Azioni: quanto sono affidabili le raccomandazioni degli analisti?

06/10/2022 16:35

Azioni: quanto sono affidabili le raccomandazioni degli analisti?

Quando si investono i propri risparmi, è essenziale, per prima cosa, analizzare i propri bisogni, le proprie esigenze e determinare gli obiettivi da raggiungere in funzione del tempo, delle disponibilità e del rischio che si è in grado di sostenere.

Dopo aver effettuato la pianificazione finanziaria, quindi, si deve trasporre la teoria in pratica, passando alla parte operativa.
Ci si documenta, si cercano tutte le informazioni possibili e, tra queste, si trovano spesso le analisi o le raccomandazioni degli analisti ovvero, essenzialmente, delle banche d’affari. In relazione a titoli azionari quotati in borsa, come valutarle?

Azioni: le raccomandazioni degli analisti

Gli analisti si occupano di analizzare dati, ovvero di valutare quello che è l’andamento dei conti e del bilancio di una Società nell’attualità del momento e, sulla base delle informazioni supplementari raccolte, anche in prospettiva.

Anzi, è proprio la parte prospettica ad avere una rilevanza fondamentale anche perché, le “raccomandazioni” fornite dalle banche d’affari tengono necessariamente conto degli sviluppi futuri che l’andamento di una Società potrà avere sulla base di tutti gli elementi raccolti dagli analisti.

Non solo asciutti numeri di bilancio quindi, ma anche le relazioni allegate e colloqui col management o comunque con referenti aziendali che ricoprono incarichi essenziali nella gestione delle attività.

Dopo aver valutato e miscelato tutto queste insieme di informazioni, gli analisti, sulla base anche della quotazione del titolo sul mercato, forniranno le loro raccomandazioni, positive, negative o neutrali che siano.

Quasi sempre, insieme alla “raccomandazione” viene anche fornito un cosiddetto “target price” dell’azione oggetto di analisi.

Il “target price” è quel prezzo che l’analista pensa che l’azione possa raggiungere sulla base dei dati attuali, di quelli prospettici e della contingenza di mercato.
Ovviamente, trattandosi di previsioni, solo a posteriori si potrà sapere se si saranno rivelate corrette oppure no.

Analisti non guru. E attenti al conflitto d’interessi

Le informazioni e le “raccomandazioni” date dalle banche d’affari vanno quindi prese come Vangelo o oro colato? Assolutamente no.

Si tratta di stime e di previsioni, come già evidenziato in precedenza, che quindi vanno considerate e soppesate dando loro il giusto valore.

Ovviamente si tratta di professionisti che, per gli studi fatti e gli elementi raccolti, dispongono di conoscenze e strumenti spesso non disponibili al singolo risparmiatore.
Ecco che, il parere e la previsione di un cosiddetto “esperto” può sicuramente essere utile nelle scelte d’investimento.

D’altro canto, però, non dobbiamo dimenticare che le banche d’affari, operando sul mercato finanziario, potrebbero avere un conflitto d’interesse nei confronti di una o più Società quotate.

Cosa significa? Vuol dire che potrebbero detenere partecipazioni nel capitale di una azienda, averne curato il collocamento o avere qualche tipo di legame con l’azienda o il management della stessa.

Se una banca d’affari ha in portafoglio uno o più titoli con partecipazioni di un certo valore, potrà mai essere obiettiva nei confronti di quelle azioni? Ovvero, potrà mai consigliare di “vendere” una azione che essa stessa ha acquistato e detiene in portafoglio?

Potrà mai sconfessare i valori di un titolo per il quale ha curato il collocamento? Ricordarsi sempre di verificare questi aspetti è fondamentale per avere un quadro completo delle informazioni in modo da poter fare delle scelte in modo consapevole.

 

 

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