L’India batte la Borsa di Hong Kong

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 24/01/2024 09:38

Per la prima volta nella storia, l'India ha sorpassato la Borsa di Hong Kong diventando il quarto mercato azionario più grande al mondo. Questo evento storico apre nuovi e interessanti scenari di impatto socio-economico. 

I dati di Bloomberg e Goldman Sachs

I dati riportati da Bloomberg mostrano che la capitalizzazione complessiva delle Borse indiane ha raggiunto i 4.330 miliardi di dollari alla chiusura di lunedì, superando i 4.290 miliardi di Hong Kong. Questo rappresenta un record assoluto per l'India, confermando una crescita continua e inarrestabile. A titolo di confronto, la Borsa indiana aveva superato i 4.000 miliardi di dollari solo lo scorso 5 dicembre. 

Gli analisti di Goldman Sachs Group Inc., tra cui Guillaume Jaisson e Peter Oppenheimer, hanno evidenziato che c'è un consenso generale sul fatto che l'India rappresenti la migliore opportunità di investimento a lungo termine. Questa affermazione è stata fatta in una nota del 16 gennaio con i risultati di un sondaggio della Global Strategy Conference dell'azienda. 

La crisi economica in Cina

Questo sorpasso storico si è verificato in un contesto socio-economico molto particolare, caratterizzato da molteplici difficoltà per Hong Kong e la Cina. Le rigide restrizioni anti-Covid-19 di Pechino, la repressione normativa sulle aziende, la crisi del settore immobiliare e le tensioni geopolitiche con l'Occidente hanno colpito duramente i titoli azionari cinesi, erodendo l'attrattiva per gli investimenti nel paese. 

Il valore di mercato delle azioni cinesi e di Hong Kong è crollato di oltre 6.000 miliardi di dollari rispetto ai picchi del 2021. Al contrario, grazie alle prospettive di crescita e alle riforme politiche promosse da Nuova Delhi, l'India è diventata una delle destinazioni preferite degli investitori internazionali. Ad esempio, i fondi esteri hanno investito oltre 21 miliardi di dollari in azioni indiane nel 2023, contribuendo a far chiudere l'indice di riferimento del paese, l'S&P BSE Sensex, in positivo per l'ottavo anno consecutivo. 

L'opinione di esperti economisti

Norman Villamin, il capo stratega del gruppo UBP, ha suggerito che gli investitori che cercano opportunità nei mercati emergenti, ma hanno diffidenze sugli investimenti azionari in Cina, potrebbero trovare un'interessante alternativa nelle azioni indiane. Nonostante la rapida crescita economica della Cina dagli anni '80, gli ultimi tre decenni non hanno dato grandi soddisfazioni a chi ha investito nelle azioni del paese. 

Villamin ha sottolineato un punto importante: la crescita lenta degli utili delle aziende cinesi. Dal 2007, i titoli azionari cinesi hanno registrato una crescita annua degli utili di solo il 3,6%, mentre gli azionisti hanno visto i rendimenti del capitale proprio quasi dimezzarsi. Al contrario, le azioni indiane hanno registrato una crescita annuale degli utili dell'11%, superando persino l'8,7% registrato dal NASDAQ 100, un indice trainato dai titoli tecnologici. 

Anche Jonathan Pines, responsabile di Asia ex-Giappone di Federated Hermes, concorda con questa visione. Ha rilevato che le performance di Cina e Corea negli ultimi quindici anni sono state particolarmente scarse, a causa principalmente di un deterioramento del rapporto con l'Occidente e di un rallentamento della crescita. 

Wim-Hein Pals, responsabile degli investimenti nei mercati emergenti di Robeco, ha sottolineato che la Cina ha smesso di essere un 'paradiso dei bassi salari'. Paesi come l'India, l'Indonesia, le Filippine e il Vietnam stanno ottenendo risultati migliori e stanno diventando un'alternativa interessante per le aziende occidentali. 

Infine, Jason Xavier, responsabile per i mercati dei capitali Etf EMEA di Franklin Templeton, ha evidenziato l'interesse per l'India, soprattutto per le sue potenzialità di lungo termine. La forza demografica della popolazione indiana la rende un attore chiave, non solo come potenziale outperformer all'interno dei principali indici dei mercati emergenti, ma anche a livello globale.

(Redazione)

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