almeno fino all'inizio dell'inverno, il prezzo del gas potrebbe toccare i 62 euro/MW entro gennaio 2024.