E’ ricominciata la febbre dell’oro? Presto per dirlo, ma il significativo rimbalzo delle ultime sedute può portare a credere che una fase recessiva si sia chiusa, sebbene i motivi fondamentali della caduta - iniziata nel settembre 2012 - restino immutati. L’effetto panico da crollo delle Borse si fa tuttavia sentire e ridà slancio non solo al metallo prezioso ma anche (per ora in misura meno rilevante) alle obbligazioni emesse dalle società aurifere, entrate nel 2015 in fase depressiva per il timore che la caduta del “gold” approdasse sotto i livelli stimati di costo di produzione e potesse trainare in un vortice negativo i loro profitti.
I tagli si sono fatti sentire positivamente
Si calcola che la media degli oneri estrattivi si sia fortemente ridotta nel 2015, declinando dai circa 1.000 $ l’oncia del 2014 agli 830/840 $ di fine anno scorso, ma in certi casi si è scesi perfino sotto tali livelli.
L’impatto è stato immediato sia per le azioni sia per le obbligazioni delle relative Compagnie, con in primo piano l'anglo sudafricana AngloGold Ashanti, le canadesi Barrick Gold e Goldcorp e la statunitense Newmont Mining. Sono loro a gestire le maggiori masse estrattive al mondo, garantendo al mercato da 18 a 19 milioni di once ogni anno.
Alte cedole e alti rendimenti, ma in calo!
Il quadro delle emissioni più significative riferite al mondo aurifero dimostra che una svolta è in corso, con primi rimbalzi delle quotazioni, impensabili soltanto pochi mesi fa.
AngloGold Ashanti è un buon emittente, con alcuni bond in dollari Usa.
Il più conosciuto ha queste caratteristiche: valuta USD - cedola 8,5% - scadenza 30/7/2020 - taglio minimo 1.000 USD e Isin US03512TAD37. E’ quotato su varie Borse europee, ma l’investitore italiano lo può acquistare solo sul mercato “Otc”. Proposto nel 2013, ha confermato di avere una discreta correlazione con l’andamento della corrispondente azione, attiva alla Borsa sudafricana.
Certamente i movimenti dell’obbligazione risultano meno esasperati, ma minimi e massimi coincidono dal punto di vista temporale. L’emissione 2020 si muove in questa fase sui 106 USD, con un rendimento del 6,9%; se il trend dell’oro proseguisse ci sono potenzialità per un rimbalzo verso i 110/111, valore su cui si muoveva nella prima parte del 2015.
Si tratta di un bond abbastanza liquido, favorito negli ultimi tempi da scambi in forte incremento. Situazione diversa per l’extralungo 2040 (valuta USD - cedola 6,5% - scadenza 15/4/2040 - taglio minimo 1.000 USD e Isin US03512TAB70), che quota nettamente sotto la pari. Si muove infatti sui 77 USD, con rendimento dell’8,7% e ha già tratto in parte vantaggio dal rimbalzo dell’oro: da inizio anno ha guadagnato circa 10 punti.
Possibili ulteriori margini di risalita se il “gold” continuerà la sua marcia.
Barrick Gold è il maggiore emittente aurifero, con scadenze prevalentemente molto lunghe. L’andamento delle sue obbligazioni non ha ancora tratto vantaggio del rialzo del metallo giallo, al contrario di quanto avvenuto sul fronte azionario.
Il titolo ha infatti rimbalzato da inizio 2016 alla Borsa di Toronto, passando da 10 a 17 CAD, mentre i bond stentano a ripartire. E’ il caso, per esempio, del 2019, così strutturato: valuta USD - cedola 6,95% - scadenza 1/4/2019 - taglio minimo 2.000 USD e Isin US067901AB48. Quota sui 104, dopo una progressiva caduta dai massimi 2014 (a 120 USD).
Solo negli ultimi giorni si sono visti segnali di un primo rilancio, confermato anche da “spread” denaro/lettera in progressiva compressione.
Goldcorp conta su quattro emissioni, delle quali la più importante risulta la 2021, così strutturata: valuta USD - cedola 3,625% - scadenza 9/6/2021 - taglio minimo 2.000 USD e Isin US380956AF94.
Di tutti i titoli è uno dei più liquidi in assoluto, nonché volatili sul corto termine, il che dipende da una maggiore sensibilità al rialzo dei tassi da parte della Fed. Quota attualmente sui 95,5, ma a inizio gennaio lo si ritrovava sui 92. Il rimbalzo vero e proprio è partito solo nelle ultime sedute e potrebbe trovare un punto di arrivo sui 98,5/99 USD.
Newmont Mining vive una situazione simile a quella di Goldcorp, sebbene la sua emissione principale abbia un importo globale assai rilevante (1,5 miliardi di dollari): valuta USD - cedola 3,5% - scadenza 15/3/2022 - taglio minimo 2.000 USD e Isin US651639AN69.
La quotazione attuale è sui 93,3, con un rendimento a scadenza del 4,8%. Ottimo il rimbalzo nell’arco di pochi giorni, con un grafico che potrebbe assestarsi oltre i 95 USD. Ha però maggiori limiti di crescita un’altra emissione della società: valuta USD - cedola 6,25% - scadenza 1/10/2039 - taglio minimo 2.000 USD e Isin US651639AM86.
Quota sugli 80,9 USD. Nel settembre 2014 navigava sui 110. Anche in questo caso ulteriori margini dipenderanno prevalentemente dal trend dell’oro, perché la società ha portato a termine una complessa operazione di riduzione dei costi.
Interessanti per due motivi
Non solo per la correlazione con il metallo prezioso, rispetto al quale si muovono solitamente con qualche ritardo, ma soprattutto per un’elevata volatilità di breve periodo.
Si tratta quindi di emissioni da seguire con attenzione, sia per i rendimenti - oggi irrealizzabili nell’area euro - sia per la possibilità di ottenere elevate performance se acquistate e vendute in aree di minimi e massimi, con divari solitamente rilevanti. Purtroppo sono trattate solo sull’“Otc”, ma l’aiuto della quotazione alla Borsa di Francoforte consente di trovare facilmente ogni informazione su andamento di prezzi e “spread”.
Fonte: News
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