La scorsa settimana il Comitato di politica monetaria degli Stati Uniti (Fomc) ha rialzato i tassi della Federal Reserve di un quarto di punto percentuale, portando la forchetta allo 0,75-1%*, come largamente atteso dal mercato. La decisione è stata presa con una maggioranza quasi assoluta: nove membri su dieci hanno votato per il rialzo. Prosegue dunque, anche se con molta cautela, il processo di normalizzazione della politica monetaria che la governatrice Janet Yellen sta portando avanti dal 2015.
COMMENTO MACRO
Nel frattempo, nella prima parte di marzo il mercato azionario americano si è preso una pausa, andando ad assestarsi poco sotto i livelli massimi toccati ad inizio mese. Gli investitori cominciano a domandarsi se il rally di Wall Street sia sostenibile nel futuro e se sia supportato dai fondamentali. Alla luce della possibilità di ulteriori strette monetarie, che il mercato già sta prezzando attraverso le probabilità implicite dei future salite al 50%*, bisognerà ora valutare attentamente gli sviluppi dell’agenda delle riforme di Donald Trump.
Le variabili in gioco sono molte: dalla riforma della tassazione all’intervento sull’ObamaCare, dalla spesa infrastrutturale alla deregolamentazione nel settore finanziario, senza dimenticare che il tutto dovrà necessariamente essere sottoposto all’approvazione del Congresso. Per i mercati azionari, il tassello più importante è probabilmente quello della tassazione alle imprese. Stando alle promesse di Trump le tasse sugli utili societari, attualmente al 35%*, dovrebbero scendere in una forchetta fra il 15-20%*.
Secondo le stime di alcuni analisti riportate da Bloomberg, il tasso effettivo di imposizione fiscale per le imprese dello S&P 500 al momento è pari al 27%*. Un taglio anche solo di 5 punti percentuali si potrebbe tradurre in una spinta dell’8-9%* per gli utili, elemento questo che potrebbe dunque alimentare ulteriori allunghi dell’indice principe del mercato azionario statunitense.
ANALISI TECNICA FIAT-FCA
Performance da inizio 2016
Questa prima parte del 2017 ha fatto registrare un ulteriore miglioramento del quadro tecnico dell’S&P 500, giunto all’apice dei 2.400 punti il 1 marzo scorso. La veloce correzione in direzione del supporto a 2.350 punti è servita all’indice per scaricare le pressioni in acquisto ed andare a chiudere il gap rialzista lasciato aperto proprio con l’allungo dell’1 marzo. La violazione della ex resistenza a 2.366 punti potrebbe ora favorire una nuova fase di rialzi per il basket, con obiettivi collocati a 2.400 e 2.500 punti.
Il quadro tecnico dell’S&P 500 potrebbe però subire un deterioramento, se le quotazioni dovessero scivolare al di sotto dei 2.338 punti, livello dove è attualmente in transito il supporto dinamico che congiunge i minimi dell’1 dicembre 2016 e 23 gennaio 2017. La tenuta di questo supporto risulta un elemento fondamentale perché ha accompagnato la dinamica ascendente dell’indice a cominciare dai segnali rialzisti del dicembre scorso.(Tutte le date e i dati numerici nel testo di cui sopra sono tratti da Bloomberg).
Leva Fissa
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