Le ragioni del crollo dei fondi H2O

Salvatore Gaziano Salvatore Gaziano - 08/04/2020 16:18

I fondi H2O di tutte le categorie hanno subito perdite fuori dal comune con bilanci anche del –72,8% da inizio anno per il fondo “a performance assoluta” H2O Vivace e -46,88% per l’obbligazionario globale “H2O Multibonds”.

E capire cosa è accaduto è importante per tutti (risparmiatori, gestori e consulenti) e molti sono rimasti increduli di fronte a questa “tempesta perfetta” che ha colto evidentemente totalmente impreparati quelli che fino a pochi mesi fa venivano presentati come i Re Mida del settore.


Fonte: Quantalys

Come si vede nella tabella, negli ultimi tre anni solo 3 dei 14 fondi della scuderia H2O hanno registrato performance positive (in pratica uno su cinque).

Cinque fondi targati H2O negli ultimi 3 anni hanno registrato performance negative comprese tra il -19% e il -64%. I fondi che hanno perso di più hanno ridotto il capitale degli investitori nel migliore dei casi di un quinto e nel peggiore dei casi lo hanno più che dimezzato.

Chi è entrato su questi fondi della scuderia H2O nell’ultimo anno ha perso in 12 casi su 13. E le perdite sono arrivate anche al 65% del capitale investito. Molti risparmiatori che detenevano questi fondi (non nostri clienti) ci hanno chiesto lumi perché in tempi non sospetti avevamo dato l’allerta, passando magari per “incompetenti” perché “non in grado di capire il tipo di gestione sofisticato attuato da questa società”.

In particolare in un articolo pubblicato a luglio dello scorso anno (qui per ci vuole approfondire https://tinyurl.com/wx92qpx ) sul sito SoldiExpert.com ricordavamo a proposito del H2O Multibonds della società di gestione H2O che:

chi acquista un simile fondo deve ipotizzare che il gestore sia un mago sempre a speculare a leva sui tassi e sulle valute e che non sbagli un colpo e che non si trovi mai in nessuna situazione non prevista e inoltre deve anche ipotizzare che determinati numeri (in termini di performance) li possa generare indipendentemente dalle masse sotto gestione

Evidentemente al gestore questa volta la magia non è riuscita. La società francese a inizio marzo 2020 ha scritto una lettera ai propri clienti in cui si scusa per le perdite rilevanti causate. Tra gli investitori moltissimi risparmiatori italiani. Sono 30 gli intermediari italiani che hanno finora collocato questi fondi di Natixis Asset Management (fonte Il Sole 24 Ore): Azimut, Banca Generali, Bper, Bnl Bnp Paribas, Fineco, IWBank, Mediolanum e Widiba solo per citare le realtà più grandi. E sembrerebbe che i consulenti di alcuni di questi intermediari non li abbiamo consigliati in dosi omeopatiche come abbiamo potuto noi stessi anche verificare visto che in alcune posizioni di risparmiatori (non clienti) che ci hanno chiesto in queste settimane un “check up” abbiamo visto su note banche consigliare anche per il 25-30% del portafoglio i fondi di questa casa di gestione.

Il che sarebbe particolarmente grave come perché come spiegavamo in una nostra analisi di luglio 2019 per esempio sull’H2O Multibonds:
Un drawdown storico del 29% dell’H2O Multibonds sconsiglierebbe come adeguato questo fondo obbligazionario per la maggior parte dei risparmiatori con profilo cauto/prudente a prescindere (oppure da detenere in quote omeopatiche) anche in base ai dettati della Mifid2 a cui tutti gli intermediari banche e consulenti dovrebbero attenersi per come noi intendiamo la normativa”.

Chissà chi si è attenuto e chi no, pur di vendere il fondo dalle mega performance ai propri clienti facendogli brillare davanti agli occhi i risultati passati. La solita tecnica dello specchietto retrovisore fatta però con un fondo che lo capisce anche un neo-laureato in economia usa tecniche da hedge fund, facendo operazioni sia al rialzo sia al ribasso e con una leva monstre.

Inutile dire che il nostro articolo di luglio dell’anno scorso, come tutte le volte che ai risparmiatori che ci parlavano di questo fondo come “magico” e lo sconsigliavamo, non ci ha attirato molte simpatie all’epoca (come quelli attuali) perché molti risparmiatori (e anche addetti ai lavori) preferiscono o credere alle favole o alle scorciatoie o ai gestori super guru su parti magari significative del patrimonio. E preferiscono un’informazione finanziaria fondata magari solo sui comunicati stampa delle società di gestione.

Intanto in questi giorni è stata pubblicata un’interessante analisi che conferma buona parte delle nostre tesi passate critiche su questi fondi (e che ci avevano fatto consigliare ai risparmiatori di uscire già da diverso tempo da questi fondi) e spiega nel dettaglio la débâcle di questa società di gestione e da cosa è stata generata.

E’ stata scritta Jean-Francois Bay, managing director di Quantalys, una piattaforma di analisi dei fondi che si rivolge a investitori professionali e istituzionali e crediamo sia utile pubblicarne un estratto per tutti i risparmiatori che vogliono trarre qualche lezione da questa storia e non solo quella dolorosamente cara patita da decine di migliaia di risparmiatori italiani che avevano sottoscritto o si erano fatti convincere a sottoscrivere questo fondo i cui gestori sembrava che avessero trovato il modo di “cavalcare i mercati” a loro piacimento e fare profitti super extra.

Purtroppo, come spesso abbiamo scritto da oltre 20 anni, come non si possono violare le leggi della fisica, anche nella finanza personale è bene non credere troppo agli “asini che volano” perché ci sono pure in questo settore dei “purosangue” (e i gestori di H2O sono sicuramente bravissimi e super preparati) ma la storia finanziaria ci ha insegnato che anche i premi Nobel dell’Economia (si veda il caso del Long Term Capital Management) possono creare dei gran casini visto che i mercati finanziari sono per tutti una brutta bestia.
Lo studio di Quantalys firmato Jean-Francois Bay su questo fondo mette in evidenza come nel mese passato “solo pochi fondi si segnalano per performance negative vicine al -80%! Tutti questi fondi sono gestiti da H2O Asset Management che, soprattutto con il fondo H2O Multistrategies, ha messo a segno una performance veramente deludente”.

E la domanda che si pone è cruciale:
“Come è possibile che fondo bilanciato/flessibile, di diritto francese (OICVM), con liquidità giornaliera e distribuito agli investitori retail (mercato di riferimento) possa arrivare a perdere circa l'80% del suo valore in un solo mese?”
L’analisi di Quantalys rivela 5 scommesse andate storte ai gestori dei fondi H20 su tassi statunitensi previsti al ribasso, riduzione dello spread Btp/Bund, rafforzamento dell’euro, riscoperta dei titoli Value e recupero delle azioni europee .
Analizzando la volatilità dei fondi Quantalys afferma nel caso del fondo H2O Multistrategies che una volatilità così elevata non significa come affermano i gestori voler tenere una gestione "attiva contro benchmark" ma assumere una vera e propria gestione alternativa aggressiva.
“Per quanto riguarda la commercializzazione e dato il profilo aggressivo e complesso di questi fondi - nota la società di analisi indipendente - è sorprendente che siano stati venduti direttamente al mercato retail. Riservarli agli investitori istituzionali professionali o agli investitori informati sarebbe forse stato più prudente.”

Che il controllo del rischio non sia in cima ai pensieri dei gestori dei fondi H2O viene lungamente evidenziato da Quantalys “le performance negative riguardano l'intera gamma di fondi H2O avendo colpito la quasi totalità dei prodotti in gamma. Un po' come se la stessa strategia fosse stata implementata in tutti i fondi, anche se caratterizzati da livelli di rischio diversi. Questa esposizione ad un’unica strategia pone domande agli investitori che hanno pensato, a priori, di investire in strategie diverse (Multiequities, Multistrategies, Multibonds, ecc.). Ciò solleva anche domande sul "rischio industriale" a livello della società di gestione stessa.

In conclusione secondo il report di Quantalys “ci sembra che la strategia del gestore - che mira alla "performance a tutti i costi" - gli abbia fatto dimenticare il fatto di gestire dei fondi di diritto francese approvati dall'AMF (la Consob francese) in una classificazione "diversificata" per il fondo H2O Multistrategy, commercializzato a singoli risparmiatori retail, con un obbligo di mezzi per quanto riguarda la diversificazione e il controllo dei rischi del fondo e con un orizzonte di investimento contenuto (a 4 anni). I fondi diversificati non devono essere confusi con warrant, CFD o prodotti con leva complessi.”

Una storia che crediamo esemplare (e che dovrebbe essere conosciuta da tutti i risparmiatori e non solo da coloro che hanno purtroppo in portafoglio questo tipo di fondi e società di gestione soprattutto e magari non in dose omeopatiche come sarebbe stato al limite comprensibile se su una parte del proprio portafoglio si vogliono fare delle scommesse) e che rivela come una somma di possibili errori e omissioni (anche dei regolatori oltre che di intermediari e collocatori “facili”) possono generare dei “mostri” e perché è importante secondo noi avere un approccio meno da “guru” e da “scommesse” forti o solo passive come abbiamo spesso spiegato in questi anni con ebook, studi e report.  

Negli scorsi giorni peraltro anche la società di analisi dei fondi MorningStar ha ritoccato al ribasso il rating di uno dei fondi flagship di H2O Asset Management, Allegro (da inizio anno – 53,68%).


 
Un aggiornamento  contenuto in un report del 3 aprile, curato da Matias Möttölä, associate director per la ricerca sulle strategie Multi-Asset e Alternatives, secondo cui: “Sono aumentate le prove di una stewardship insoddisfacente e dell’assunzione di rischi crescenti da parte di H2O Asset Management, anche dopo le preoccupazioni relative alle obbligazioni societarie illiquide emerse a metà 2019”. E secondo questo analista i gestori di H2O hanno troppo potere decisionale e si prendono troppi rischi e peraltro da tempo la stessa società che detiene la partecipazione di maggioranza di H2O, Natixis, si dice che ha difficoltà a “controbilanciare la fame di rischio dei gestori”.

Accuse che naturalmente i gestori di H2O rispediscono al mittente: “Il processo di risk management storicamente applicato da anni da H2O AM adotta un approccio discrezionale dinamico, attivo ed empirico, che permette di calibrare le posizioni in funzione della migliore condizione di valutazione delle stesse. Questa metodologia ha come obiettivo principale di preservare l’interesse dei nostri clienti assicurando ai portafogli la più ampia capacità di recupero al normalizzarsi e risolversi della situazione di crisi”.

I consulenti indipendenti di SoldiExpert SCF hanno dedicato anche un video di approfondimento al caso H20 (https://tinyurl.com/sd8edlt)

Articolo a cura di Salvatore Gaziano - SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente.

 

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