Il debito pubblico americano alle stelle

Tony Cioli Puviani Tony Cioli Puviani - 22/11/2019 11:22

Bill Gates batte Jeff Bezos e si riprende il titolo di paperone mondiale. Il fondatore di Microsoft, secondo l'indice dei miliardari di Bloomberg, vale 110 miliardi di dollari contro i 108,7 miliardi di Bezos. Al terzo posto Bernard Arnault con 102,7 miliardi.

Sono patrimoni enormi! Se però pensiamo al deficit USA, che galoppa a 3 miliardi al giorno (sabato e domenica compresi), i tre miliardari prima citati vengono sminuiti: ogni mese che passa, l’incremento del debito USA corrisponde a circa 100 miliardi di dollari e tale progressione sembrerebbe voler aumentare. Il debito pubblico USA ha appena varcato la soglia dei 23.000 miliardi di dollari, chi comanda se ne infischia, perché fare altro debito non sembra più un problema!

Le politiche monetarie ultra-accomodanti, ingranaggi essenziali del processo di veloce indebitamento delle economie globali, soccorrono a delle necessità, dapprima chiamate straordinarie, oggi, invece, direi più che fisiologiche. In un mondo che va sempre più in fretta, dove chi governa è privo di lungimiranza e guarda miopemente solo alle prossime elezioni, le Banche centrali svolgono il loro ruolo aumentando artificialmente la domanda di asset obbligazionari dei debiti sovrani (e non solo), assopendo gli effetti naturali di un debito sempre più considerevole.

Trump, che ha realizzato un importante taglio delle imposte per le imprese finanziandolo col deficit, ha migliorato gli utili netti delle imprese americane e grazie alle nuove politiche accomodanti della FED ed ai tre ultimi tagli di tassi, ha di fatto sostenuto gli indici principali delle borse azionarie, facendo raggiungere a Dow Jones, S&P e Nasdaq nuovi record storici assoluti.

Credo di non sbagliarmi se affermo che le politiche monetarie delle banche centrali, anche se rese quasi obbligatorie dalla condotta dei governanti, non facilitano certo la nascita di statisti al governo degli Stati, ma, anzi, agevolano i governanti stessi a mantenere condotte “sprecone”, potendo questi confidare del differimento degli effetti negativi dei deficit grazie all’attività delle Banche centrali.

Secondo le logiche appena esposte Donald Trump ha avuto un ruolo determinante nella crescita straordinaria delle borse azionarie nel triennio in cui ha governato. La spiccata personalità del Presidente USA unita alla sua tracotanza ha radicalizzato l’opposizione politica. Un eventuale prossimo presidente democratico intraprenderebbe misure molto dolorose per i mercati: I micidiali rialzi di tasse proposti dalla Warren peserebbero sull’intero apparato produttivo.

Continuerebbe la politica di spesa pubblica ma non verso i settori della difesa, aereospaziale e dell’energia, ma verso il welfare con nei programmi un budget di spesa decuplo rispetto al costo del taglio delle tasse finora sostenuto. Le recenti sconfitte dei repubblicani in Virginia, Kentucky e Louisiana sono un campanello d’allarme importante. Le borse USA continuano a macinare record anche se Trump, in base al mercato inglese delle scommesse di Betfair.com, ha solo il 40% di essere rieletto.

 

Leva Fissa

Codice   ISIN Sottostante Leva Posizione Valuta Perf. giornaliera Denaro Lettera  
FIND7L
DE000VN9ABD0 Dow Jones Industrial Average 7,00 Long EUR 2,06% 64,35 64,40  
FNDX7L
DE000VN9AA52 Nasdaq-100 Index® 7,00 Long EUR 2,82% 71,00 71,20  
FSPX7L
DE000VN9AA11 S&P 500® Index 7,00 Long EUR 2,45% 43,90 44,00  
F67L4S
DE000VF3GSP8 Dow Jones Industrial Average -7,00 Short EUR -1,69% 5,80 5,81  
F3JLBS
DE000VF3GS09 Nasdaq-100 Index® -7,00 Short EUR -2,44% 3,59 3,60  
FL15PS
DE000VF3GTG5 S&P 500® Index -7,00 Short EUR -2,04% 4,79 4,80  


Fonte: https://certificati.vontobel.com/IT

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