Quest’inverno girando in moto per Bologna ho avuto bisogno solo un paio di volte di infilarmi i guanti. Belle giornate di sole ma – considerata la stagione - assurde, spie di un cambiamento climatico che definire preoccupante può risultare eufemistico. Analogamente i mercati finanziari scoppiano di salute: si acquistano azioni, asset tradizionali di rischio, in un contesto macro e geopolitico avverso.
Vero è che l’economia yankee tiene botta, ma PIL e produzione industriale dei tre Paesi più importanti dell’EU - Germania, Francia e Italia - danno segnali di cedimento importante, inutile dilungarci sui potenziali ulteriori problemi che porterà il coronavirus, ne ho già parlato, ne parlano tutti, non ho voglia di annoiarvi ancora.
A dispetto di una situazione quantomeno precaria i mercati continuano a migliorare i loro record. Il NASDAQ 100, che solo un paio di settimane fa, il 31 gennaio, chiudeva a 8.991, adesso si trova a 9.623, l’ennesimo record storico, con un balzo di oltre il 7% solo nella prima metà di febbraio. Nuovi record storici anche per S&P 500, DOW JONES e Xetra DAX, l’Italia vicinissima ai 25.000 punti, livelli che non vedevamo da ottobre 2008.
Ma come è possibile che proprio in concomitanza di eventi drammatici ed anche potenzialmente negativi per l’economia e non solo cinese si sia avuto questo rally dei mercati azionari?
Keynes nel Capitolo 12 della Teoria generale (1936) sottolinea come decisivo per la formazione dei prezzi il ruolo “perverso” esercitato dagli “esperti professionali”. Questi tendono infatti a finalizzare le proprie energie non già a “compiere migliori previsioni a lungo termine sul rendimento probabile di un investimento per tutta la durata della sua vita”, bensì a “prevedere variazioni della base convenzionale di valutazione con un breve anticipo rispetto al grosso pubblico”, tentando di anticipare il livello al quale il mercato valuterà l’investimento “sotto l’influenza della psicologia di massa, fra tre mesi”. In sostanza Keynes attribuisce alla speculazione professionale la capacità di muovere i mercati con lo “scopo privato” del to beat the gun, quello che consiste nel riuscire - ai nastri di partenza - a scattare in anticipo sul segnale. La speculazione quindi esercita un’attività esclusiva volta a prevedere la psicologia del mercato: nulla più.
Va da sé quindi che la speculazione più accorta abbia approfittato delle situazioni di precarietà (guerra commerciale prima, poi conflitto Iran Usa, e adesso coronavirus) per comprare (con la pressante e determinante complicità delle banche centrali) convinta che chi si fosse astenuto dagli acquisti, prima o poi, sulla definizione e poi relativa soluzione dei problemi, si tuffasse nel comprare per non perdere un treno che sembrerebbe non fermarsi più. In sostanza “quelli bravi” fanno il pieno quando il mercato si trova nella situazione percepita di massima instabilità, per poi scaricare agli investitori assetati di rendimenti in un contesto che sembra privo di alternative.
Questo giochino si è trasformato in un loop senza fine dove paradossalmente ogni negatività a livello fondamentale si tramuta in propellente per ulteriori acquisti. Non ho mai scritto di “crolli” delle borse, non convengono a nessuno e le banche centrali hanno ancora un residuo di credibilità per evitarlo. Credo altresì che l’unica via certa per un crack sia quello di mandare ulteriormente i mercati in orbita a tassi di crescita del 5%-10% al mese. A quel punto il crollo sarebbe inevitabile. Questo rischio è ben conosciuto dalle Banche centrali e quindi – come già successo all’ultimo FOMC del 29 gennaio – mi attendo un Powell molto guardingo per evitare ulteriori esagerati allunghi degli indici yankee.
A livello di operatività è mia intenzione costruire certificati che prevedano extra-rendimenti qualora alcuni indici non arrivino a nuovi livelli superiori del 15-20% rispetto a quelli attuali. Nel frattempo – con la cautela del caso – utilizzo qualche Turbo short Certificate con Knock-out posti ad un 10% di distanza dai valori attuali.
Leva Fissa
A cura di Tony Cioli Puviani
Fonte: certificati.vontobel.com
Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento.
Leggi il Disclaimer »