Assegno di Inclusione, novità su importi e requisiti: ecco come cambia nel 2025

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 27/12/2024 10:15

Assegno di Inclusione, novità su importi e requisiti: ecco come cambia nel 2025

Anche nel 2025 le famiglie in difficoltà economica potranno affidarsi all'Assegno di Inclusione (AdI).

Anche se a partire dal 1 gennaio cambierà completamente volto. Sono infatti previsti dal prossimo anno nuovi importi e requisiti d'accesso per l'AdI, che renderanno l'indennità non solo più generosa, ma anche più accessibile.

Vediamo quali sono le principali novità dell'Assegno, e come cambia nel 2025 tra importi e requisiti.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mr LUL lepaghediale.

Assegno di Inclusione, nuovi importi e requisiti a partire dal 2025

Partiamo intanto dagli importi, che a partire dal 2025 subiranno un incremento sensibile a livello annuale.

Grazie all'aumento del valore del reddito familiare massimo, il richiedente potrà infatti ricevere fino a 6.500 euro all'anno, ovvero fino a 542 euro al mese.

Diverso è il caso dei nuclei familiari composti da anziani o disabili. Per loro, l'importo annuo sale da 7.560 a 8.190 euro, ovverosia da 630 euro a 742 euro al mese.

Per chi abita in affitto, addirittura, potrà beneficiare addirittura di un assegno annuo pari a 10.140 euro, circa 845 euro al mese.

Per quanto riguarda i requisiti previsti per il 2025, il primo da rispettare sarà (come sempre) quello "economico". Bisognerà infatti avere un reddito (e a sua volta un'attestazione ISEE) inferiore a alle cifre sopraindicate per beneficiare dell'AdI.

Ricordiamo che (anche nel 2025), potrà avere l'Assegno chi rientra nelle seguenti categorie:

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    titolare di pensione diretta o comunque di età pari o superiore a 60 anni,

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    soggetto con disabilità o affetto da patologie oncologiche,

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    soggetto con carichi di cura (figli minori o soggetti affetti da disabilità),

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    soggetto inserito nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere e le donne vittime di violenza, con o senza figli.

Di contro, chi ha tra i 18 e i 59 anni e non rientra nelle condizioni sopra riportate, non potrà beneficiare dell'Assegno, ma solo del contributo per il Supporto Formazione e Lavoro.

Assegno di Inclusione, come richiederlo nel 2025

Salvo novità dell'ultima ora, le odierne modalità di richiesta dell'Assegno di Inclusione sono valide anche nel 2025.

Pertanto, chi vuole richiedere l'Assegno di Inclusione potrà procedere attraverso CAF (Centro di Assistenza Fiscale) o Patronati Locali. In alternativa, si potrà fare richiesta dell'AdI tramite applicativo online dell'INPS.

Se si vuole richiedere l'Assegno, anche nel 2025 occorrerà avere in corso di validità l'ISEE dell'anno corrente. Esso potrà essere richiesto a partire dal 1 gennaio 2025 sempre tramite i canali sopramenzionati (CAF, Patronati o pagina web dell'INPS).

Bisognerà inoltre registrarsi sulla piattaforma SIISL e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale del nucleo familiare (PAD) per poter avere diritto all'AdI.

Una volta effettuata la registrazione, si avrà tempo 120 giorni per sottoscrivere il PAD. Se non si provvede in tempo, si perderà il diritto all'Assegno.

Inoltre, se viene riscontrata la presenza di maggiorenni occupabili, questi ultimi dovranno sottoscrivere il Patto di Servizio Personalizzato (PSP) entro 60 giorni.

Assegno di Inclusione, come perderlo nel 2025

Come nel 2024, anche nel 2025 si rischierà la decadenza del beneficio dell'Assegno di Inclusione se si commettono alcune irregolarità.

Ad esempio, se non si comunica ogni variazione relativa alle condizioni e ai requisiti d'accesso entro 15 giorni dall'evento modificativo, scatterà la decadenza.

A sua volta, come menzionato prima, se non si sottoscrivono né il PAD né il PSP entro le rispettive scadenze, si perderà il diritto all'Assegno (a meno di non rientrare nelle categorie escluse dall'obbligo).

Lo stesso vale se non si accetta un'offerta di lavoro, o se si svolge un'attività lavorativa senza aver provveduto a comunicarla alle autorità competenti (il cosiddetto "lavoro in nero").

Addirittura, se si commette omessa comunicazione delle variazioni del reddito, si potrà incorrere in sanzioni penali piuttosto severe, oltre alla perdita dell'Assegno.

Ricordiamo che in caso di decadenza (o revoca) dell'AdI, è possibile fare nuova domanda solo dopo 6 mesi.

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