Il verbo delle banche centrali e gli effetti sui bond

Carlo Aloisio Carlo Aloisio - 26/07/2019 09:16

Il trend dei mercati è stato nelle ultime sedute indirizzato dalle aspettative intorno alle banche centrali. Da un lato la Fed è nel dilemma se ribassare, come vorrebbe il presidente Trump, oppure mantenerli così, visti i buoni dati macroeconomici ed il rischio di una ripresa dell’inflazione. In ogni caso sul fronte Usa, i tassi lunghi che a fine 2018 erano al 3%, vedono oggi il Treasury decennale al 2.03% ed il dollaro ancora forte contro euro appena sopra 1,11.

Di tutt’altro aspetto sono i problemi della Bce, dove il governatore Draghi entra nell’ultimo trimestre della sua presidenza, con dati macro ancora non rassicuranti sul trend economico dell’eurozona e quindi sulla possibilità di nuovi stimoli nelle prossime settimane. Nella riunione di giovedì e nella conferenza successiva, il governatore ha posto ancora l’accento sulla bassa crescita nell’eurozona, lasciando aperta la porta a nuovi interventi, con il piglio che a molti commentatori ha ricordato il Draghi del luglio 2012, quello del famoso “whatever it takes”.


Inizia a diminuire l’offerta di “carta”

Fattore fisiologico in questa fase di mercato dove complici le ferie estive per le società e per gli operatori dei mercati, si tende poi a rinviare a fine agosto e soprattutto a settembre le nuove operazioni di primario.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Per la parte governativa, la settimana è stata priva di aste e lo spread contro Bund sulla curva decennale si è sempre mantenuto mediamente sotto area 190, salvo una puntata verso i 200 punti durante uno dei vari battibecchi politici nella maggioranza di governo. Il rendimento del Btp decennale è sceso in area 1.5% sul benchmark Btp 3% 1/8/29 (codice Isin IT0005365165) che ha quotazioni in area 114 a fronte di un prezzo d’emissione di 101,85 dello scorso febbraio quando fu emessa la prima tranche. Da questo movimento di prezzo si vede come sia migliorato il trend per i nostri titoli, con beneficio per le casse del Tesoro che può emettere nuovi titoli a rendimenti inferiori.

Per ora le prossime emissioni riguarderanno, nella prossima settimana, 6,5 miliardi di Bot a sei mesi, a fronte di scadenze per 7,15 e successivamente dei Ccteu ed i Btp di medio-lungo termine. Confermato invece dal Tesoro, come spesso accaduto, l’annullamento delle aste di metà agosto.


E i nuovi bond corporate sotto i riflettori

Per la parte corporate qualche operazione è stata ancora messa in piedi, soprattutto per approfittare del basso livello dei tassi sul mercato.

Dopo il successo delle ultime emissioni subordinate, di Ubi, Fineco ed altra banche, torna sul mercato la Banca Popolare di Sondrio con un’obbligazione subordinata Tier2 decennale, con possibilità di call dopo cinque anni, per un ammontare di 200 milioni di euro. Il bond (Isin XS2034847637), emesso a 100, prevede una cedola fissa annua del 6.25%, equivalente a uno spread di 655 punti sopra il tasso midswap a cinque anni. L’emissione è stata collocata presso investitori istituzionali ed ha attirato l’attenzione di oltre 20 investitori, con richieste che superavano i 250 milioni di euro. Rating del titolo BB e taglio minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di mille; in caso di mancata call nel 2024, il rendimento salirà ad euribor 5 anni + 6.556% fino alla scadenza 2029.

Al termine del roadshow, EP Infrastructure, uno dei principali gruppi europei per l’energia e le infrastrutture, con sede nella Repubblica Ceca, ha collocato 600 milioni di euro, contro i 500 milioni previsti, con un’obbligazione senior a sette anni raccogliendo ordini per 2.1 miliardi di euro. Il rendimento del nuovo bond (Isin XS52034622048) è stato fissato a 185 punti base sul tasso midswap dopo le prime indicazioni in area 220. La cedola annua è dell’1.698% ed il prezzo di emissione è pari a 100. Il bond ha rating Baa3/BBB/BBB-e, con taglio minimo di negoziazione di 100mila euro con multipli di mille. Buona performance nel grey market,con prezzi salito sopra quota 101.

La principale linea aerea delle repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania), la Air Baltic, che ha più del 50% del traffico aereo nella regione, è uscita con il primo bond in euro, con rating BB- da 200 milioni e cedola del 6.75%, con scadenza nel 2024. Isin del titolo XS1843432821 e taglio da 100mila euro con multipli di mille.

North-Rhine Westphalia ha collocato 1.5 miliardi di euro con un’obbligazione senior a 30 anni con scadenza il 30 luglio 2049. Il titolo (Isin DE000NRW0LV9) paga una cedola fissa dello 0.80% ed è stato collocato al prezzo di 99.8259 per un rendimento finale dello 0.828%, corrispondente a 16 punti base sopra il tasso midswap. Rating del bond AA- e taglio minimo di negoziazione di mille euro con multipli di mille. Questa tipologia di titoli ha un vantaggio fiscale essendo equiparata ai titoli di stato, con una ritenuta del 12.5% contro il 26% delle obbligazioni corporate.

La Roma Calcio, su approvazione del Cda, emetterà un’obbligazione da 275 milioni di euro per rimborsare anticipatamente il prestito ottenuto anni fa da Goldman Sachs e risparmiare sugli interessi che girano ad un tasso del 7%. Le nuove obbligazioni saranno emesse a tassi notevolmente più bassi, considerando i tassi attuali; come riferimento sul secondario le obbligazioni della Juventus girano al 3.375% circa mentre l’Inter è al 3.75% circa di rendimento sul mercato. E’ quindi prevedibile che il rendimento del bond della Roma sia più alto dei due precedenti.

La Cassa Depositi e Prestiti, ha ricevuto il via libera dalla Bank of China, per collocare (Panda Bond) per 5 miliardi di yuan, pari a circa 650 milioni di euro, i cui proventi serviranno a finanziare l’internazionalizzazione delle imprese italiane nella Repubblica cinese. Si partirà con una prima tranche da 150 milioni di euro di controvalore.


Le nuove emissioni in dollari

Successo per il doppio deal in dollari dell’Oman, che ha ricevuto richieste per oltre 9.25 miliardi di dollari. Nello specifico si tratta di due tranche, la prima a cinque anni e mezzo con rendimento indicato al 5.125%, mentre per la tranche più lunga a 10 anni il rendimento dovrebbe essere in area 6.125%.

Doppio deal in dollari per Imperial Brands, con 750 milioni con scadenza nel 2026 e cedola del 3.5%, Isin USG471ABNV88; cedola più alta al 3.875% per la tranche da 1 miliardo con scadenza 2029 ed Isin USG471ABNW61. Rating su entrambe Baa3 e taglio minimo da 200mila dollari con multipli di mille.


Carlo Aloisio
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