Un pensionato può richiedere qualsiasi tipo di prestito, da quelli personali fino a un mutuo per l’acquisto di un’abitazione. Se l’età è molto avanzata però non sempre gli istituti di credito sono propensi a concedere il finanziamento, in quanto l’aspettativa di vita si riduce in modo costante con il passare degli anni. Ci sono comunque alcune soluzioni rivolte specificatamente ai pensionati, anche quanto l’età supera i 75 anni.

Prestito con cessione del quinto
Alcune banche sono particolarmente propense a concedere prestiti con cessione del quinto a pensionati, anche quanto l’età supera i 75 anni. L’INPS infatti ha attivato una particolare convenzione con alcune banche, attraverso la quale si pone come garante per i propri assistiti. Ricordiamo che l’INPS si occupa delle pensioni della gran parte dei lavoratori dipendenti e di tutti i lavoratori che operano per una qualsiasi azienda pubblica, dalle scuole agli ospedali. La proposta di prestito con cessione del quinto della pensione è quindi rivolta a una platea particolarmente alta di persone; inoltre alcune banche hanno elevato il tetto massimo di età fino a oltre gli 80 anni, ampliando il numero di anziani che può ottenere un prestito. La cessione del quinto è una particolare tipologia di prestito personale, che si richiede in banca, è però poi l’INPS a versare le rate mensili, direttamente al creditore, detraendo la somma dovuta dalla pensione del suo assistito per un massimo di un quinto, ovvero del 20%. Questo permette di ottenere tassi agevolati e condizioni per il prestito molto interessanti.
Il prestito personale “classico”
Quando si parla di prestiti personali solitamente le banche offrono questo tipo di finanziamenti a soggetti con età inferiore ai 70 anni. Questo però in senso generale: è sempre possibile, infatti, chiedere alla banca presso cui si ha un conto corrente o anche attraverso il sito di un altro istituto di credito se c’è questa possibilità. Alcune banche infatti stabiliscono tetti superiori a tale età, anche oltre i 75 anni e ci possono essere offerte particolarmente interessanti da parte di uno specifico istituto di credito. Ricordiamo però che quando un debitore ha un’età che supera i 65 anni è prassi consolidata la stipula di un’assicurazione sulla vita. Tale espediente consente alla banca di ottenere la restituzione delle rate anche nel caso in cui il debitore venga a mancare, senza gravare sui suoi eredi. Ciò porta a poter ottenere tassi di interesse ridotti, nonostante l’elevato rischio per la banca. La più classica alternativa a un prestito con cessione del quinto della pensione è il prestito personale propriamente detto; questo finanziamento consente di chiedere alla banca somme anche elevate, da restituire con una rata mensile, senza dare giustificativi di spesa. L’assenza della garanzia da parte dell’INPS, però, può portare le banche a non concedere un prestito personale a un anziano, o a proporlo con tassi di interesse abbastanza alti.
Il prestito vitalizio
Un altro prestito che spesso viene concesso ai pensionati è quello vitalizio ipotecario. Si tratta di un finanziamento che prevede l’accensione di un’ipoteca su un immobile di proprietà del pensionato, che funge da garanzia sul prestito. Si possono ottenere somme che vanno da un minimo del 15% del valore dell’immobile fino a un massimo del 50%. Dopo la morte del contraente il capitale ottenuto va restituito dagli eredi attraverso un versamento in denaro o anche vendendo l’immobile dato in ipoteca. La comodità di questo tipo di prestito è che in genere le banche non fissano dei tetti di età, quindi teoricamente lo si può richiedere anche dopo aver superato gli 85 anni. La restituzione non avviene a rate, quindi il pensionato non ha neppure questo genere di preoccupazione. È chiaro che dopo la sua morte però gli eredi avranno l’obbligo di vendere l’immobile gravato da ipoteca, per restituire alla banca il capitale ottenuto, più gli interessi maturati nel corso degli anni.