Avete presente quando avete fame e aprite il barattolo della nutella e sapete che dovete mangiarne solo un cucchiaino ma poi, ne spalmate una quantità infinta sul pane, e poi un altro, e poi un altro ancora fino a che il barattolo non finisce. Vi sentite sazi e appagati, poi arrivano i sensi di colpa, la paura di mettere su chili e (quasi) vi pentite di averlo fatto.
Ecco, gli operatori finanziari si sono finiti la nutella. Praticamente tutta. Il barattolo è vuoto.
Non possiamo dar loro torto. Powell ieri ha consegnato loro un mega cucchiaio con cui pescare dal barattolo enormi quantità di nutella cosi da potersi abbuffare e riempirsi la pancia prima della fine dell’anno.
Lo scenario descritto da Powell è quello che voleva vedere e sentire il mercato, uno scenario da Goldilock, caratterizzato da un’economia in rallentamento ma non in recessione, da un’inflazione in progressiva discesa, da un mercato del lavoro ancora tonico ma con minori pressioni salariali e, soprattutto, da tassi in discesa nel prossimo anno.
E’ stato scritto in modo chiaro, nei DOTPLOT, che allego: i tassi scenderanno di 75 bp il prossimo anno. O meglio, di ALMENO, 75 bp (legge il mercato).
E allora, con questi presupposti, si devono comprare tutte le asset class. Si devono comprare i bond perché’ i tassi scenderanno, si devono comprare i corporate bond perché’ si riduce il rischio credito dato che lo scenario recessivo e’ scongiurato, si devono comprare le divise emergenti ed i relativi bond perché’ il dollaro si indebolisce, si devono comprare le azioni (tutte) perché’ lo scenario non recessivo premia i titoli value e le small cap che non sono ancora saliti (abbastanza) ed il taglio dei tassi premia i titoli tech ad elevata duration finanziaria.
E’ un vero party della finanza.
La reazione del mercato di ieri alla riunione della FED è stata la migliore degli ultimi 15 anni. Potremmo definirlo un successone.
E allora voi mi domanderete, “ma come”? caro Paolo, non avevi mica detto che il rischio di delusione era elevato, che il mercato arrivava a questa riunione prezzando già uno scenario ottimale e che più bianco di cosi non si poteva dipingere il muro?
Si. Ribadisco quanto detto. C’è ancora una marcata differenza tra quello che ha detto la FED e quello che prezza il mercato. Il mercato prezza che i tagli inizino a marzo e che ammontino al doppio di quanto previsto dalla FED, al doppio.
Tornando alla metafora della Nutella, è come se ci avessero promesso due barattoli di nutella, ma poi quando ne vediamo uno e ce lo mangiamo tutto,
tutto d’un fiato, alla fine siamo appagati lo stesso e speriamo che arrivi il secondo.
Il mercato, lo ribadisco, sta prezzando la perfezione e tale pricing ha trovato maggiore conferma nella riunione della FED di ieri.
Tuttavia, il mercato, tramite il pricing di futures e swap è già andato oltre, ha superato di gran lunga quanto comunicato dalla FED, e questo implica un elevato rischio di delusione.
Il sondaggio condotto da MLIV Pulse tra 190 partecipanti appena dopo la riunione della FED conferma quanto vi sto dicendo. Il 51% degli intervistati ritiene che il mercato abbia prezzato troppi tagli dei tassi nel 2024 mentre il 37% ritiene che il mercato sia corretto, che abbia prezzato un numero sufficiente di tagli.
Ma alla fine, quello che interessa a noi gestori, investitori e consulenti è capire quanto margine di apprezzamento c’è ancora su azioni e bond.
La risposta questa volta non voglio darla io, lascio che sia il mercato a darla.
Gli operatori intervistati post FED ieri hanno alzato di poco, direi di pochissimo l’obiettivo per lo S&P500 per il 2024 e hanno mantenuto invariato l’obiettivo di rendimento del decennale.
I rialzi previsti per il prossimo anno per queste due asset class sono marginali, quasi irrilevanti: poco più del 2% per lo S&P500 e circa un 2% di rialzo del prezzo per il decennale USA.
E allora mi chiedo una cosa: se queste sono davvero le previsioni degli operatori, degli stessi operatori che ieri compravano tutto, come se non ci fosse un domani, come se i mercati finanziari chiudessero per tutto il 2024, mi chiedo, vale davvero la pena rimanere investiti su bond a lunga duration ed azioni se questi sono gli upside previsti?
Razionalmente NO. Emotivamente, si sa, è un’altra cosa. E i mercati sono fatti da uomini (forse sempre meno) e gli uomini vivono di emozioni.
Quello che voglio sottolineare in questo report è un sottofondo di incoerenza “del mercato”. Se esso si è portato cosi avanti scontando tagli di 140 punti base nel 2024, allora mi spiace ma non può limitarsi a tali upside potenziali su target di equity e bond, salvo che non sia disposto ad ammettere che ormai tutto è prezzato alla perfezione, che il movimento che doveva essere fatto nel 2024 è già stato fatto da novembre ad ora. E allora Buon Natale a tutti e ne riparliamo nel 2024.
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