Una volta erano rispettivamente il rally di natale ed il “sell in may and go away”. Da qualche tempo si parla più generalmente di stagionalità, positiva nel primo caso e negativa nel secondo (omen nome d’altronde).
Orbene non solo la statistica conforta la validità dell’assunto (seppur molto grossolanamente) ma anche le motivazioni addotte appaiono intriganti, perfino logiche: le mani forti sostengono il mercato per chiudere bene l’anno, la corsa allo shopping natalizio supporta la domanda, un’atmosfera positiva tende a prediligere gli acquisti, e via discorrendo. Sta di fatto che il vendere a dicembre e comprare a maggio da un po’ la sensazione del vento in faccia.
Non di meno il nostro portafoglio Word Dynamic Index ha chiuso le posizioni sull’azionario Europa ed USA. Follia? Autolesionismo? Forse.
Il nostro primo compito però, il nostro mantra, è la protezione del capitale. Quando alcuni segnali di breve e soprattutto un setup di volatilità fa scattare gli allert noi ci rifuggiamo nella liquidità (a dire il vero su posizioni obbligazionarie di lungo ed azionario Japan manteniamo la posizione).
Ma liquidità per fare cosa? Premesso che l’avere ragione poco ci interessa e quindi siamo pronti a risalire sul ring dell’azionario Usa/Eu a condizioni favorevoli, ad oggi interessante ci sembra l’Asia.
Segnatamente la Cina sta evidentemente alzando la testa, non è certo la prima volta che lo segnaliamo su queste pagine. Il grafico che segue non crediamo abbia bisogno di particolari spiegazioni.
Per quei lettori che invece hanno a noia il sentire continuamente parlare del dragone cinese proponiamo il grafico dell’indice Koreano (del sud ovviamente).
Sembra brillantemente uscito dalla crisi degli emergenti della scorsa estate, cosa che non sembrerebbe passata inosservata in molte sale operative.
Diciamo che un break al rialzo del massimo precedente metterebbe a dura prova il nostro mantra conservativo.
Di seguito il grafico.
Articolo a cura di Ascanio L.Strinati
Fonte: www.itconsilium.it
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