Titoli di stato italiani ai minimi di rendimento: acquistare, mantenere o vendere?

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 28/08/2019 23:17

Nella giornata di oggi i mercati obbligazionari europei hanno raggiunto nuovi minimi di rendimento.

 

Per darti un’idea del livello di minimo estremo a cui si sono spinti i rendimenti, ti segnalo che il Bund tedesco con scadenza 2029 offre un rendimento negativo dello -0,756% mentre il titolo di stato decennale francese, l’OAT, viaggia intorno al -0,50%.

In Italia la situazione è leggermente differente con i BTP che offrono rendimenti striminziti ma superiori rispetto agli altri principali titoli di stato europei: nello specifico, il BTP decennale offre un rendimento intorno al 1,10% lordo annuo.

 

Molti operatori sono convinti che il motivo di questo ribasso dei rendimenti (che contemporaneamente significa un aumento dei prezzi) dei titoli di stato italiano sia stato innescato dalla notizia dell’accordo ormai raggiunto per la formazione del nuovo governo italiano.

E' indubbio che i mercati temano l'incertezza politica per cui è probabile che influisca anche la notizia del nuovo governo, ma personalmente credo che il vero motore della diminuzione del rendimento dei nostri titoli di stato sia da ricercare in parte nelle manovre monetarie espansionistiche della BCE e in parte nel fatto che i nostri titoli di stato presentano ancora un pò di ciccia di rendimento rispetto ad altri titoli di stato europei.
 

 

Indipendentemente dal motivo di questo rialzo dei prezzi/ribasso dei rendimenti, la domanda che probabilmente in questo momento ti girerà per la testa è “cosa mi conviene fare dei miei titoli di stato italiani? È il momento di acquistare, di mantenerli in portafoglio oppure è giunto il momento di liquidare e di monetizzare il guadagno?”.

 

Purtroppo è impossibile formula una risposta univoca per ogni lettore dal momento che per rispondere a questo quesito, occorrerebbe conoscere la pianificazione finanziaria personale del singolo investitore e il suo attuale portafoglio.

Tuttavia è possibile tracciare alcune linee guida ed effettuare delle considerazioni di carattere generale che ogni risparmiatore potrà poi declinare sul proprio caso specifico.

 

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Prima di valutare le possibili soluzioni finanziarie, diamo voce ai numeri che sono oggettivi e di immediata comprensione.

 

Nella tabella sottostante ho inserito tutti i BTP, quotati al MOT di Borsa Italiana e per ciascuno ho indicato il prezzo di mercato ed il rendimento: il dato che salta subito all'occhio è che i titoli con scadenza breve, indicativamente fino al 2023, offrono tutti un rendimento netto negativo!

 rendimento BTP 1 parte 28 agosto 2019 gabriele bellellirendimento BTP 2 parte 28 agosto 2019 gabriele bellellirendimento BTP 3 parte 28 agosto 2019 gabriele bellelli

 

Offrire un rendimento netto negativo, significa che se acquisti un BTP, che scade entro il 2023, alle quotazioni attuali hai un esborso monetario superiore alla cifra che ti verrà restituita a scadenza.

In pratica, acquistando un BTP a rendimento netto negativo, perdi soldi e riduci il tuo patrimonio!

Te lo dimostro con un esempio numerico concreto: se acquisti oggi 10 mila pezzi del Btp-1ag23 4,75% (isin IT0004356843) ad un prezzo di 117,20 (prezzo che esprime un rendimento negativo di -0,216%), hai un esborso di 11.763,67 euro (ho inserito anche 19 euro di spese di commissioni di negoziazione).
A scadenza nell'agosto del 2023, otterrai un rimborso netto di 11.651,67 euro.
Morale della favola, non hai fatto un grande affare perchè ci perdi circa 110 euro!

 

 

Nella tabella sottostante sono rappresentati i prezzi ed i rendimenti dei titoli zero coupon emessi dallo stato italiano, ossia BOT e CTZ: anche in questo caso, come puoi agevolmente osservare, i rendimenti sono negativi per cui se acquisti oggi uno di questi prodotti, vai incontro ad una perdita certa in conto capitale!

 

rendimento bot e ctz 28 agosto 2019 gabriele bellelli

 

 

Nella tabella sottostante sono rappresentati i prezzi ed i rendimenti dei titoli indicizzati all'Euribor, ossia i CCTeu, emessi dallo stato italiano: anche in questo caso i rendimenti negativi o nulli la fanno da padrone. 

 

rendimento CCTeu 28 agosto 2019 gabriele bellelli

 

 

Nella tabella sottostante sono rappresentati i prezzi ed i rendimenti dei BTP Italia, ossia dei titoli indicizzati all'inflazione italiana. 

 rendimento bTP Italia 28 agosto 2019 gabriele bellelli

 

Nella tabella sottostante sono rappresentati i prezzi ed i rendimenti dei BTP€i, ossia dei titoli indicizzati all'inflazione europea. 

 

rendimento BTPei 28 agosto 2019 gabriele bellelli

 

 

In merito alla domanda “cosa fare con i titoli di stato italiani?”, occorre distingue due fattispecie: ho i titoli in portafoglio oppure non ho i titoli in portafoglio.

 

Se hai i titoli in portafoglio:

-scadenze brevi: personalmente non avrei alcun dubbio nel vendere tutti i titoli di stato che offrono un rendimento nullo o addirittura negativo, e quindi indicativamente le scadenze entro il 2023-2024.

Vendendo adesso a queste quotazioni, incassi oggi lo stesso ammontare monetario che incasseresti a scadenza.

Mi raccomando, non cadere nel tranello della domanda “ma se vendo, poi non so dove mettere la liquidità”.

Si tratta di due situazioni distinte e che non devono essere collegate tra loro.

La prima situazione è inerente alla domanda “mi conviene vendere o mantenere?” e in questo caso è evidente che sia assolutamente conveniente vendere e monetizzare l’investimento.

La seconda situazione è “dove mi conviene investire la liquidità?” e in questo caso le ipotesi sono varie e spaziano dal conto deposito, ad obbligazioni con una duration maggiore oppure in valuta estera, ad ETF obbligazionari (non ti anticipo ancora niente, ma segnati in agenda la data del 12 settembre in cui farò una video conferenza gratuita dedicata proprio a questo tema! Nei prossimi giorni ti fornirò ulteriori dettagli. Adesso mi raccomando, segnati la data in agenda!).

 

-scadenze medio-lunghe: siamo all’interno di una fase irrazionale in cui si assiste ad una sorta di corsa ad acquistare titoli obbligazionari, a patto che abbiano un rendimento positivo.

In questo contesto di irrazionalità, non sarei stupito di vedere un ulteriore rialzo dei prezzi che poi significa un’ulteriore ribasso dei rendimenti dei titoli di stato italiani.

Ti faccio un esempio concreto: il “BTP Tf 2,00% Dc25” con isin IT0005127086 quota ad un valore di 108,32 che esprime un rendimento lordo dello 0,64%.

Se questa spinta ad acquistare ogni titolo che offre un rendimento positivo continua, questo BTP potrebbe raggiungere il rendimento zero, che equivale ad una quotazione di 112,50.

In quest’ottica potresti cercare di temporeggiare per verificare se i prezzi continueranno ad aumentare: in questo caso, man mano che le varie scadenze giungeranno ad offrire un rendimento nullo o negativo, potrai procedere a vendere e monetizzare.

Dal punto di vista operativo, la strategia prevede quindi di cercare di mantenete e di alleggerire man mano che i prezzi aumentano ed il rendimento si riallinea a quello degli altri titoli di stato europei.

Attenzione però ad un dettaglio importante: qualora dovesse cambiare il vento ed i BTP dovessero tornare ad essere deboli, sarà saggio monetizzare il guadagno ed alleggerire le posizioni.

 

Se non hai i titoli in portafoglio:

-scadenze brevi: come ti ho già ampiamente descritto, non c’è un solo motivo logico per acquistare obbligazioni con rendimento negativo.

 

-scadenze medio-lunghe: se sei un investitore dinamico e aggressivo, puoi adottare un approccio da trader per cercare di sfruttare questa attuale fase di irrazionalità che acquista ogni rendimento positivo.

In quest’ottica, potresti valutare l’acquisto “mordi e fuggi” di BTP con un potenziale di ulteriore rialzo come ad esempio i titoli con maggiore duration, ad esempio il Btp Tf 2,8% Mz67 Eur (IT0005217390) o il Btp Tf 3,85% St49 Eur (IT0005363111), oppure con le scadenze ormai prossime a raggiungere il rendimento nullo, come ad esempio il Btp Tf 1.25% Dc26 Eur (IT0005210650) o il Btp Tf 1,50% Gn25 Eur (IT0005090318).

Attenzione però perché se adotti questo approccio, devi dosare sapientemente il money management (quanto denaro destinare alla singola operazione) e la gestione del rischio con lo stop loss.

Non si tratta infatti di una strategia da cassetto ma, al contrario, di una strategia speculativa di breve-brevissimo periodo.

Se invece la speculazione di breve periodo non è nelle tue corde, ti consiglierei di aspettare, con calma e senza fretta, la prossima correzione dei prezzi, che puntualmente arriverà.

 

Probabilmente in questo momento ti girerà in testa un’altra domanda “ma sei i rendimenti sono così ridotti ed irrazionali, può aver senso aprire delle posizioni short (ossia al ribasso) sui titoli di stato italiani?”.

La domanda è lecita e la tratterò a breve in un apposito articolo, al momento mi sentirei però di consigliarti di temporeggiare.

Credo infatti che i tempi non siano ancora maturi per implementare delle strategie sui titoli di stato italiani o europei.

Diamo tempo al tempo, quando giungerà il momento, l'apertura di posizioni ribassiste sul Bund sarà “the big short”...

 

 

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Nel rispetto delle vigenti normative si specifica che in questo articolo il materiale è stato prodotto da Gabriele Bellelli, investitore privato e formatore (in seguito “autore”) il giorno 28 agosto 2019 alle ore 22 e diffusa al pubblico per la prima volta il 28 agosto 2019 alle ore 23. 
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