Siamo alla vigilia dell’appuntamento più importante del mese: la riunione della BCE, riunione da cui il mercato si aspetta che Cristine Lagarde tagli i tassi di riferimento di 25 bp, con una mossa annunciata già da tempo.
In questo commento vogliamo analizzare come arriva il mercato a questo appuntamento per capire quali potrebbero essere i movimenti post annuncio.
Dal punto di vista delle aspettative, è doveroso evidenziare che il mercato si attende già un taglio e sconta due tagli dei tassi nell’anno in corso. Ne consegue che una mossa al ribasso sui tassi non sarebbe una sorpresa, ma si configurerebbe più come una conferma delle aspettative. Rimarrebbe comunque la positività della notizia.
A fare la differenza è il contesto in cui tale taglio viene inserito. Il contesto è piuttosto incoraggiante. Esso è caratterizzato a livello macro da una tenuta dell’economia Europea, con segnali di recupero. L’inflazione, pur se ancora sticky, sta progressivamente convergendo all’obiettivo della BCE. Le valutazioni azionarie sono ancora complessivamente interessanti e l’andamento delle stime di utile è al rialzo.
Vediamo questi singoli punti, uno per uno.
Il quadro macro in Europa è in miglioramento. Nel corso del primo trimestre l’economia Europea ha registrato un incremento dello 0.3% rispetto al trimestre precedente. Trattasi del più elevato tasso di crescita degli ultimi 18 mesi. Nel grafico esposto sopra è chiaro il recupero registrato da molte economie dell’area euro nel corso del primo trimestre dell’anno, Germania inclusa che viene da un quarto trimestre del 2023 molto debole. Da evidenziare, tuttavia, che i dati di sentiment sono ancora piuttosto deboli e aggiungono un po’ di incertezza al quadro.
Ma la BCE rimane costruttiva. Il team di economisti della BCE prevede una crescita dello 0.6% nel 2024 e dell’1.5% nel 2025. Questo anche grazie alla politica monetaria meno restrittiva prevista per i prossimi mesi.
E l’inflazione?
L’inflazione sta progressivamente convergendo all’obiettivo della BCE. L’ultima rilevazione è al 2.4%. Il dato core ha mostrato anch’esso di convergere all’obiettivo della BCE passando dal 2.9% al 2.7%. rimane ancora “sticky” l’inflazione da servizi (3.7%) seppur in leggero ribasso rispetto alle rilevazioni precedenti.
La combinazione di un’inflazione in lenta convergenza verso il 2%, di un recupero del ciclo macro associato a possibili tagli dei tassi da’ supporto al mercato. A conferma di tale affermazione, le statistiche passate.
In passato, tagli dei tassi effettuati in periodo di tenuta della crescita macro, sono stati sempre associati ad un rally del mercato azionario
Spostiamoci ora sul quadro micro. Anch’esso è piuttosto incoraggiante. Esso è caratterizzato da valutazioni ancora piuttosto interessanti, trend degli indici in rialzo supportato da revisioni al rialzo delle stime di utile.
Il grafico sopra rappresentato descrive in modo chiaro e sintetico la situazione. Da un lato i P/E medi trattano ancora sotto le medie storiche (10 anni). dall’altro, l’ascesa delle proiezioni di utile futuro ha rallentato il processo di espansione dei multipli che comunque è in atto. Nel corso degli ultimi mesi il P/E medio del mercato è salito ma in modo meno marcato rispetto all’ascesa dei prezzi.
Quindi, complessivamente, il quadro macro e micro sono ancora supportivi per il mercato azionario.
Ma andiamo ancora più nel dettaglio ponendoci questa domanda: il taglio della BCE potrebbe portare ad una rotazione settoriale? La risposta è SI. E’ possibile, ma sarà più graduale di quanto si pensi.
La rotazione potrebbe favorire il settore del real estate e quello automobilistico a scapito di quello bancario. Questo per motivi facilmente intuibili. Il taglio dei tassi rende meno onerosi i finanziamenti per l’acquisto di immobili e anche quelli per l’acquisto di auto. Allo stesso tempo, un taglio dei tassi rende il business bancario meno remunerativo. Questo, almeno sulla carta.
Ci teniamo a ribadire che tale processo rotativo sarà lento. Non immediato. Questo per diverse ragioni. La prima è legata all’entità dei tagli. Un taglio di 25 bp non cambia cosi tanto gli economics per i settori menzionati. Tagli superiori a 100bp potrebbero avere un impatto più significativo sui numeri. Ma per questi, forse, dovremo aspettare il 2025 o addirittura il 2026.
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