La Fed potrebbe tornare a tagliare i tassi? Per la Yellen, sì

Rossana Prezioso Rossana Prezioso - 07/02/2019 15:18

Janet Yellen, ex governatore della Federal Reserve si è dimostrata preoccupata per i sempre più numerosi segnali di rallentamento della crescita globale. Tanto da ammettere che, se dovessero continuare le cose, la stessa Federal Reserve sarà costretta a dover tagliare nuovamente i tassi di interesse.

 

Un clamoroso cambio di rotta

Si tratterebbe, a questo punto, di un clamoroso cambio di rotta. Infatti fino a qualche settimana fa i dubbi degli analisti vertevano ancora sul numero di rialzi previsti nel 2019. Il consensus, infatti, era diviso tra i 2 e i 3 aumenti del costo del denaro distribuiti nel corso dei prossimi 12 mesi.  E adesso, invece, si parla di tagliare. Un paradosso particolare visto che la stessa Yellen si è invece dichiarata ottimista per l’economia statunitense, da lei considerata solida e in ottima salute.  Ecco allora che ci si troverebbe di fronte ad una insolita partita: Asia/Europa contro gli Usa. In altre parole, l'indebolimento delle economie di Cina ed Europa sta mettendo in pericolo quella statunitense, che altrimenti sarebbe la vincente. Incontrastata. 

 

Gli Usa al top

Un mercato del lavoro a pieno ritmo, con una disoccupazione ai minimi da quasi 50 anni. Secondo la Yellen, partendo da queste basi, sarà possibile, a dispetto dei tiri di una recessione, vedere una crescita del 3% se non di più a fine anno. Da qui il pericolo: qualora le conseguenze, ormai inevitabili, si dovessero abbattere sull’economia Usa, sarà necessario prendere provvedimenti. Anche per quanto riguarda le politiche monetarie. Il tutto per riuscire a preservare quella crescita innegabile che Washington può vantare a differenza del resto delle maggiori potenze mondiali. I dati macro in arrivo da Pechino, così come quelli dell’Europa, si sono dimostrati non solo più deboli del previsto, ma a loro volta caratterizzati da un calo molto più veloce del previsto.

 

Fu Yellen a dare il via ai rialzi

Un’ammissione che arriva da colei che, prima presidente donna a capo della banca centrale Usa, fu anche la prima a dare il via alla politica di normalizzazione dopo quei 7 anni di Quantitative Easing messo in campo durante la presidenza di Ben Bernanke. Da allora sono passati diversi anni ma la costante degli aumenti è rimasta. L’ultimo è stato annunciato il 19 dicembre dell’anno scorso. Un annuncio che ha portato il tasso dei fed funds tra il 2,25% e il 2,5% oltre all’annuncio di altri due rialzi previsti per il 2019. Una decisione che scatenò le ire del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Dopo le numerose proteste della Casa Bianca, i progetti della Fed si sono fatti molto più dovish. Coincidenza?



Articolo a cura di Rossana Prezioso

 

 

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