Investire nei green bond con gli ETF

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 06/07/2019 18:49

I “green bond” sono normali obbligazioni che si caratterizzano perchè l’emissione è direttamente finalizzata a finanziare un progetto che abbia un impatto positivo e sostenibile per l’ambiente, come ad esempio la produzione di energia da fonti pulite, l’efficienza energetica, la prevenzione e il controllo dell’inquinamento, il trattamento dei rifiuti, i trasporti ecologici, l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, come l’acqua o i terreni oppure la costruzione di immobili eco-sostenibili o eco-compatibili.

Detto in altre parole, sono uno strumento di investimento che permette ad un risparmiatore di coniugare l’etica con la finanza, e questo spiega il crescente successo che queste emissioni stanno riscontrando sia tra gli investitori che tra gli emittenti.

 

Ovviamente non tutti i progetti collegati al rispetto dell’ambiente possono essere classificati come “green bond”.
Sebbene attualmente non sia ancora stato stilato uno standard globale per certificare che un prestito obbligazionario sia davvero “green”, sono però state elaborate delle linee guida da parte dell’ICMA - International Capital Market Association, che è un’associazione autoregolamentata che riunisce in un unico soggetto le società emittenti e gli intermediari con lo scopo di stabilire regole e procedure comuni.

 

Ad oggi quindi un bond può fregiarsi del titolo “green” se rispetta contemporaneamente le 4 linee guida stabilite dall’ICMA:
1°-la destinazione dei proventi deve essere identificata in modo univoco e chiaro da parte dell’emittente
2°-i progetti, oggetto del finanziamento, devono appartenere a specifiche categorie e devono seguire uno specifico iter di selezione e valutazione.
3°-la gestione dei proventi deve essere improntata alla massima trasparenza da parte dell’emittente
4°-periodicamente l’emittente deve fornire agli investitori aggiornamenti in merito a come procedono i progetti finanziari

 

I pionieri di questo settore, ossia i primi emittenti, sono stati gli Enti Sovrannazionali, come la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) e la Banca Mondiale a cui sono seguiti nel corso del tempo anche IFC-International Finance Corporation, l’European Bank for Reconstruction and Development, KFW bank, l’Asian Development Bank o l’African Development Bank.
In tempi più recenti si sono aggiunti anche gli stati nazionali, come Olanda, Irlanda, Francia, Polonia e Belgio.
Infine si stanno affacciando a questo settore anche società private come Enel, Iren, Hera, Ferrovie dello Stato, CDP (Cassa Depositi e Prestiti), Société Générale o piccole realtà come P&A Public Lighting Spa che è una società italiana specializzata nell’illuminazione urbana.

 

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Il tema è indubbiamente caldo e molti investitori mi stanno chiedendo “come investire nei green bond”?

 

Se anche tu sei un risparmiatore che desidera investire in questo asset, al momento puoi valutare 3 diverse soluzioni di investimento: le singole obbligazioni, i fondi comuni di investimento e gli ETF.

 

In merito alle singole obbligazioni “green”, tratterò il tema in un apposito articolo nei prossimi giorni per cui resta sintonizzato che nei prossimi giorni ti fornirò ogni informazione su questo tema specifico.

 

In merito ai fondi comuni di investimento, ho analizzato il database ma non ho individuato soluzioni particolarmente efficienti: detto in altre parole, i fondi che investono in “green bond” sono mediamente costosi, non forniscono al risparmiatore nessuna extra performance rispetto al benchmark e quindi risultano scarsamente efficienti.

 

A questo punto il mio consiglio è di concentrare le tue attenzioni sui due “ETF green bond” che in questo momento sono quotati su Borsa Italiana:
-Lyxor Green Bond Ucits Etf C-Eur
-Franklin Liberty Euro Green Bond Ucits Etf

 

L’ETF “Lyxor Green Bond Ucits Etf C-Eur” (codice isin LU1563454310 e ticker CLIM) investe in un paniere composto da obbligazioni “green” con rating “investment grade” che sono emesse, sia in Euro che in dollari, da stati nazionali, enti sovranazionali e società private che rispettano i criteri stabiliti da Solactive.
Entrando nel dettaglio questo ETF si caratterizza per essere a replica fisica e ad accumulazione dei proventi (non prevede la distribuzione dei proventi realizzati dalla gestione, ma essi vengono reinvestiti automaticamente nel fondo stesso andando ad incrementare il patrimonio del fondo e contribuendo ad incrementare il valore delle quote), per essere in Euro (assenza rischio cambio) e per avere un costo di gestione annua (TER) dello 0,25%.

 

L’ETF “Franklin Liberty Euro Green Bond Ucits Etf” (codice isin IE00BHZRR253 e ticker FLRG) investe in un paniere composto da obbligazioni “green” europee emesse da emittenti appartenenti all’associazione ICMA.
Entrando nel dettaglio, anche questo ETF è in Euro, a replica fisica e ad accumulazione dei proventi ma si caratterizza rispetto a quello della Lyxor, per essere a gestione attiva.

 

Tabella che schematizza e confronta le caratteristiche principali dei due ETF:

ETF green bond confronto Lyxor Green Bond Ucits Etf C Eur Franklin Liberty Euro Green Bond Ucits Etf

 

Personalmente tra questi due prodotti, opterei per l’ETF Lyxor Green Bond per 3 motivi: è a gestione passiva (non c’è rischio di “sotto performance” rispetto al benchmark), appare più liquido e scambiato ed infine presenta un minore costo di gestione annuale.

 

Se desideri imparare a conoscere, a selezionare ed a costruire e gestire un portafoglio di ETF che sia profittevole ed arischio contenuto, investendo in modo consapevoleautonomo e indipendente dai consigli della tua banca o del tuo promotore finanziario, che sono sempre in conflitto con i tuoi interessi, ti consiglio di partecipare al mio corsoINVESTIRE CON GLI ETF E GLI ETC”!
Iscriviti subito, inviando una email a segreteria@bellelli.biz

 

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