Autunno 2021, terzo più caldo dal 1800 secondo Coldiretti

09/10/2023 16:30

Autunno 2021, terzo più caldo dal 1800 secondo Coldiretti
L'autunno del 2023 si è classificato finora al terzo posto tra gli anni più caldi in Italia dal 1800, con una temperatura di settembre che ha superato di ben 2,17 gradi la media storica del mese (1991-2020). Questo emerge dall'analisi della Coldiretti sui nuovi dati dell'Isac Cnr, che sottolinea anche che l'anomalia climatica è stata addirittura di +2,57 gradi al nord, dove settembre si classifica al secondo posto. La natura è in crisi, con i cicli di produzione sconvolti e i raccolti decimati. Nonostante ciò, ancora sulle bancarelle sono presenti in abbondanza prodotti tipicamente estivi come albicocche, pesche, nettarine, susine, meloni e fragole.

I cambiamenti climatici hanno provocato quest'anno una riduzione del 15% nel raccolto di riso, del 10% nel grano, del 60% nelle ciliegie e del 63% nelle pere. Anche il miele è diminuito del 70% rispetto all'anno scorso, e si registra una diminuzione del 12% nella vendemmia. Inoltre, la tendenza al surriscaldamento ha portato all'invasione di pericolose specie aliene, come la cimice asiatica, il granchio blu, il cinipide del castagno, la Xylella, il moscerino dagli occhi rossi, il calabrone asiatico e la vespa velutina, che stanno causando danni enormi sia nei campi che nei mari, distruggendo coltivazioni e allevamenti per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro.

La tendenza al surriscaldamento si sta accentuando in Italia, dove negli ultimi due secoli la classifica degli anni più caldi si concentra nell'ultimo decennio e include il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Questo aumento delle temperature è stato accompagnato da un aumento degli eventi estremi, come grandinate, trombe d'aria, bombe d'acqua, ondate di calore e tempeste di vento, che hanno causato vittime e danni sia nelle città che nelle campagne. Stiamo assistendo a una evidente tendenza alla tropicalizzazione, con una maggiore frequenza di manifestazioni violente, cambiamenti stagionali, precipitazioni intense e rapide variazioni dal caldo al maltempo, con effetti devastanti.

Oltre alla riduzione dei raccolti, il cambiamento climatico sta modificando anche la distribuzione delle coltivazioni lungo la Penisola. Ad esempio, la coltivazione dell'ulivo in Italia si sta spingendo sempre più verso le Alpi, nella Pianura Padana si coltiva circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato alle conserve e di grano duro per la pasta, e i vigneti si stanno espandendo anche sulle vette. Al sud, invece, c'è un vero e proprio boom delle coltivazioni tropicali, come avocado, mango e banane.

L'agricoltura è il settore economico che sta subendo maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato nel contrastarli. Le imprese agricole devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture e sulla gestione delle acque. È necessario investire, anche grazie al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), nella manutenzione, risparmio, recupero e regolazione delle acque, promuovere l'uso di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche investire in ricerca e innovazione per lo sviluppo di colture resistenti.

(NEWS Traderlink)

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