Gli ETF (Exchange Traded Funds) stanno acquisendo un ruolo sempre più rilevante nell'industria del risparmio gestito in Europa. Secondo i dati Morningstar, al 31 dicembre 2023, solo il 26,7% del totale delle masse in gestione in Europa è attribuibile a strategie passive che replicano un benchmark. Nonostante ciò, la questione merita attenzione.
Il successo del risparmio gestito
Recentemente, negli Stati Uniti, le strategie passive hanno superato per la prima volta nella storia quelle attive, rappresentando il 50,02% rispetto al 49,98% del totale. In Europa, dieci anni fa, il mercato "passivo" rappresentava solo il 12,3% del totale, ma da allora è cresciuto costantemente ogni anno.
Anche se l'Europa sembra ancora lontana dai livelli raggiunti negli Stati Uniti, la situazione potrebbe cambiare più rapidamente di quanto si possa immaginare. L'analisi dei flussi di investimento e della crescita organica delle strategie passive rispetto a quelle attive conferma la preferenza degli investitori per le prime. In particolare, negli ultimi due anni la gestione attiva ha registrato deflussi netti.
Il boom degli ETF
Il boom degli ETF in Europa ha inizio dopo la crisi del 2008. Gli ETF, con la loro trasparenza, facilità di utilizzo e costi contenuti, stanno guadagnando sempre più il favore degli investitori istituzionali e retail. Le commissioni degli ETF sono continuamente diminuite e in alcuni casi sono arrivate a pochi punti base. Inizialmente, gli ETF venivano utilizzati per avere accesso a segmenti di mercato che in precedenza erano preclusi agli investitori individuali, come le materie prime e gli indici azionari internazionali. Con il tempo, però, sono diventati un'opzione sempre più credibile anche per gli investimenti bilanciati e obbligazionari.
Risparmio gestito in espansione per tutti i settori
Esaminando più da vicino le classi di attività, si nota che il peso della gestione passiva è cresciuto in tutti i settori. Ad esempio, nel settore delle materie prime, l'83% degli asset è gestito in modo passivo. Inoltre, la gestione indicizzata è cresciuta sia nei fondi azionari che in quelli obbligazionari.
È importante sottolineare che, nonostante il crescente successo delle strategie passive, la gestione attiva non scomparirà. Anche se la maggior parte dei gestori attivi non è in grado di battere il proprio benchmark di riferimento, ci sono alcuni gestori attivi di qualità che possono generare un valore aggiunto per gli investitori. L'importante è essere consapevoli che superare il mercato nel medio-lungo periodo è difficile e che identificare i gestori che possono effettivamente generare valore in una determinata categoria è fondamentale. Un mondo senza gestori attivi sarebbe noioso e potenzialmente pericoloso.
2024: altro anno di successo per gli ETF
Ma quali strategie potrebbero attrarre maggiormente gli investitori? Gli ETF attivi rivoluzioneranno il settore? E gli ETF continueranno ad essere strumenti economici? Entrando nel 2024, gli investitori di ETF si trovano di fronte a molte certezze, ma anche a diverse incognite sul futuro del mercato. L'industria degli ETF è in continua evoluzione. Gli ETF attivi, ad esempio, pur essendo ancora una nicchia in Europa, stanno guadagnando popolarità negli Stati Uniti, spesso a scapito di altre strategie come gli smart beta. Inoltre, nuovi prodotti come gli ETF alternativi stanno emergendo sul mercato. La tendenza sembra indirizzare verso strumenti più sofisticati rispetto ai tradizionali ETF che replicano passivamente un indice. Di conseguenza, potrebbero aumentare i costi, generando maggiori margini di profitto per i fornitori di ETF.
Gli analisti di Morningstar mettono in evidenza che l'aumento dei costi potrebbe essere minimo, ma rappresenta comunque una inversione rispetto al trend di riduzione delle tariffe che negli Stati Uniti ha visto diminuire le commissioni del 56% dal picco del 2009. Il futuro degli ETF attivi, tuttavia, non è solo legato al prodotto in sé, ma anche alla concezione dell'ETF come un "contenitore" che può includere sia strategie passive che attive. Nel corso degli ultimi anni, l'industria europea degli ETF ha sperimentato diverse fasi, tra cui quella dei tematici, la cui popolarità si è recentemente ridimensionata, e prima ancora quella degli smart beta che nel 2023 hanno attratto meno di un miliardo di flussi, una cifra molto inferiore rispetto agli oltre 10 miliardi del 2021.
(Redazione)