La rete di protezione è stata rimossa da tempo

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 20/11/2018 15:14

Curioso come questo bull market ciclico si sia accesso ad inizio 2016 con il G20 di Shanghai, che formalizzò l'impegno coordinato delle economie mondiali; e rischia di venire meno con il medesimo appuntamento istituzionale.

A questo punto, inizieremmo a sospettare il serpeggiare fra gli investitori di una qualche forma di frustrazione, se non di nervosismo. Ma a quanto sembra, dopo quasi dieci anni di bull market, ha finalmente attecchito la logica del buy on dip: ci siamo sgolati in tutti questi anni nel segnalare le ripartenze del listino, assecondato operativamente soltanto dai nostri quattro lettori. Ora che invece nutriamo non pochi dubbi sulla solidità strutturale del mercato, sembra che consulenti e piccoli investitori si superino a vicenda nel tentativo di salire a bordo, cogliendo uno sconto apparentemente irrinunciabile.

Passa in secondo piano il fatto che, allo stato attuale, i mercati finanziari abbiano avuto un comportamento tutt'altro che brillante, quest'anno. La perdita combinata di Equity e Bond, a livello globale, supera i 5 trilioni di dollari: è la peggiore performance dalla crisi finanziaria del 2008. Negli Stati Uniti quest'anno nulla ha battuto la liquidità; complice la vistosa debolezza del mercato azionario. Il FANG, che fino a giugno ha fornito un contributo decisivo alle performance, adesso zavorra i listini americani; e sì che da mesi ne segnaliamo prima la perdita di forza relativa e poi, dall'inizio di ottobre, l'inversione di tendenza. Fatalmente gli investitori confidano troppo nelle virtù taumaturgiche dei policy maker; trascurando il progressivo smantellamento della rete di protezione che ne ha protetto le azioni negli anni passati. Non a caso, il nostro Outlook di metà anno si intitolava profeticamente «Privato di tre opzioni put, il mercato procede verso un "Trichet moment"».

Le borse europee vivono un momento di grande tensione. Il grafico dello Stoxx600 ha disegnato negli ultimi due anni la stessa conformazione di inversione di tendenza registrata nel 2007; perdipiù, a ridosso della medesima resistenza. La penetrazione della neckline ad ottobre è stata sporcata da un recupero in extremis; ma se nei prossimi giorni dovesse sopraggiungere una conferma, ogni scommessa bullish su questo fronte sarebbe fuori discussione.

Le speranze allora sono riposte nel prossimo G20 di Buenos Aires, che dovrebbe celebrare la pace commerciale fra Stati Uniti e Cina. Puro wishful thinking, si direbbe. Curioso come questo bull market ciclico si sia accesso ad inizio 2016 con il G20 di Shanghai, che formalizzò l'impegno coordinato delle economie mondiali; e rischia di venire meno con il medesimo appuntamento istituzionale.


Gaetano Evangelista
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