Il settore Tecnologico tra rischi ed opportunità

Fabio Michettoni Fabio Michettoni - 31/08/2022 09:48

La nemesi del settore tecnologico risiede nel fatto che gli investitori lo stanno scaricando dai lori portafogli, ma gli indicatori inducono a pensare che il peggio possa essere alle spalle. Tanto per avere una misura della situazione, il Nasdaq future scadenza settembre, ha perso oltre il 10% da quando ha toccato il picco relativo a metà agosto, segnato a 13.740. 
 

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Ad orientare questo ribasso è stato il veloce aumento del rendimento del Bond decennale USA, che di fatto erode buona parte dei profitti futuri sul lato obbligazionario, incidendo oltre misura sul P/E Forward delle aziende tecnologiche in rapida crescita. Ma il detonatore è stato l’aumento dei rendimenti a breve termine, scadenza a 2 anni, spinti verso l’alto dalle parole del presidente della Federal Reserve, che a Jackson Hole ha ribadito che la banca centrale americana continuerà a persistere nella sua politica restrittiva sui tassi, per combattere con determinazione l'inflazione. La buona notizia in questo girone infernale per il comparto tecnologico è che gli investitori potrebbero avere un buon motivo per mostrare, a questo punto della storia, un ritrovato interesse. 

La scorsa settimana, secondo una analisi dei flussi condotta da Bank of America, circa 2 miliardi di dollari sarebbero usciti dai fondi azionari tecnologici. Si tratta del maggior deflusso dal novembre 2021 e comunque su base settimanale, dal 2017, raramente si è assistito a deflussi sopra i 2 miliardi di dollari. 
Secondo le frequenze dei deflussi volumetrici, anche se questi potranno aumentare ancora nelle prossime rilevazioni, probabilmente si ridurranno nelle prossime settimane, come viene peraltro misurato dall’APS, indicatore proprietario di Volcharts, che misura nello specifico il grado di coagulo volumetrico dei flussi che entrano a mercato, ma anche la frequenza dei deflussi in raccordo con le logiche distributive. 
 

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Ciò è coerente con un altro indicatore positivo per il settore tecnologico. Il rendimento del Tesoro a 10 anni, pur essendo salito nelle ultime settimane, sta raggiungendo un livello fortemente resistente visto al 3,1%, ma ancora al di sotto del picco al 3,48% raggiunto a metà giugno. 

Altra considerazione da fare è che il rendimento del decennale USA è ancora superiore alle aspettative di inflazione media annua per i prossimi 10 anni. Ciò significa che il "rendimento reale" è positivo, quindi gli investitori avrebbero ritorni positivi anche tenendo conto dell'inflazione prevista. Dato il valore che si può ottenere dall'obbligazione a 10 anni, non sorprende che gli acquirenti intervengano per mantenere il prezzo elevato e il rendimento relativamente basso. 
Ciò significa che se gli investitori possono contare sul fatto che il rendimento non sta per raggiungere nuovi massimi, i titoli tecnologici potrebbero stabilizzarsi e, a un certo punto, riprendere anche a salire. 
In sintesi, anche se i deflussi dal settore tecnologico dovessero persistere per un altro breve lasso di tempo, sembra che non siano destinati a peggiorare drasticamente. 

C'è tuttavia un'avvertenza da evidenziare. Molte aziende tecnologiche stanno registrando un rallentamento della crescita a fronte di un aumento dei clienti. Ciò significa che, nel tempo, le valutazioni, ovvero il multiplo che il mercato attribuisce agli utili a breve termine potrebbe diminuire, con riflessi negativi di breve periodo sulle quotazioni.
 

a cura di Fabio Michettoni
Socio SIAT Professional CSTA, Strategist e Analista Intermarket
www.siat.org

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