Nel mio ultimo webinar ho parlato dell’importanza di dedicare ampio spazio alle posizioni più difensive e con minori probabilità di violare la barriera in scenari di stress al fine di mantenere il portafoglio in certificati resiliente, evidenziando che tali posizioni devono essere selezionate minuziosamente sulla base del momento di mercato.
Ad esempio quest’anno le posizioni più difensive, come individuato in tempi non sospetti, erano quelle con sottostanti obbligazionari che avevano alte probabilità di rimbalzo e bassa probabilità di violazione della barriera di protezione.
Al momento i certificati su sottostanti obbligazionari hanno rimbalzato e presentano un rendimento notevolmente più basso rispetto all’emissione (i più interessanti hanno addirittura un rendimento minimo negativo) pertanto è necessario andare alla ricerca di certificati diversi, in grado di offrire rendimento ma anche protezione, sia in uno scenario positivo, di crescita dei mercati azionari, che in uno scenario negativo, di correzione dei mercati azionari e aumento della volatilità.
Una domanda che mi pongo da diversi mesi è: “I certificati su indici possono essere adatti a questo scopo OGGI”? Gli indici azionari sono ai massimi storici e una correzione e aumento di volatilità (il “Volmageddon”) potrebbero essere dietro l’angolo.
Vediamo quindi quello che offre il mercato e proviamo a ragionare su rischi e opportunità nel breve e nel medio-lungo periodo.
I migliori certificati su indici
Armata di CedLab PRO sono andata alla ricerca di tutti i certificati con premio periodico su indici azionari. Ho eliminato i certificati in bid-only e con premio troppo basso (sotto il 7%) perché un flusso cedolare troppo basso mina alla resilienza della posizione.
Ho eliminato anche i certificati su indici che contenessero nel basket azioni o altri sottostanti troppo volatili proprio perché siamo alla ricerca di una soluzione difensiva.
Ho eliminato anche i certificati su indici settoriali che sono molto più volatili e più fragili in un contesto di stress di mercato.
Chiaramente i certificati su indici con maggiore flusso cedolare sono due vecchie conoscenze: il IT0006757741 e ilIT0006758541 emessi da Marex.
Si tratta di due certificati che avevo analizzato (e acquistato) all’emissione proprio perché era chiaro che fossero delle “perle” di mercato.
Entrambi sono costruiti su quattro indici: Eurostoxx Banks, S&P500, Nasdaq 100 e l’iShares China Large-Cap ETF. Il primo ha una barriera premio e di protezione del capitale al 60%, il secondo al 55%. Il primo ha un premio di 10 euro al mese (12% annuo) e il secondo di 9,17 euro al mese (11,004% annuo).
Entrambi hanno tutti i sottostanti ben sopra la pari tranne l’iShares China Large-Cap ETF che li ha tenuti in vita finora.
Per quanto siano dei certificati interessanti che continuano a pagare cedole da oltre un anno senza andare in autocall, ad oggi sono molto meno interessanti rispetto all’emissione perché garantiscono un rendimento significativamente più basso (in alcuni scenari negativo):
- Il IT0006757741 si acquista a 1019 euro e ha l’iShares China Large-Cap ETF a -3,83%. La prossima data di valutazione è il 7 ottobre. Se l’iShares China Large-Cap ETF supera i 27,39 (+3,9%) il certificato va in autocall e rimborsa 1010 euro, si perderebbero quindi 9 euro per ogni certificato acquistato. Se l’autocall fosse a novembre, il guadagno sarebbe misero: 1 euro per ogni certificato acquistato in circa 2 mesi (se si considerano le commissioni di negoziazione la perdita è dietro l’angolo).
- Il IT0006758541 si acquista a 1021 euro e ha l’iShares China Large-Cap ETF a -7,9%. La prossima data di valutazione è il 9 ottobre. Se l’iShares China Large-Cap ETF supera i 28,6 (+8,6%) il certificato va in autocall e rimborsa 1009,17 euro, si perderebbero quindi 11,83 euro per ogni certificato acquistato. Se l’autocall fosse a novembre, si perderebbero 2,66 euro. Se l’autocall fosse a dicembre il guadagno sarebbe misero: 6,51 euro per ogni certificato acquistato in circa 3 mesi (se si considerano le commissioni di negoziazione l’eventuale profit è ancora più basso).
L’unico caso in cui i due certificati potrebbero essere interessanti è se l’FXI (l’indice cinese) non dovesse rimbalzare ma il trend nell’ultimo anno è assolutamente rialzista. Pertanto, rischiare l’autocall e una perdita sicura in caso di autocall potrebbe non essere una scelta smart anche perché ci sono delle alternative.
Infatti, ho analizzato 128 certificati su indici andando a calcolare il rendimento ai valori attuali (se i sottostanti rimangono fermi ai livelli attuali), il rendimento massimo (nel caso di correzione ma non violazione della barriera) e il rendimento minimo (nel caso di rimbalzo dei sottostanti e autocall/call alla prima data di valutazione in cui l’autocall/call è possibile). Tutti i rendimenti sono stati calcolati sui prezzi ask attuali.
I certificati più interessanti sono quelli che offrono maggiore rendimento nei diversi scenari (ai valori attuali, nel caso di rimbalzo e nel caso di correzione), a fronte di un’elevata protezione del capitale.
Ho quindi selezionato i certificati con maggiore rendimento a fronte di una maggiore protezione, eliminando i certificati su indici volatili con strike ai massimi e barriere alte quando offrivano un rendimento più basso di certificati su indici meno volatili e con strike/barriere basse.
Dalla selezione emergono 4 certificati: il CH1369861799, il CH1349988803, il IT0006758541 e il XS0461503921. Analizziamoli nel dettaglio.
Analisi del CH1369861799
Il CH1369861799 è un Memory Cash Collect Callable su indici di Leonteq (BBB) di recente emissione.
Il certificato è costruito su tre indici: l'iShares China Large Cap ETF, l'S&P500 e l'UBT (il ProShares Ultra 20+ Year Treasury, il TLT a leva 2).
Paga un premio condizionato mensile di 8.33 euro al mese (10% p.a. - per la precisione 9,996% p.a.).
Ha una barriera premio e di protezione del capitale al 60%.
È un certificato callable e può essere richiamato a partire da dicembre quindi il minimo rimborso è 1024,99 euro. Se non viene richiamato prima, arriva a scadenza (settembre 2026) rimborsando in totale 1199,92 euro.
Si acquista a 1000,02 euro pertanto garantisce un rendimento del 2,5% in caso di richiamo già a dicembre (11% annuo) e del 19,99% in circa 2 anni (10,1% annuo) nel caso arrivasse a scadenza.
Di seguito riporto l’analisi di rendimento alle diverse date di richiamo, calcolata sul prezzo di acquisto attuale (1000,02 euro).
Di seguito i livelli di strike e barriere dei sottostanti.
Fonte immagine: sito dell’emittente
Come vediamo dalla tabella al momento tutti i sottostanti sono leggermente sopra la pari e il buffer a barriera è circa del 40%.
La barriera sull’indice cinese è una barriera mai violata, così come quella sull’UBT. L’S&P500 invece era al livello di prezzo indicato dalla barriera nell’ottobre 2020.
Analisi del CH1349988803
Il CH1349988803 è un Memory Cash Collect Callable su indici di Leonteq di più vecchia emissione, costruito sugli stessi sottostanti del CH1369861799: l'iShares China Large Cap ETF, l'S&P500 e l'UBT (il ProShares Ultra 20+ Year Treasury, il TLT a leva 2).
Il certificato ha paga un premio condizionato mensile di 8.33 euro al mese (10% p.a. - per la precisione 9,996% p.a.).
Ha una barriera premio e di protezione del capitale al 55%.
È un certificato callable e può essere richiamato a partire da dicembre.
Il minimo rimborso è 1033,32 euro perché oggi, 18 settembre, è la cum-date quindi acquistando oggi si ha ancora diritto al premio di 8,33 euro di settembre.
Se non viene richiamato prima, arriva a scadenza (giugno 2027) rimborsando in totale 1283,22 euro.
Si acquista a 1008,8 euro pertanto garantisce un rendimento del 2,43% in caso di richiamo già a dicembre (10% annuo) e del 27,2% in meno di 3 anni (10% annuo) nel caso arrivasse a scadenza. Di seguito riporto l’analisi di rendimento alle diverse date di richiamo, calcolata sul prezzo di acquisto attuale (1008,8 euro).
Di seguito i livelli di strike e barriere dei sottostanti del certificato.
Fonte immagine: sito dell’emittente
Come vediamo dalla tabella, al momento l’indice cinese è leggermente sotto la pari, l’S&P 500 leggermente sopra la pari (+3%) mentre l’UBT è ampiamente sopra la pari (+14,18%). Il buffer a barriera è del 45% sull’indice cinese, 52% sull’UBT e del 47% sull’S&P500.
La barriera sull’indice cinese è una barriera mai violata, così come quella sull’UBT. L’S&P500 invece era al livello di prezzo indicato dalla barriera nel giugno 2020.
Analisi del IT0006758541
Il IT0006758541 è il Memory Cash Collect Autocallable di Marex sull’Eurostoxx Banks, S&P500, Nasdaq 100 e l’iShares China Large-Cap ETF di cui abbiamo parlato prima.
Il certificato ha una barriera premio e capitale del 55% e una barriera autocall già attiva al 100%. Paga un premio mensile condizionato di 9,17 euro (11% annuo).
Se non va in autocall prima, scade ad agosto 2026.
Il certificato offre un rendimento interessante se dovesse arrivare a scadenza ma, nel caso di rialzo dell'indice cinese, generebbe una perdita consistente.
Di seguito i livelli di strike e barriere dei sottostanti.
Fonte immagine: CedLab PRO
Come vediamo solo l’indice cinese è sotto la pari, tutti gli altri indici sono ampiamente sopra la pari: è proprio l’indice cinese che ha tenuto in vita il prodotto finora e che potrebbe mandarlo in autocall nel prossimo futuro.
Di seguito riporto l’analisi di rendimento alle diverse date di rimborso, calcolata sul prezzo di acquisto attuale (1021 euro).
Come vediamo dalla tabella, il rendimento è negativo se l’autocall avviene entro i prossimi due mesi e non supera il 9% annuo se avviene entro settembre del prossimo anno. Il rendimento inizia ad essere più interessante solo se l’autocall avviene dopo marzo 2026.
Come anticipato, tuttavia, l’impostazione rialzista dell’indice cinese rende più probabile un autocall vicino piuttosto che lontano. In ogni caso è possibile tenere monitorato il certificato e aspettare eventuali correzioni di prezzo (ma segnalo che il prezzo non è vicino al valore nominale da circa un semestre).
Analisi del XS0461503921
Il XS0461503921 è un Memory Cash Collect Autocallable di Deutsche Bank sull’Eurostoxx Banks con barriera premio e di protezione del capitale al 70%.
Il certificato paga un premio condizionato di 8,2 euro all’anno.
Ha una barriera autocall al 100% e scade nel gennaio 2029.
Si acquista a 104,5 euro e, ai valori attuali, rimborsa 108,2 euro in 24 gennaio 2024. Infatti il sottostante è a +18,54% da strike quindi l’autocall è molto probabile.
Se non va in autocall il rendimento è scarso (7,88% annuo). Di seguito riporto l’analisi di rendimento alle diverse date di rimborso, calcolata sul prezzo di acquisto attuale (104,5 euro).
Il buffer a barriera è del 41% quindi sufficientemente elevato.
Nel caso di mercati stabili, il certificato è interessante come investimento di breve: è un parcheggio di liquidità ben remunerato. Tuttavia, in caso di correzione significativa dell’indice c’è il rischio di rimanere incastrati fino a scadenza ad un rendimento dell’8% annuo perché il certificato ha una struttura poco resiliente considerando i premi annuali non troppo elevati.
Certificati su indici: il rischio emittente è un driver di rendimento importante
Faccio notare che tutti i certificati analizzati finora presentano un rischio emittente elevato:
- Leonteq: BBB (Fitch)
- Marex: BBB- (Fitch)
- Deutsche Bank: BBB+ (Fitch), A1 (Moody’s) e A- (S&P’s)
In effetti i certificati su indici non troppo volatili e rischiosi offrono rendimenti bassi, per questo i certificati più competitivi su indici sono sempre quelli che presentano maggiore rischio emittente. Maggiore è il rischio emittente, maggiore è il rendimento di un certificato.
Confronto tra certificati: CH1349988803 vs CH1369861799
I due certificati che al momento presentano maggiore rendimento nei diversi scenari sono i due CH1349988803 e CH1369861799.
Entrambi sono costruiti sugli stessi sottostanti, hanno lo stesso emittente e lo stesso flusso cedolare ma il CH1369861799 ha barriere meno protettive:
- 15,432 contro 14,575 sull’indice cinese
- 13,656 contro 10,978 sull’UBT
- 3332,478 contro 3010,2765 sull’S&P 500
In realtà tutte le barriere sull’indice cinese e sull’UBT non sono mai state violate nella storia degli indici quindi la differenza più rilevante sulle barriere riguarda l’S&P500.
Una differenza importante tra i due certificati è la scadenza: il CH1369861799 scade a settembre 2026 mentre il CH1349988803 scade a giugno 2027. Dunque, in caso di correzione dei mercati il CH1349988803 potrebbe avere una vita più lunga del CH1369861799.
Di seguito vediamo l’analisi di rendimento comparata.
La differenza di rendimento è più elevata se il richiamo è vicino: se entrambi i certificati venissero richiamati a breve il CH1369861799 offre un rendimento più elevato.
Tuttavia, nel caso il richiamo non fosse vicino la differenza di rendimento è bassa: 10% annuo del CH1349988803 contro un 10,1%-10,2% del CH1369861799.
In tal caso allora il CH1349988803 potrebbe essere più interessante proprio perché è più protettivo e ha una scadenza più lunga.
Come sempre ricordo che non esiste il certificato perfetto, il migliore in assoluto che vada bene per tutti, per ogni portafoglio, per ogni view o in ogni scenario di mercato. Confrontare certificati simili tra loro ci può aiutare solo a capire quali sono i migliori prodotti tra cui scegliere ma non ci darà una risposta su quale certificato scegliere per il nostro portafoglio (o se sceglierne uno della selezione).
Vi rimando al mio recente articolo “Come scegliere un certificato per il proprio portafoglio: la mentalità di un professionista” per vedere anche l’analisi di tutti i certificati sull’UBT.
di Francesca Fossatelli
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