Assegno Unico gennaio 2025 in ritardo? Molte famiglie italiane sono in preda ai dubbi sulla data di pagamento del contributo. A differenza dello scorso anno, infatti, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) non ha ancora pubblicato il calendario degli accrediti, né avviato le disposizioni.
Un ritardo questo che sta generando incertezza, anche se INPS ha rassicurato i beneficiari tramite i propri canali social: l’Assegno Unico arriverà comunque entro la fine del mese.
Scopriamo insieme i motivi di questo ritardo e quando orientativamente partiranno le erogazioni. Prima però vi lasciamo al video YouTube di Mr LUL lepaghediale contenente il calendario di tutte le prestazioni INPS in pagamento in questo primo mese dell'anno.
La situazione attuale e il chiarimento INPS
Prima di approfondire il discorso sullo slittamento delle date di accredito dell'Assegno Unico gennaio 2025, vediamo cosa preoccupa i percettori della misura. Generalmente, l’INPS dispone i pagamenti intorno al 10 e li eroga appena dopo la prima metà del mese (la prima tranche dal 15 al 17).
A gennaio 2025 la situazione appare però diversa: l’Istituto non ha ancora pubblicato il calendario ufficiale con le date di accredito, diversamente dall’anno scorso quando le date di pagamento sono state ufficializzate subito dopo Capodanno.
Di fronte alla mancanza di notizie sugli accrediti, molti beneficiari hanno iniziato a chiedere aggiornamenti direttamente all’Istituto. Un esempio emblematico viene dal canale Facebook ufficiale INPS famiglia, dove un utente ha chiesto:
Buongiorno, ci sono novità in merito ai pagamenti dell’Assegno Unico del mese di gennaio 2025? Grazie.
La risposta di INPS è stata chiara, ma risolutiva in parte:
Non ancora. Quando avremo novità le condivideremo con voi come sempre. Ne approfittiamo per ricordare che le date del calendario pagamenti sono orientative e che generalmente gli accrediti avvengono entro la fine del mese.
Dunque, un ritardo confermato che non deve però destare allarmismi per la garanzia offerta dall'INPS: i pagamenti dell'Assegno Unico gennaio 2025 verranno effettuati regolarmente, anche se con tempistiche differenti rispetto agli anni precedenti.
Quando arriva il pagamento dell’Assegno Unico gennaio 2025?
A ritardo ufficializzato, ora la domanda delle famiglie percettrici del contributo è una: quando l'INPS farà partire i pagamenti dell'Assegno Unico di gennaio 2025? Secondo le stime attuali, i pagamenti dovrebbero arrivare tra metà e fine mese. L’ipotesi più probabile è che le erogazioni inizino tra il 15 e il 17 gennaio 2025, ma in alcuni casi il ritardo potrebbe essere può accentuato.
In diverse circostanze, infatti, l’INPS potrebbe autorizzare i pagamenti dell'Assegno Unico dal 27 gennaio 2025. L'ipotesi sembra essere avvalorata anche dalle comunicazioni ufficiali dell’Istituto, che ha sottolineato come i pagamenti siano comunque garantiti entro l'ultima settimana del mese. La raccomandazione per i beneficiari è di monitorare il proprio Fascicolo Previdenziale e i canali ufficiali dell’INPS per eventuali aggiornamenti.
Perché slitta il pagamento?
Il ritardo del pagamento dell’Assegno Unico di gennaio 2025 potrebbe essere legato a diversi fattori tecnici. Tra i principali motivi c’è la necessità dell’INPS di prendere tempo per effettuare il ricalcolo degli importi spettanti. Una circostanza che si verifica soprattutto quando l’importo del mese di gennaio differisce da quello pagato a dicembre 2024.
Ma questa non è l'unica ragione dello slittamento dell'Assegno Unico gennaio 2025. In altri casi, all'INPS serve ancora più tempo per definire le nuove cifre a cui si ha diritto, a seguito dell'aggiornamento dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) perché molti percettori dell'Assegno Unico, infatti, hanno presentato l’ISEE aggiornato nei primi giorni dell’anno per timore di oltrepassare la scadenza (28 febbraio 2025 per i già percettori).
Un altro fattore che potrebbe aver contribuito al ritardo è il volume elevato di pratiche da gestire all’inizio dell’anno, un periodo tradizionalmente impegnativo per l’Istituto, proprio come avvenuto con la NASPI.