Crisi nel settore dell'energia solare: cresce la produzione ma gli investimenti sono in calo

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 30/09/2023 09:48

Se avessi investito in un ETF legato all'energia solare un anno fa, avresti perso tra il 36% e il 41% del tuo investimento. Questo può sembrare un paradosso, dato che la produzione di energia solare è attualmente al suo apice. La crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina ha infatti stimolato gli investimenti in energia rinnovabile, soprattutto in Europa. 

Secondo una recente analisi di SolarPower Europe, l'UE è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi di energia solare, con diversi paesi che stanno superando le loro mete. Nel complesso, gli stati membri hanno aggiunto 90 GW di energia solare da installare entro il 2030. I dati dal think tank Ember indicano che nel 2020, il 22% dell'energia elettrica dell'UE è stata generata da pannelli solari e turbine eoliche, superando il 20% generato dal gas naturale. "L'Europa ha evitato il peggio della crisi energetica", afferma Dave Jones, responsabile dei dati di Ember. "Gli shock del 2022 hanno causato solo un piccolo aumento (1,5%) nella produzione di energia da carbone, e allo stesso tempo hanno spinto un enorme sostegno per le rinnovabili". 

Tuttavia, i produttori di energia solare stanno affrontando alcuni problemi. "Il più grande è la sovracapacità, poiché l'offerta supera la domanda attuale", spiega Fabrizio Arusa, senior relationship manager ETF specialist di Invesco. "I pannelli solari si vendono attualmente ai minimi storici di 16 centesimi per watt, e si prevede che i prezzi scendano entro fine anno. Questo sta erodendo i margini di profitto, nonostante sia un vantaggio per l'industria solare". Infatti, il costo dei pannelli fotovoltaici è diminuito del 90% nell'ultimo decennio, facilitando la strategia climatica, ma ha avuto un impatto sui bilanci delle aziende produttrici. 

"Le aziende del settore solare hanno risentito dell'aumento dei costi dei materiali, dei ritardi nelle autorizzazioni, dei tassi di interesse elevati e dell'incertezza politica nei mercati chiave", afferma Madeline Ruid, research analyst di Global X ETFs. "In particolare, l'aumento dei prezzi del polisilicio, causato da una maggiore domanda e da un'offerta inelastica, ha portato a costi più elevati lungo tutta la catena del valore dell'energia solare. Questo ha provocato notevoli ritardi nei progetti e un indebolimento della domanda". 

Inoltre, le aziende americane, tra le più importanti del settore, non hanno dovuto affrontare la crisi del gas che ha colpito l'Europa. Fabio Massellani, sales associate Italy di HANetf, sottolinea che "il recente crollo del mercato dell'energia solare è dovuto principalmente alle scarse prestazioni dei produttori statunitensi, colpiti da tassi di interesse più elevati e dal basso costo dell'energia". 

I proprietari di case, che sono i clienti finali di aziende come Enphase, First Solar e Sunpower, devono quindi far fronte a costi di finanziamento più alti e al basso prezzo dell'energia di rete, che riducono il loro incentivo a diventare autosufficienti dal punto di vista energetico. Nonostante questi problemi, il settore dell'energia solare ha ancora un ampio margine di crescita. Ruid afferma: "Prevediamo che alcuni dei recenti venti contrari cominceranno a diminuire nei prossimi trimestri grazie al miglioramento della dinamica dei costi del polisilicio e agli sforzi politici in corso per ridurre gli ostacoli alle autorizzazioni e sostenere la crescita delle tecnologie pulite". 

Massellani di HANetf, invece, afferma che la contrazione delle valutazioni è un fattore positivo. "Siamo felici di vedere un rallentamento del settore nel breve periodo... ma è nel lungo termine che si cela l'aspetto davvero entusiasmante di questo settore". 

Come per tutte le strategie tematiche, gli investitori devono considerare attentamente le dinamiche del tema prescelto e i rischi associati, oltre all'orizzonte temporale disponibile, prima di investire. Nel caso dell'energia solare, si tratta di un settore con 30-40 aziende quotate in borsa che operano come costruttori di sottosistemi, aggregatori e installatori per progetti fotovoltaici sia residenziali che su scala pubblica. 

Tra i rischi a cui gli investitori dovrebbero fare attenzione ci sono le restrizioni commerciali che potrebbero influenzare negativamente il settore, dato che la produzione è ancora diffusa in tutto il mondo, con un ruolo importante dei produttori cinesi nella catena del valore. Inoltre, se i prezzi bassi dei combustibili fossili dovessero persistere, l'adozione di energia solare da parte del pubblico potrebbe rallentare.

 

(Redazione)

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