Taylor del mercato americano per il 2019.

Paola Migliorino Paola Migliorino - 02/01/2019 12:42

Siamo in attesa dell'intervento della Fed previsto per mercoledì sera, dal quale si attende un aumento dei tassi dello 0.25% (da 2.25% a 2.5%). Nonostante le continue proteste di Trump e i moniti di altri esponenti di rilievo in ambito economico (come Alan Greenspan, vedi Notizie Flash in area blu), ma anche gli evidenti capitomboli dei mercati finanziari, è ormai quasi certo che la Fed opterà per il quarto aumento del  costo del denaro del 2018. 

Il compito della Fed è di tenere controllata l'inflazione al 2% e poco importa che il presidente non sia contento o gli investitori tremino...il processo di stretta monetaria è ormai indispensabile e irreversibile, se consideriamo la fiammata inflazionistica portata dall'amministrazione Trump:
 


l'unica possibilità è che, considerata la discesa dell'inflazione negli ultimi mesi e il rallentamento economico, la Fed passi un turno, e rimandi al 2019 il rialzo dei tassi.

In ogni caso, l'appuntamento è inevitabile e voglio proprio vedere come riuscirà il Presidente americano, che fino a ora ci ha lasciato intendere di avere tutte le risposte, a gestire la marea che si ritira e a far marciare un'economia (reale e finanziaria) completamente assuefatta agli stimoli monetari.

Un peso importante in questo è dato anche dalle tensioni geopolitiche globali, dato che, non so se lo avete notato, viviamo in un mondo armato fino ai denti:
 


la spesa militare mondiale è salita a 1700 miliardi nel 2017, dove USA e Cina hanno occupano le prime due posizioni.

Ma non voglio annientare il candore delle feste natalizie con catastrofici pensieri bellici, ci basti pensare ai mercati americani per rovinarci l'umore.

E' l'S&P 500 il primo indice a rompere la media mobile del ciclo quinquennale (partito nel 2016):
 


quindi fino alla fine del ciclo non mi aspetto nuovi massimi ma guardo alla media mobile celeste come primo target di minimo.

Il Dow Jones sta camminando sui carboni ardenti:
 


Vediamo cosa dice il Taylor a proposito della rottura dei livelli indicati dalle medie mobili a 5 e 10 anni.
 

Dna:


nel 2019 dovrebbe chiudersi un ciclo decennale... e nel 2029 il ventennale. Taylor:
 


e avverrebbe proprio nella prima metà del 2019 l'atterraggio sulla media mobile target azzurra:
 

Nasdaq:
 


anche qui guardiamo alla media mobile decennale come target dei prossimi mesi e anni... ma qui nasce un po' di confusione perchè secondo il Taylor, il minimo del decennale del Nasdaq avverrà nel 2020:
 


mentre, come abbiamo visto, il DJ dovrebbe chiudere nel 2019:


quindi è possibile che si crei una contaminazione tra i due indici che porti il DJ a "soffrire" fino al 2020, o il Nasdaq ad anticipare il suo minimo al 2019...io credo di più nella prima ipotesi.

Veniamo al Mib.

Giornata scoppiettante per il nostro indice quindi si conferma la partenza di un nuovo T-1 (vedi report di ieri):
 


dovremmo essere sul massimo del T-2:
 


che dovrebbe atterrare sulla media mobile rossa. La rottura della stessa significherebbe una svolta ribassista dell'intero Tracy-1.

Considerata la bassa velocità di breve termine:
 


dal Tracy in corso non mi aspetto un superamento dei massimi e dei minimi del mese ... e quindi bassa volatilità almeno fino a Natale.


Paola Migliorino
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