L’immagine qui sopra mostra il livello delle scorte di petrolio negli Stati Uniti, come possiamo osservare le scorte sono in calo, per un fenomeno stagionale di maggior consumo nella bella stagione chiamata driving season, e si trovano ora sul limite superiore del livello del range dei precedenti 5 anni. Una condizione che non si avverava da lungo tempo e che avevamo preannunciato con largo anticipo qui, qui e qui.
È bene precisare che la riduzione delle scorte non deriva da un calo di produzione, il grafico qui sopra ci mostra come da ottobre 2016 la produzione americana sia in continuo aumento e abbia raggiunto la quota di 9,4 milioni barili al giorno, appena sotto i massimi del giugno 2015 (9,6 milioni barili al giorno).
Inoltre secondo le stime dell’EIA (Energy Information Administration) la produzione potrebbe raggiungere nel 2018 una media di 9,9 milioni di barili al giorno, oltrepassando il record assoluto raggiunto nel 1970 di 9,6 milioni di barili, di poco superiore al livello del 2015.
Come si può osservare dal grafico sopra la maggiore parte di questo aumento di produzione giungerà dalle estrazioni di shale oil del giacimento Permian nel Texas (ne avevamo parlato qui, qui e qui) e da quelle convenzionali offshore nel Golfo del Messico.
L’aumento di produzione deriva non solo da un incremento dei pozzi in funzione (spesso riportiamo il numero di trivelle attive, come ad esempio qui) ma anche di una migliorata efficienza di gestione del pozzo che consentono di estrarre più petrolio dalla singola trivella e di mitigare il sensibile decadimento di produzione che si ha dopo appena 3-6 mesi dalla messa in funzione. Il grafico qui sopra mostra il confronto della produzione media per pozzo nei vari anni dal 2014 al 2017 nel giacimento Permian.
In tutto questo mare di petrolio troviamo l’OPEC che, invece, è impegnata a contingentare il più possibile la produzione faticando non poco nel cercare di riportare in equilibrio domanda e offerta. Molto probabilmente ci riuscirà nel terzo trimestre di quest’anno, ma le scorte mondiali restano ancora molto elevate, ne consegue che gli spazi di salita del prezzo del barile sono molto limitati.
Maurizio Mazziero
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