L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di luglio, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 528 mila nuovi posti di lavoro, dato migliore rispetto alle attese del consensus (+250k nuovi impieghi). Il tasso di disoccupazione scende al 3,5% (aspettative al 3,6%).
Riviste al rialzo le cifre dei mesi scorsi (+28 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di maggio è stato rivisto al rialzo di 2 mila unità a +386k, quello di giugno di 26 mila unità a +398k.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,1% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio 2020 quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,5% m/m (consensus +0,3%). I salari sono saliti del 5,2% a/a (consensus +4,9%).
Forte reazione del dollaro sui mercati valutari che si apprezza notevolmente. Vendite sull’azionario USA in particolar modo i tecnologici
Le cifre macroeconomiche sul mondo del lavoro americano danno conferma alle parole del Presidente della FED di St Louis James Bullard che più volte ha affermato che l’economia statunitense e soprattutto il mondo del lavoro sono in grado di sostenere un processo di rialzo dei tassi ancora più consistente rispetto alle previsioni del mercato. Nel report odierno sul lavoro abbiamo osservato una creazione di nuovi posti del lavoro che ha doppiato le aspettative del consensus, un tasso di disoccupazione in discesa, una favorevole revisione dei numeri dei mesi precedenti e una crescita dei salari superiore alle attese. Numeri che possono giustificare Powell e gli altri banchieri centrali a essere ancora aggressivi sui rialzi dei tassi di interesse.
Ora il dilemma per Powell rimane solo quello di non gravare troppo sulla crescita economica nella speranza di riuscire a fare un soft landing dopo una serie di rialzi dei tassi. Dopo la pubblicazione del report odierno sul lavoro aumentano le probabilità che i banchieri centrali statunitensi terranno conto notevolmente di un possibile nuovo rialzo dei 75 pb del costo del denaro nella prossima riunione di settembre.
La possibilità che la FED possa essere più hawkish del previsto ha comportato un immediato apprezzamento del dollaro sui mercati valutari e forti vendite sull’azionario in particolar modo sui titoli tecnologici USA.
a cura di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist, IG Italia