I mercati asiatici hanno registrato una tendenza ribassista il lunedì, consolidando la chiusura negativa di Wall Street. L'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha registrato un declino del 1%. I mercati sono stati influenzati dalle dichiarazioni del chairman Jerome Powell della Fed, che ha sottolineato che nulla è stato ancora deciso in merito alle prossime mosse, ma gli investitori ed economisti si aspettano nuovi rialzi del costo del denaro negli Stati Uniti.
Il Dollar Index Spot, che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in aumento dello 0,10%, a fronte di uno yen in flessione intorno al 0,20% sul biglietto verde. Tokyo continua a muoversi vicino al record di 33 anni, a fronte di una striscia di rialzi consecutivi che per il Nikkei 225 dura invece da dieci settimane, ma ha perso un netto 1%.
Goldman Sachs ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL cinese per il 2023, motivando tale revisione dall'intensificarsi di ulteriori turbolenze per Pechino, a partire dal settore immobiliare. In Cina, tutte le piazze sono in negativo, con Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 in perdita di circa lo 0,50% e l'0,80% rispettivamente, mentre Shenzhen Composite è poco sotto la parità.
A Hong Kong, l'Hang Seng è in flessione di circa l'1,20%, mentre l'Hang Seng China Enterprises Index ha subito una contrazione intorno all'1,40%. Venerdì Wall Street ha archiviato la quinta ottava consecutiva di guadagni, rimanendo intorno ai massimi degli ultimi mesi, mentre il Kospi è stato in ribasso del 0,70% a Seoul, e a Sydney l'S&P/ASX 200 in chiusura ha registrato un guadagno dello 0,60%.
La situazione economica è dunque poco prevedibile e, a causa delle previsioni ribassiste in merito alla crescita cinese, gli investitori sono in attesa di ulteriori sviluppi per capire quali saranno le mosse future.