In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, anche il mondo del risparmio gestito offre spunti di riflessione su come il capitale possa diventare, ancora una volta, uno strumento di scelta consapevole e di cambiamento.
Il tema della sostenibilità non è più una novità, ma un approccio ormai consolidato che ha oltrepassato i confini dell’ambiente per includere tematiche sociali e di governance. I fondi comuni che dichiarano obiettivi di sostenibilità riflettono questa evoluzione con una netta predominanza dell’approccio “multi-focus”, che rappresenta il 64% del totale e integra più dimensioni della sostenibilità. Accanto a questa maggioranza, si osservano fenomeni di nicchia che si concentrano su tematiche specifiche: il 28% dei fondi è dedicato alle questioni ambientali, il 6% a quelle sociali, mentre solo il 2% è focalizzato esclusivamente sulla governance. Questa distribuzione evidenzia come la sostenibilità sia diventata una priorità trasversale, con approcci diversificati che rispondono a differenti esigenze e sensibilità degli investitori.
Il database FIDA copre in modo completo la gamma di informazioni sulla politica di investimento e sui criteri ESG, offrendo la possibilità di individuare i fondi che integrano specifici criteri e si focalizzano su tematiche precise, con un livello capillarità massimo.
Oltre a individuare i migliori prodotti in termini di sostenibilità globale, è interessante osservare come si distribuiscono i fondi che si propongono obiettivi più circoscritti.
Restringendo ulteriormente il campo di osservazione, andiamo alla ricerca di quei prodotti che sposano il tema della condizione femminile. Tra gli strumenti di maggiore rilevanza, i gender equality funds rappresentano un segmento in forte crescita. Questi fondi selezionano aziende con solide politiche di inclusione, alta percentuale di donne in posizioni di leadership e iniziative per ridurre il divario salariale di genere.
Un esempio è il RobecoSAM Global Gender Equality, un fondo azionario focalizzato su aziende che promuovono l’uguaglianza di genere nei loro ambienti di lavoro e operazioni aziendali. Questo fondo investe principalmente in titoli azionari di grandi dimensioni a livello globale, privilegiando le imprese che dimostrano un forte impegno verso la diversità di genere, l’equità e l’inclusione. Lo stile di investimento adottato è di tipo blend, mirato a selezionare aziende che contribuiscono positivamente ai progressi sociali e ambientali, in linea con i criteri ESG.
Il prodotto è categorizzato tra gli Azionari Tematici – ESG (Globale), nell’ultimo anno ha generato ritorni per il 28,5% (NAV del 21/11/2024) a fronte di una volatilità del 6,52%: l’indice di Sharpe raggiunge il piacevolissimo 3,17 di valore. La classe in Euro disponibile agli investitori retail italiani presentano spese correnti per l’1,60% annuo, che include una commissione di gestione dell’1,40%.
Le principali partecipazioni del fondo includono grandi nomi globali come NVIDIA, Microsoft, Alphabet, Mastercard e AstraZeneca, con una significativa esposizione ai settori tecnologico e sanitario.
Un altro prodotto che combina l’empowerment femminile con il progresso tecnologico è l’AXA WF ACT Social Progress, un fondo azionario che si concentra su investimenti orientati al progresso sociale, promuovendo l’inclusione sociale, la salute, la sicurezza, la parità di genere e l’empowerment. Il fondo mira a sostenere le aziende che offrono soluzioni che migliorano il benessere delle persone e la qualità della vita, con particolare attenzione a temi come l’accesso a servizi sanitari, l’educazione, la sicurezza e l’inclusione sociale. La strategia di investimento del fondo si basa su un approccio ESG, che seleziona le aziende in base al loro impatto sociale positivo e al contributo agli Obiettivi di Sostenibilità delle Nazioni Unite (SDG). Il portafoglio è diversificato tra vari settori e regioni, con l’obiettivo di raggiungere risultati sostenibili nel lungo periodo.
Anch’esso collocato tra gli Azionari Tematici – ESG (Globale), a un anno la classe in euro per retail italiani rende quasi il 21%, con una volatilità del 12,10% e un indice di Sharpe di 1,24. I costi correnti sono dell’1,76% e la commissione di gestione dell’1,5%.
Fonte: FIDAworkstation
Accanto ai fondi gender equality, i FemTech funds rappresentano una nicchia promettente focalizzata su innovazioni tecnologiche per migliorare la qualità della vita delle donne. Anche se non esistono ancora fondi dedicati esclusivamente al FemTech, molte società nel settore rientrano nei portafogli ESG. Startup come Clue e Elvie sono sostenute da investitori istituzionali, attratti dal potenziale di crescita di un mercato stimato a oltre 50 miliardi di dollari entro il 2025. La salute femminile, la diagnostica personalizzata e le soluzioni di telemedicina costituiscono i pilastri di questo segmento, con benefici diretti sia per le donne nei mercati sviluppati sia per quelle in contesti emergenti.
Investire in gender equality e FemTech non è solo un’opportunità etica, ma anche una scelta strategica. Numerosi studi hanno esaminato l’impatto positivo della diversità di genere sulle performance aziendali, suggerendo che le aziende con politiche inclusive e diversificate ottengono risultati superiori, soprattutto in termini di innovazione e resilienza. Un esempio è il rapporto della Boston Consulting Group (BCG), che evidenzia come le aziende con una gestione diversificata e inclusiva possano generare il 33% delle loro entrate da prodotti e servizi innovativi, contro solo il 24% di quelle che non favoriscono un ambiente inclusivo. La ricerca ha anche rilevato che le aziende con una leadership partecipativa e una cultura che incoraggia la diversità cognitiva sono particolarmente propense a sviluppare soluzioni innovative grazie alla varietà di esperienze e punti di vista che emergono.
Inoltre, un’analisi condotta ad Harvard su 202 aziende ha mostrato che quelle con maggiore diversità di genere tendono a ottenere migliori performance aziendali, misurate sia dal ROA (Return on Assets) che dal valore di mercato rispetto al costo di sostituzione degli asset. Le aziende che implementano politiche pro-diversità e che promuovono la presenza femminile in posizioni di leadership sono viste come più resilienti e innovative nel lungo periodo.
Un altro aspetto cruciale emerso è che la diversità di genere non solo contribuisce all’innovazione, ma migliora anche la capacità delle aziende di affrontare crisi e cambiamenti repentini. Le aziende che abbracciano politiche di diversità tendono a essere più preparate a rispondere alle sfide economiche, grazie a una maggiore flessibilità e a un ambiente di lavoro che favorisce la creatività e la risoluzione di problemi complessi.
Inoltre, questi strumenti soddisfano le crescenti richieste degli investitori di coniugare rendimenti finanziari con impatti positivi, rafforzando il ruolo della finanza come catalizzatore di progresso sociale.
L’occasione di oggi ci ricorda l’importanza di azioni concrete per affrontare le disuguaglianze: selezionare strumenti finanziari che promuovono la parità di genere e l’inclusione significa quantomeno lanciare un segnale chiaro e favorire la disclosure delle società di gestione, nonché alimentare le riflessioni sul tema ad ogni livello.
Monica F. Zerbinati - FIDAworkstation