Ora c’è bisogno che la Banca Centrale Europea torni a stampare

Paola Migliorino Paola Migliorino - 03/07/2024 09:03

Chiariamo subito una cosa, il taglio di 0,25 attuato dalla Bce non cambia un granché l'assetto restrittivo e di alleggerimento di bilancio vigente:

Immagine che contiene testo, diagramma, linea, Diagramma  Descrizione generata automaticamente

per il quale sono stati "sfoltiti" oltre 2.000 miliardi di euro dalla fine del 2022  a oggi e credo che la Banca Centrale abbia intenzione di rientrare sotto i 6.000 miliardi di euro, cosa che richiederà almeno tutto il 2024. 

Motivo per cui non possiamo aspettarci molte aperture da parte di Madame Lagarde nei prossimi mesi.

E questa non è una buona notizia perché un rilancio decisivo della produzione di massa monetaria ci verrebbe molto utile ora che la Produzione Industriale arranca:

infatti, non è certo un caso che l'indice della PI sia in declino dal 2022, e cioè da quando le banche hanno chiuso i rubinetti:

e i tassi che si impennano sono serviti proprio a disincentivare l'accesso al credito alle aziende, lo vediamo ancora meglio nei tassi brevi (in rosso):

in questo grafico vediamo  la curva dei rendimenti  (in rosa) schiacciata al ribasso e in area profondamente negativa dal 2022 a oggi. Questo è un segnale di "strangolamento" dell'attività economica. 

In tutto questo, nel periodo 2023-24 la Borsa italiana è stata trascinata al rialzo dall'inflazione che ha gonfiato i bilanci (soprattutto gli utili delle banche) ma ora che questa condizione sta venendo meno ovviamente c'è da chiedersi se l'indice riuscirà a stare in piedi con le sue gambe... la mia sensazione è che, probabilmente già dai primi mesi del 2025, la Banca Centrale Europea dovrà intervenire per placare le turbolenze sui mercati finanziari.

Giusto a titolo informativo, vediamo che la previsione di lungo termine della Produzione Industriale:

prospetta stagnazione fino al 2026... una previsione che, tuttavia, non tiene conto del deus exmachina rappresentato dalla Bce e nel quale dobbiamo iniziare a sperare. 

Un discorso a parte merita il saldo commerciale italiano:

le difficoltà del 2022 sono state causate dalla fiammata dei prezzi all'importazione acuita ulteriormente da un euro debole (da qui il saldo commerciale negativo):

mentre nel 2023, con il placarsi della ondata inflazionistica, la valuta debole ha aiutato, come sempre, le esportazioni, permettendo al saldo di ritornare in area positiva e di rimanere in quota nonostante il rallentamento economico.

Dunque, è chiaro che anche in ambito di commercio estero dobbiamo sperare che la Banca Centrale tuteli il cambio con una politica monetaria più accomodante. Una moneta unica più competitiva è essenziale per supportare il traino delle esportazioni che, non c'è bisogno di dirlo, rappresenta larga parte della Produzione Industriale.

di Paola Migliorino 
www.borsari.it

 

Condividi

Questi ti potrebbero interessare

Meglio la gallina domani

Pierpaolo Scandurra

Meglio la gallina domani

03/07/2024 11:50

Perché le borse recuperano.

Giovanni Lapidari

Perché le borse recuperano.

03/07/2024 09:18

Newsletter

Newsletter settimanale

Ricevi ogni venerdì notizie e approfondimenti sui principali argomenti di borsa e finanza della settimana, comodamente nella tua casella di posta.