Poste italiane sta per sbarcare a piazza Affari dove sarà quotata al Mta con il codice isin IT0003796171.
Il periodo di sottoscrizione dell’IPO, che è tutt’ora in corso, terminerà alle ore 13.30 di giovedì 22 ottobre, salvo chiusura anticipata, mentre il debutto sul mercato è previsto per martedì 27 settembre.
La forbice del prezzo di collocamento è compresa tra un minimo di 6 ed un massimo di 7,50 euro ad azione mentre il lotto minimo sottoscrivibile ammonta a 500 azioni per cui, di conseguenza, il controvalore del lotto minimo oscillerà tra 3.000 e 3.750 euro.
Il prezzo definitivo di offerta sarà comunicato entro due giorni lavorativi dal termine del periodo di offerta mentre la comunicazione dell’assegnazione delle azioni avverrà entro cinque giorni lavorativi dal termine del periodo di offerta.
Il saldo delle azioni, eventualmente ottenute, avverrà martedì 27 ottobre che dovrebbe coincidere con il primo giorno di quotazione del titolo.
Ad essere quotato sarà il 34,70% del capitale sociale che potrebbe salire al 38,20%, in caso di esercizio totale dell'opzione greenshoe.
Entrando nel dettaglio, il 30% dell’offerta è destinata al pubblico indistinto ( risparmiatori ) mentre il restante 70% è destinato agli investitori istituzionali.
Non manca, ovviamente, una quota riservata ai dipendenti delle Poste che potranno sottoscrivere entro le ore 16 del 21 ottobre e, per far fronte all’acquisto, potranno richiedere un anticipo del TFR.
Personalmente non apprezzo quest’ultimo aspetto perché induce a trasformare un capitale sicuro ( Tfr ) in capitale a rischio ( azioni ).
Occorre infatti sottolineare, come non tutti i risparmiatori abbiano le competenze e le capacità per analizzare con cognizione di causa le eventuali conseguenze negative di questa variazione.
Infatti, sebbene si stia parlando di Poste italiane, in questa fattispecie non si tratta di sottoscrivere prodotti a capitale (quasi) garantito come i “buoni fruttiferi postali” ma di acquistare azioni che non forniscono alcuna garanzia in termini di rendimento e di protezione del capitale.
In ogni caso, gli azionisti che, dopo aver sottoscritto in emissione, manterranno le azioni ininterrottamente in portafoglio per 12 mesi, si vedranno assegnare un "premio fedeltà" (in gergo tecnico si chiama “bonus share”) che consiste nell’attribuzione gratuita di azioni.
Nel dettaglio, ai risparmiatori sarà attribuita gratuitamente 1 azione ogni 20 detenute mentre, per i dipendenti, l’attribuzione gratuita sarà di 1 azione ogni 10 detenute, sempre a patto che le azioni siano state mantenute in portafoglio in modo continuativo per un anno a partire dalla fase di sottoscrizione.
Attenzione però ad un dettaglio importantissimo che nessun mezzo di comunicazione , almeno fino ad ora, ha sottolineato: l’attribuzione delle azioni in omaggio non sarà automatica ma dovrà essere il risparmiatore a richiederla entro il 30 novembre 2016 !
Nel prospetto informativo è infatti espressamente scritto “l’attribuzione delle azioni gratuite dovrà essere richiesta dall’avente diritto a pena di decadenza entro e non oltre il 30 novembre 2016 al Collocatore”.
Attenzione perché si tratta di un dettaglio di non poco conto per cui vi consiglio di segnarvi la data in calendario !
L’investitore privato che sottoscrive le azioni non paga commissioni ma ovviamente questo non significa che le banche collocatrici si siano convertite sulla via di Damasco e siano diventate buone samaritane.
Gli istituti che collocheranno le azioni in sottoscrizione infatti sono retribuite direttamente da Poste italiane con una commissione massima dello 0,45%, come illustrato nel prospetto informativo che recita “l’ammontare complessivo della commissione che l’Azionista Venditore corrisponderà al Consorzio per l’Offerta Pubblica ed al Consorzio per il Collocamento Istituzionale sarà non superiore allo 0,45% del ricavato lordo dell’Offerta Globale di Vendita a seguito dell’eventuale esercizio dell’Opzione Greenshoe”.
Per consultare il prospetto informativo con tutti i dettagli completi, cliccare su questo link.
Dopo la descrizione sintetica delle condizioni dell’offerta, la domanda che sorge spontanea è:"conviene sottoscrivere e richiedere le azioni?".
Come ogni Ipo, anche questa operazione e questa società presentano dei pregi e dei difetti.
Tra i principali pregi, mi sembra necessario citare:
-marchio conosciuto da tutti i risparmiatori italiani;
-diffusione capillare sul territorio nazionale con la presenza di oltre 13.000 sedi;
-milioni di clienti;
- società che negli ultimi anni è stata ristrutturata e rimessa in carreggiata;
-società che presenta ulteriori margini di crescita e di espansione in alcuni settori (ad esempio il “trading online”)
-noto un grande interesse ed una grande aspettativa da parte dei piccoli risparmiatori rispetto a questa Ipo. Erano veramente tanti anni che non rilevavo tanto trasporto tra i miei lettori. Giusto per darvi un dato numerico, solo negli ultimi giorni ho ricevuto ben più di 100 mail con richieste di informazioni e consigli su questa operazione societaria;
-attribuzione di azioni gratuite per chi detiene le azioni in modo continuativo per 12 mesi a partire dalla sottoscrizione. La “bonus share” è indubbiamente un fattore psicologico che favorisce la sottoscrizione e inibisce la vendita (in teoria, favorendo una maggiore stabilità di prezzo alla quotazione), soprattutto negli investitori cassettisti. Ricordo che il premio fedeltà ammonta a 1 azione gratuita ogni 20 detenute per i risparmiatori mentre per i dipendenti è prevista l’attribuzione di 1 azione ogni 10 possedute.
-favorevole politica dei dividendi. La società ha infatti comunicato, e messo per iscritto nel prospetto informativo, che intende distribuire l’80% degli utili per gli anni 2015 e 2016. In quest’ottica il "dividend yield", ossia il rapporto dividendo-prezzo, dovrebbe attestarsi indicativamente intorno al range del 4,5 – 5,5 % annuo.
Tra i principali difetti invece mi sembra necessario citare:
-il servizio postale (corrispondenza e pacchi) è in perdita ed è ormai obsoleto, oltre che essere un settore infestato di concorrenti;
-nei prossimi anni, esattamente dal giugno 2017, Poste italiane potrebbe perdere l’esclusiva dell’invio delle notifiche degli atti giudiziari e delle multe che determinerebbe un mancato guadagno stimabile tra i 650 ed i 900 milioni di euro;
-frequente ingerenza della politica nelle scelte societarie;
-Poste Vita e Poste Assicura sono fortemente esposte al rischio del debito pubblico (titoli di stato) italiano e, come recita testualmente il prospetto informativo, “un peggioramento del merito di credito dell’Italia, accompagnato da un incremento nello spread dei titoli governativi italiani, comporterebbe una riduzione nel valore degli investimenti di Poste Vita e Poste Assicura con conseguente effetto negativo sul margine di solvibilità e, più in generale, sull’attività, sulle prospettive e sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale delle stesse e del Gruppo”.
Inoltre, sempre tra le criticità, occorre rilevare come non sia semplice confrontare i multipli ed i numeri di Poste con quelli delle società concorrenti dal momento che la società, che sta sbarcando a piazza Affari, non è più il carrozzone inefficiente che abbiamo tutti nella memoria, ma costituisce un unicum nel panorama mondiale.
Analizzare la società in base al suo core business storico (corrispondenza e pacchi) risulta infatti sbagliato dal momento che, analizzando i bilanci, emerge come la società produca utili grazie ai servizi finanziari e assicurativi, che compensano ampiamente le perdite che invece subisce sul lato strettamente postale.
Il quadro quindi che emerge oggi è quello di una realtà moderna e multi-servizi che, oltre al classico servizio della corrispondenza e dei pacchi, è attiva nei servizi finanziari ed assicurativi, oltre che nella telefonia mobile e questo la contraddistingue e caratterizza nel panorama mondiale.
Nonostante questa difficoltà di analisi e di confronto, la forbice di prezzo appare relativamente congrua con il reale valore della società.
In altre parole, il prezzo di sottoscrizione non è quindi né un affare a sconto ma neanche una rapina a mano armata, come di solito avviene in occasione delle Ipo.
La mia impressione è che il governo stia organizzando questa operazione affinchè sia un successo e fornisca soddisfazione economica ai risparmiatori, in modo tale da facilitare le prossime privatizzazioni previste di Ferrovie dello Stato e di Enav, e magari in futuro una nuova tranche di azioni delle Poste.
Per chi desiderasse conoscere l’andamento storico delle quotazioni delle società postali europee già quotate da tempo, vi riporto i grafici di:
Royal Mail ( Inghilterra )
Deutsche Post ( Germania )
BPost ( Belgio )
PostNL ( Olanda )
Ctt Correios de Portugal ( Portogallo )
Oesterreichische Post ( Austria )
Dal punto di vista operativo, distinguerei tra una sottoscrizione effettuata con lo spirito del cassettista in ottica di medio periodo oppure per effettuare una "mosconata" di breve periodo.
In ottica di medio periodo, onestamente non è un titolo che mi entusiasma più di tanto e che metterei in portafoglio.
In ottica "mordi e fuggi", al contrario invece penso che la sottoscrizione sia un'idea da non scartare.
La logica è quella di sottoscrivere per poi rivendere nei primi giorni di contrattazione.
Se i prezzi saranno aumentati rispetto al prezzo di sottoscrizione, si potrà monetizzare il veloce guadagno.
Altrimenti si potrà vendere immediatamente, confidando che, come spesso avviene in queste fattispecie, il primo giorno di contrattazione il consorzio delle banche collocatrici sostenga le quotazioni per non farle scendere sotto il prezzo di emissione.
In quest'ultimo caso quindi, si dovrebbe chiudere l'operazione con un sostanziale pareggio.
In alternativa, per i più timorosi, è possibile aspettare gli ultimi giorni dell’offerta con lo scopo di verificare come procedono le sottoscrizioni.
Se la sottoscrizione avrà coperto almeno 2 volte l’offerta, allora sarà possibile sottoscrivere, confidando in una maggiore garanzia di portare a casa un tozzo di pane.
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Buon trading
gabriele
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