L’oro si trova, ormai da tre mesi, in un’ampia zona di oscillazione laterale compresa tra 1.200 e 1.300 dollari l’oncia, dopo aver messo a punto una formidabile salita nella parte iniziale dell’anno.
Dal punto di vista grafico la prima resistenza è situata a 1.280 dollari l’oncia, mentre a 1.200 dollari si trova un supporto che, se violato, potrebbe mutare lo scenario con spinte ribassiste sino a 1.100 dollari l’oncia.
Medesimi obiettivi ribassisti potrebbero concretizzarsi se immaginassimo l’attuale percorso dei prezzi come un testa e spalle ribassista – un po’ largo e piatto per la verità – iniziato a metà febbraio, con una spalla l’11 marzo, la testa il 2 maggio e una seconda spalla che potrebbe giungere tra metà giugno e metà luglio.
La proiezione al ribasso dell’altezza del testa e spalle, tra 1.200 e 1.300 porterebbe proprio a 1.100 dollari.
È un’ipotesi da non scartare completamente e che troverebbe un elemento catalizzatore in una rinnovata forza del dollaro, spinto magari da un rialzo dei tassi negli Stati Uniti.
Tuttavia il cambio fra euro e dollaro può spiegare, perlomeno in parte, la debolezza dell’oro nel mese di maggio, ma non ha avuto particolare influenza nel forte rialzo del 2016 che ha origini ben diverse.
La figura sopra mostra una serie di istogrammi: nella prima parte positivi in verde e nella seconda parte negativi in rosso; ciascuno di essi mostra per ogni trimestre dal 2009 a oggi il flusso in acquisto, in verde, o in vendita, in rosso, dell’investimento in oro fisico attraverso ETF/ETC.
Come si può notare, dopo una serie quasi ininterrotta di flussi netti in vendita dal 2013, il primo trimestre di quest’anno mostra un poderoso flusso in acquisto pari a 364 tonnellate, quantità che non si vedeva dal primo trimestre del 2009.
L’ulteriore particolarità è che l’acquisto di monete e lingotti da parte di India e Cina ha passato il testimone agli acquisti di ETF/ETC principalmente provenienti dagli Stati Uniti; è un dettaglio da non trascurare, in quanto ci porta a ipotizzare un nuovo posizionamento sul metallo giallo da parte degli investitori istituzionali, che dopo aver osservato a fine febbraio l’incrocio delle medie mobili a 50 e 200 periodi (linee blu e rosse nel grafico) hanno iniziato la costruzione di posizioni rialziste.
Grande attenzione, quindi, al superamento stabile dei 1.300 dollari l’oncia, che potrebbe anche giungere nel corso dell’estate: quel livello sancirà la definitiva uscita dalle sabbie mobili e l’inizio di un nuovo ciclo rialzista per l’oro.
Maurizio Mazziero
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