Mercoledì il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato un aggiornamento del suo “World Economic Outlook” dal titolo potenzialmente preoccupante; “A Crisis Like No Other, An Uncertain Recovery”.
In estrema sintesi: per gli effetti della Covid-19, la crescita globale è prevista a -4,9 per cento nel 2020, ma è andata molto peggio a Italia, Spagna, Francia, Messico e Uk con perdite che vanno dal -12.8% al -10.2%. La Cina potrebbe riuscire a fare segnare un timido +1% dal precedente +6.1%.
Le stime sono in ogni caso regolarmente riviste.
Oggi, voglio osservare in un’ottica di lungo periodo in primis il Crude Oil Wti alla luce dell’ipotesi di crollo dell’economia mondiale e quindi il suo andamento sui mercati per cercare qualche corrispondenza o altro.
Potrebbe essere un’idea in quanto il petrolio è uno dei motori dell’economia mondiale.
Su base annua e con una semplice regressione lineare, nonché utilizzando la variazione percentuale del Gdp mondiale e lo scostamento percentuale del prezzo medio del Crude Oil Wti, è possibile ipotizzare un calo del prezzo medio del petrolio per l’anno in corso dell’80% rispetto al prezzo medio del 2019 pari a 57$ circa.
Ci troviamo tuttavia in un contesto che non si è mai verificato in precedenza (il peggior calo dell’economica mondiale dal 1980 è avvenuto nel 2009 con -0.073% in coincidenza con una flessione del prezzo del petrolio di -38%) e ricco di variabili che non abbiamo preso in considerazione, ma un prezzo medio del Crude Oil attorno a 11.4$ per il 2020 è poco probabile.
Poi nella vita le certezze sono le tasse e la morte…
Sui mercati finanziari internazionali e su una scala mensile, il Crude Oil Wti evidenzia una fascia di supporto tra 35$ e 30$ insieme a un’area di resistenza a 45/50$. Di conseguenza, tra 30$ e 50$ il petrolio si trova in una zona di relativa neutralità che potrebbe includere anche il prezzo medio per l’anno in corso, ma sarò un po’ più preciso al riguardo il prossimo 1 gennaio; obviously ….
Scherzi a parte, nel breve periodo, invece, il Crude Oil Wti non è riuscito a ricoprire il gap down del 6 marzo a 45.18$ e potrebbe generare un segnale d’indebolimento sotto 37$ con primi obiettivi 34$ e 30$. L’eventuale ritorno sopra 45.18$ potrebbe precedere un rimbalzo verso 50$ e 53$, poi 62/64$ e 70$.
Ho scritto questo post soprattutto per sottolineare come il prezzo del petrolio sia, ovviamente, condizionato da una lunga serie di variabili come offerta, domanda, taglio e aumento della produzione, modalità di estrazione, stoccaggio, trasporto, lotte politiche tra Paesi Opec e non, ma anche il comportamento delle compagnie aere, le nuove tecniche estrattive (Shale oil), …, input non sempre immediatamente disponibili e aggiornati.
Diversamente, l’andamento del petrolio sarebbe maggiormente correlato a quello dell’economia mondiale, i punti della regressione strettamente raggruppati attorno alla relativa retta e il coefficiente di determinazione R quadro più vicino all’1 (ora 0.28)…
L’analisi del petrolio (e non solo) è quindi difficile per le molte variabili in gioco.
Il prezzo medio del Crude Oil Wti potrebbe quindi essere superiore a 11.4$ per l’anno in corso… Positiva anche la situazione di contango della curva forward del Crude Oil Wti (e del Brent…).
A disposizione
Articolo a cura di Giovanni Maiani
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