L’Information Ratio (IR) è tra gli indicatori RAPM (Risk Adjusted Performance Measures) più interessanti e significativi per un investitore, soprattutto nell’ambito del risparmio gestito. Questo indice permette infatti di misurare la capacità di un gestore di sovraperformare il benchmark in maniera costante, elemento cruciale nella valutazione di un fondo attivo. In questo articolo entreremo nel dettaglio delle tecnicalità di calcolo, analizzando nello specifico le formule utilizzate e il loro significato.
Analiticamente l’IR è definito come il rapporto fra l’extrarendimento conseguito dal portafoglio dell’investitore rispetto al benchmark e la Tracking Error Volatility (TEV), la sua standard deviation:
con:
- R rendimento medio del titolo/portafoglio;
- Rb rendimento medio del benchmark nel periodo considerato;
- TEV volatilità della tracking error.
A numeratore di questo rapporto è espresso quindi l’extrarendimento, definito come la differenza fra il rendimento medio del proprio portafoglio e il rendimento medio dell’indice di riferimento. La funzione del numeratore è quella di misurare quanto i risultati conseguiti dal gestore attivo si discostino da quanto si potrebbe ottenere seguendo passivamente il benchmark.
A denominatore figura invece la TEV, lo scarto quadratico medio degli extrarendimenti del fondo rispetto al benchmark nel periodo considerato. È calcolata come la radice quadrata della media delle differenze tra gli extrarendimenti ai e il loro valor medio a ? :
con:
- N numero di periodi nell’orizzonte temporale considerato;
- ai extrarendimento del titolo nel i-esimo periodo;
- a ? media semplice degli extrarendimenti nell’orizzonte temporale considerato.
La Tracking Error Volatility identifica il rischio con la volatilità degli extrarendimenti, mettendo in evidenza l’abilità del gestore di realizzare sovra-performance mantenendo contemporaneamente un’elevata correlazione con l’andamento del benchmark. Questo valore deve essere però calcolato tenendo conto del corretto orizzonte temporale di riferimento, in modo tale che esso sia coerente con quello utilizzato al numeratore.
La logica sottostante dell’Information Ratio è quella di premiare coloro che riescono a realizzare rendimenti aggiuntivi costanti minimizzando pertanto il rischio di discostarsi negativamente dal benchmark. Un Information Ratio elevato esprime, in altre parole, la capacità del gestore di conseguire rendimenti maggiori rispetto al proprio parametro di riferimento e al contempo di saper contenere la volatilità relativa, ottenendo con costanza performance migliori.
Ufficio Studi FIDA
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