CAPITOLO 10 - EFFICIENZA DEBOLE DEL MERCATO ITALIANO
10.4 Un'ipotesi di evoluzione della serie di prezzo
Prima di introdurre un sistema automatizzato d'intervento per verificare in modo diretto
l'efficienza debole del mercato azionario italiano, lavoro che costituirà l'oggetto
principale della quarta parte, è importante svolgere alcune considerazioni che poi
costituiranno il presupposto teorico sulla base del quale il trading system
verrà impostato e sviluppato.
L'ipotesi di fondo si riferisce in qualche misura a quelli che sono stati definiti, nei
precedenti capitoli, come i principi generali dell'analisi tecnica; in particolare si
considera innanzitutto l'idea della manifestazione delle tendenze nei prezzi ed in secondo
luogo il concetto della non mutabilità della psicologia umana.
Se tali ipotesi, enunciate in questo modo, non aggiungono probabilmente un granché
alla nostra conoscenza, forse una versione più rigorosa delle stesse può
consentire di incrementare la nostra capacità interpretativa del mercato.
Il concetto di tendenza nelle quotazioni può essere infatti la manifestazione di una
serie di prezzo che si evolve per stati, ovvero il mercato alternerebbe sempre una delle
forme stabili individuate dagli analisti (trend ascendente, discendente, fasi di
congestione).
Il concetto della non mutabilità della psicologia umana potrebbe essere considerato
una particolare assunzione di ripetitività del fenomeno, sulla base del quale
ogni modello di analisi è fondato, in modo più o meno evidente. Con
ripetitività non si intende necessariamente prevedibilità del fenomeno, ma si
richiede invece all'oggetto di analisi una costanza nel modo di manifestarsi sufficiente a
rendere il ricercatore capace di riconoscerlo quando lo osserva.
La conseguenza che si può trarre da questa migliore specificazione delle ipotesi
tecniche è che la serie di prezzo si esprime effettivamente come una serie
ciclica, ma non periodica 1 ; le singole
fasi del ciclo non sono identificate da tratti di un'onda continua (è tipico l'esempio
della sinusoide), ma da diversi stati che l'analista denomina trends
2.
In particolare la non periodicità del ciclo si esprime nell'irregolarità
esistente nel passaggio da uno stato all'altro, in quanto in ogni momento vi è una
certa probabilità di passare da una fase all'altra.
Naturalmente è importante sottolineare l'ipotesi secondo la quale il mercato, una
volta entrato in uno stato tende a rimanervi, altrimenti sarebbe impossibile riuscire a
comprendere la natura delle varie fasi.
Da queste considerazioni sull'evoluzione delle quotazioni si deduce che la lettura abituale
di una serie storica, effettuata tradizionalmente osservazione per osservazione, non è
più l'unica possibile; modellando il processo attraverso una successione di stati, la
previsione delle prossime osservazioni dovrà dipendere non dalle ultime quotazioni in
ordine di tempo, quanto piuttosto da quelle fatte registrare quando ci si trovava in uno
stato simile all'attuale.
A questo punto tutte le verifiche empiriche indirette dell'ipotesi di efficienza debole,
quali il test di autocorrelazione e l'analisi spettrale, perdono le loro potenzialità,
in quanto nel primo caso misurano una dipendenza che non deve necessariamente esistere e nel
secondo caso utilizzano un modello di ciclo che è periodico per definizione.
La difficoltà principale nello studio di un modello che potremmo denominare dunque
multi-stato è evidentemente la determinazione dei passaggi di stato.
Ed essendo tale passaggio di stato non periodico, il suo studio dovrà necessariamente
passare per l'identificazione di qualche aspetto della serie, che non sia il tempo, utile a
determinare in che stato si trova il processo.
A questo punto vanno valutate le implicazioni di tali considerazioni sulla costruzione del
sistema complesso di trading rules da applicare al mercato italiano.
Innanzitutto le diverse fasi del ciclo si devono mantenere per un tempo sufficiente ad essere
identificate e sfruttate con la politica di compravendita adeguata; in secondo luogo è
altrettanto essenziale che in ogni fase del ciclo esista una politica migliore ed in
grado di dare dei risultati positivi.
Il sistema automatico deve essere dotato dunque di un filtro iniziale, denominato usualmente
set-up, che consenta di stabilire con un certo grado di approssimazione in quale
stato dell'evoluzione dei prezzi ci si trovi.
In secondo luogo, secondo l'assunto di ripetitività poco sopra ipotizzato, sarà
necessario valutare nel passato quali strumenti hanno garantito buoni risultati nell'ambito
dello stesso stato ed utilizzare di conseguenza questi strumenti per operare.
1 Tale ipotesi è stata proposta in Corielli F.,
Analisi tecnica e modelli statistici: aspetti teorici ed evidenza empirica, in A. Penati, Il rischio azionario e la borsa, EGEA (1991) e in Corielli F.,
I cicli della borsa, Amministrazione & Finanza-Oro (1990).
2 L'ipotesi di
random walk implicherebbe l'assenza di un ciclo di fasi così definito, poiché la serie non attraverserebbe successioni riconoscibili di stati. Al contrario l'ipotesi di martingala non contrasterbbe con tale idea di ciclo, a patto che il valore atteso del processo di prezzo rimanga costante; potrebbe essere ad esempio più probabile una variazione negativa rispetto ad una positiva per il giorno successivo, ma il valore atteso sarebbe comunque pari a zero per la minore entità della più probabile variazione negativa.