L’indice italiano Spmib40 vanta, o accusa a secondo dei punti di vista, varie caratteristiche.
In effetti, effettua dal 2009 un ampio movimento tendenzialmente laterale, mentre gli altri mercati azionari hanno messo a segno una fase decisamente ascendente. Vedi il riquadro che rappresenta un grafico Renko con un box di 1000. Lo stesso evidenza l’indice intrappolato all’interno di una stretta area di supporto/resistenza.
Inoltre, è un indice decisamente fragile e quindi vulnerabile alla speculazione per la sua scarsa capitalizzazione di borsa, simile a quella dell’indice spagnolo Ibex35 e circa 3 volte inferiore a quella del Dax tedesco che conta solo 30 titoli. Quindi non è solo un problema di numero di asset che costituiscono l’indice.
E cosi via... Potrei elencarne una serie infinita.
Anche le ultime sedute di borsa mi appaiono potenzialmente preoccupanti.
Quanto accaduto tra l’11 e il 15 giugno per esempio (cerchio verde) ossia; un gruppo di 3 candele isolate prima da un gap down e poi da un gap up il tutto in corrispondenza dell’incrocio tra 2 linee di Gann. Tale movimento è molto diverso rispetto a quanto effettuato dallo Stoxx Europe 50 nello stesso periodo.
Gli ultimi 5 massimi daily testano un’altra Gann Line (cerchio nero), anche se quest’ultima è ancora provvisoria visto che il massimo realizzato il giorno 8 a 20.399 potrebbe tuttora essere “annullato”, ma quanto basta per osservare un indice drasticamente ostacolato nel suo tentativo di recupero.
Lo Spmib40 è dunque impegnato da poco più di 3 mesi in una fase di recupero a dire poco impegnativa e appare particolarmente rischioso in questo momento, anche se la sua volatilità è in linea con quella degli altri indici e pari al 35%/40% circa.
In un contesto simile e tenendo conto del fatto che il medico non obbliga nessuno a operare costantemente sul mercato, voglio definire un’area di relativa neutralità tra 18.300/200 e 20.400, praticamente 1.000 “punti” sopra e sotto il livello attuale, mentre aspetterò la fuoriuscita dal range per intervenire.
A volte, sapere stare a guardare può fare la differenza e non è da tutti. Sempre meglio tuttavia perdere eventualmente un trade che operare in qualsiasi contesto.
Poi operare costa.
Appena apro una posizione ho già delle spese di negoziazione da recuperare, poi so già che dovrò chiuderla e quindi altre delle spese di negoziazione, bolli, spread tra bid e ask,… ed è per questo motivo che è spesso più redditizio operare soltanto in certe situazioni.
In ogni caso non è mai facile.
A disposizione
Articolo a cura di Giovanni Maiani
Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento.
Leggi il Disclaimer »