Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia, ha definito un successo della strategia italiana l'approvazione non condizionata da parte dell'Antitrust dell'Unione Europea per la vendita della rete di Tim al fondo d'investimento privato americano Kkr per 18,8 miliardi di euro. Dopo la conclusione di tutti i passaggi regolamentari, l'operazione dovrebbe concludersi entro l'estate.
Il governo italiano sarà parte del capitale della nuova società che gestirà la rete, insieme al gestore italiano F2i, al fondo sovrano di Abu Dhabi e al fondo pensione canadese Cpp. Il controllo gestionale e industriale sarà invece detenuto da Kkr.
Cosa succederà ai concorrenti?
Nonostante il passaggio della proprietà della rete da Tim a Kkr rappresenti un cambiamento significativo per il paese e per l'azienda ex monopolista, la Commissione Europea ha ritenuto che l'operazione non altererà significativamente i livelli di concorrenza nel mercato dei servizi di accesso alla banda larga in Italia. Secondo la Commissione, Kkr non avrà più potere di mercato rispetto a Tim, né la nascita della nuova società aumenterà le probabilità di coordinamento con Open Fiber, il principale concorrente di Tim.
Probabile accordo con Open Fiber
Il contratto prevede un bonus di 2,5 miliardi di euro per Tim, se Kkr riuscirà a trovare un accordo con Open Fiber per creare una "rete unica" entro 30 mesi. Qualsiasi accordo in tal senso, tuttavia, sarà soggetto a un'altra procedura, condotta da un'altra Commissione.
Telecom altalenante a Piazza Affari
Ieri, 30 maggio, gli investitori si sono concentrati sull'imminente completamento di un'operazione tentata più volte e attesa da anni. In Borsa, le azioni di Tim hanno chiuso in rialzo dell'1,6%, recuperando dal calo del 9% di metà seduta causato da preoccupazioni per il debito o, forse, da speculazioni. Oggi invece il titolo sta registrando un passivo superiore ai 3 punti percentuali toccando un minimo a 0.232
(Redazione)