Calendario macro: i market mover della settimana

Rossana Prezioso Rossana Prezioso - 26/02/2024 08:35

Settimana caratterizzata dall’inflazione e, per la precisione, dal dato USA PCE, ovvero l’indicatore che tiene conto delle spese effettive delle famiglie per beni durevoli e non durevoli e per servizi, dato che la Federal Reserve considera da sempre una sorta di cartina tornasole per comprendere l’andamento dell’economia statunitense. A questo si dovrà aggiungere anche il dato del PIL del quarto trimestre (dato provvisorio) sempre statunitense. Pubblicazione dei prezzi al consumo (dato provvisorio) anche per l’Eurozona e i suoi componenti (giovedì) ed in particolare per la Germania che sta attraversando un momento molto delicato con lo spettro di una recessione tecnica ormai certa. Da segnalare, a proposito dell’andamento economico delle grandi potenze, anche il dato PMI di Giappone e Cina in arrivo venerdì.

Lunedì: immobiliare statunitense

Il primo dato in ordine di tempo arriverà dalla Spagna con i prezzi alla produzione di gennaio. Il resto della giornata sarà occupato dagli USA con l’arrivo dei dati sulla vendita di case nuove (gennaio) e l’indice Fed di Dallas (febbraio).
 

Martedì: indice GFK tedesco

La giornata si aprirà con l’indice giapponese dei prezzi al consumo dei gennaio a cui seguirà, dalla Germania l’indice GFK di marzo riguardante la fiducia dei consumatori teutonici. Rilevazione molto simile dalla Francia (fiducia consumatori di febbraio). Per l’Eurozona, invece, sarà la volta del dato M3 sulla massa monetaria. La seconda parte della giornata riguarderà gli USA con la pubblicazione, nell’ordine di: ordini beni durevoli (gennaio) indice FHFA prezzi case e S&P Case-Shiller (entrambi di dicembre) e, per chiudere, la fiducia dei consumatori e l’indice Fed di Richmond (entrambi di febbraio). 
 

Mercoledì: dal PIL USA alla fiducia in Eurozona

Se ad aprire i giochi sarà il Giappone con il suo leading indicator di dicembre, il dato più importante arriverà dall’Eurozona con la fiducia di consumatori, imprese ed economia di febbraio (le prime due riguarderanno anche l’Italia). Per gli USA, invece, ci sarà l’altro quello del PIL del quarto trimestre (provvisorio). A chiudere arriveranno, sempre per Washington le scorte all’ingrosso di gennaio e, tra i dati settimanali, le richieste mutui e le scorte di petrolio. 
 

Giovedì: tanta care al fuoco

Giornata vivace quella di giovedì che si aprirà con le rilevazioni nipponiche su vendite al dettaglio e produzione industriale (gennaio). Si passerà, quindi, all’Europa con la sua lunga lista di rilevazioni. In Francia saranno pubblicati i risultati di occupazione e PIL (quarto trimestre), prezzi alla produzione e consumi familiari (gennaio) e prezzi al consumo (febbraio). Dalla Germania le vendite al dettaglio (gennaio), tasso di disoccupazione e i prezzi al consumo (febbraio) con questi ultimi che chiameranno in causa anche la Spagna. Dalla Gran Bretagna sono attesi i risultati sul dato M4 e sui crediti al consumo (entrambi di gennaio). Per l’Italia, infine, le rilevazioni sul fatturato industria di dicembre. Dagli USA, oltre all’importantissimo dato dell’inflazione PCE di gennaio, si ricordano anche il PMI Chicago (febbraio), le vendite di case in corso (gennaio) e, per i dati settimanali, gli stoccaggi gas. 

Venerdì: dall’inflazione ai PMI passando per l’occupazione

Altra giornata ricca di appuntamenti a chiudere la settimana. Infatti si partirà dal Giappone con il tasso di disoccupazione di gennaio, la fiducia consumatori e il PMI manifatturiero (entrambi di febbraio). Dalla Cina, inoltre, si ricorda il PMI manifatturiero Caixin anch’esso di febbraio. Si arriverà poi direttamente all’Europa con i prezzi al consumo dell’Eurozona di febbraio che coinvolgeranno anche l’Italia, come anche il tasso di disoccupazione di gennaio. Da sottolineare, per l’Eurozona e gli USA, anche la rilevazione sui dati e PMI manifatturiero di febbraio. Ancora da Washington sono attesi l’ISM manifatturiero e la fiducia consumatori del Michigan e le spese costruzioni di gennaio. 
 

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Inflazione Pil Usa

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